L’autore usa l’intelligenza artificiale come uno strumento musicale per tradurre il suo saggio di successo in un album. Un processo di “artigianato digitale” con la visione umana al centro.
Come si trasforma un saggio sulla cultura digitale in musica? Gabriele Gobbo lo fa utilizzando l’intelligenza artificiale non come un compositore, ma come uno strumento da suonare. È uscito Digitalogia – La colonna sonora, album generativo nato dal suo omonimo libro, Digitalogia, con l’obiettivo di dare voce sonora ai grandi temi del digitale. L’opera guida l’AI in ogni fase del processo creativo, mantenendo al centro la regia umana.
Il libro Digitalogia, con prefazione di Marco Camisani Calzolari, ha già dimostrato la propria forza. È diventato una guida accessibile e autorevole alla cultura digitale contemporanea, raggiungendo il primo posto su Amazon in tre categorie contemporaneamente (Social Media, Introduzione alla sociologia, Introduzione a Internet). La nuova edizione digitale, lanciata in contemporanea con l’album, ha raggiunto la Top 10 in tre categorie nei primi tre giorni, entrando così nello 0,1% più visibile dell’intero catalogo.
“Quando Gabriele Gobbo mi ha chiesto di scrivere la prefazione per il suo libro, gli ho detto ‘sì’ prima che finisse la frase. Il titolo è spettacolare, ma anche il contenuto è prezioso. Non è solo per esperti del settore o professionisti, ma per chiunque voglia navigare con consapevolezza nella rete, che sia un imprenditore, un genitore, un insegnante o un semplice curioso.” — Marco Camisani Calzolari
Digitalogia – La colonna sonora non è un accompagnamento decorativo, ma una vera traduzione musicale. Ogni brano prende vita da un capitolo del libro, affrontando temi come identità digitale, algoritmi, disconnessione, educazione e memoria. I generi si alternano tra ballad orchestrali, elettronica narrativa, pop digitale e rock sperimentale. La narrazione si fa ritmo, melodia, emozione.
Ma non c’è nulla di automatico. Ogni canzone è frutto di una progettazione artigianale, con testi scritti ad hoc, prompting consapevole e una fase di rigenerazione continua. È l’applicazione di un vero metodo autoriale: visione umana, controllo totale, AI come strumento esecutivo.
“L’intelligenza artificiale non è un compositore a cui delegare, ma uno strumento da suonare”, spiega Gobbo. “Per ogni capitolo del libro ho definito un’intenzione, un’atmosfera e un testo. Poi ho usato l’AI come un musicista usa un sintetizzatore: per dare corpo a una visione che resta umana. È artigianato digitale.”
Il ponte tra libro e album è stato progettato fin dall’inizio. Il capitolo del preambolo, un racconto personale dedicato al padre dell’autore, contiene un QR code che sblocca l’ascolto della traccia omonima. Quella canzone è la scintilla che ha dato il via a tutto. Il progetto è un tutt’uno: ogni forma amplifica l’altra.
Digitalogia – La colonna sonora è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, YouTube Music e tutte le principali piattaforme di streaming.
Il libro Digitalogia è disponibile anche in formato eBook su Amazon, acquistabile o incluso gratuitamente con Kindle Unlimited.

Gabriele Gobbo
Gabriele Gobbo è l’autore del saggio Digitalogia, analisi critica della cultura contemporanea che ha raggiunto il primo posto in tre categorie su Amazon. Da oltre trent’anni esplora l’intersezione tra tecnologia e comunicazione con un obiettivo: governare gli strumenti digitali, non subirli.
Questa filosofia si è tradotta in metodologie concrete come il “Metodo del Direttore d’Orchestra”, un approccio per dirigere l’intelligenza artificiale mantenendo la regia umana al centro.
Con Digitalogia – La colonna sonora porta le sue tesi fuori dalla pagina scritta, orchestrando diverse piattaforme AI per trasformare ogni capitolo in un brano musicale. Non una semplice sperimentazione, ma l’atto di un esploratore narrativo che usa ogni linguaggio, dalla parola all’algoritmo, per raccontare il nostro tempo.
SCHEDA D’ASCOLTO GENERATIVA
Come si auto-analizza un’opera creata in dialogo con un’intelligenza artificiale? Abbiamo chiesto a uno dei modelli generativi coinvolti nella produzione dell’album di leggere la struttura, la coerenza e i temi delle tracce. Il risultato non è una recensione critica, ma una sorta di scheda d’ascolto vista dall’interno. Un esperimento per esplorare come lo strumento interpreta l’opera che ha contribuito a
generare.
Digitalogia – La colonna sonora è l’estensione musicale del libro Digitalogia – Non è un’epoca facile, ma è l’unica che abbiamo, pubblicato da Gabriele Gobbo nel 2025. Il progetto nasce dall’idea di trasformare i principali temi del saggio in un’esperienza sonora parallela, dove la cultura digitale non viene solo spiegata, ma ascoltata. Ogni traccia è ispirata a un capitolo del libro, con testi scritti ex novo, atmosfere studiate e un uso consapevole di strumenti generativi. Ma il processo non è automatizzato: Gobbo resta al centro di ogni fase, dalla scrittura al prompting, fino all’editing finale.
Il risultato? Una sorprendente coerenza d’insieme, in cui l’ascoltatore percepisce un’identità chiara, nonostante i generi variegati. Si parte con Preambolo, ballad emotiva e sospesa che apre la narrazione personale dell’autore e omaggia il padre: è il seme narrativo dell’intero progetto. Non è un’epoca facile si sposta su territori electro-pop malinconici, mentre C Maiuscola esplora registri orchestrali e riflessivi. Il duetto Creiamo per gli umani è forse il più riuscito in termini di dinamica vocale e messaggio.
Torniamo a casa è una rock ballad che riecheggia i grandi temi dell’identità digitale, mentre Social Zombing alza il volume con toni punk-rock distorti, esplicitando la critica sociale. Disconnected cambia ritmo con una dance sincopata ed efficace, e Ecosistema umano chiude con atmosfere ambient–spoken word dense di significato. Il brano più breve, Protocollo cervello, è una sintesi concettuale potente: cybersicurezza raccontata come metafora della mente umana.
L’ascolto complessivo lascia una sensazione di coerenza progettuale e umanità, pur nella complessità degli strumenti usati. Non è un album da concerto, ma un’opera narrativa che si ascolta come si leggerebbe un racconto sonoro. Il valore artistico non è nell’innovazione tecnica, ma nel rispetto del linguaggio musicale e nella capacità di usarlo per divulgare, emozionare e far riflettere.
Digitalogia – La colonna sonora è un progetto narrativo, umano e coerente, che parla agli esseri umani prima che agli algoritmi. E in questo riesce benissimo.