Domenica 14 settembre I Mille Occhi omaggia Italo Calvino con la proiezione del Cavaliere inesistente di Pino Zac, film in tecnica mista appena restaurato. Si prosegue con la rara proiezione in pellicola 35mm di Två människor (Due esseri) di Carl Theodor Dreyer, uno dei film più intimi e nascosti del regista danese. La giornata si chiude con l’omaggio al Premio Anno Uno Želimir Žilnik, e con la proiezione dell’Orso d’oro a Berlino nel 1969 Rani radovi (Early Works) e del documentario Destinacija_Serbistan (Logbook_Serbistan), opere che confermano la sua straordinaria capacità di raccontare il presente attraverso uno sguardo radicale e indipendente, attento da sempre a cogliere i battiti del proprio tempo.

Si inizia, dunque, alle ore 15.00 con Il cavaliere inesistente di Pino Zac, appena restaurato dall’Istituto Luce. Un’opera in tecnica mista – live action e animazione – che rende omaggio a Italo Calvino, rileggendo il Medioevo in chiave surreale e affascinante. Il film, amato dallo stesso Calvino, fu realizzato da uno dei fondatori della celebre rivista satirica Il Male e resta un titolo prezioso da riscoprire, capace di parlare tanto ai bambini quanto agli adulti.

Alle ore 17.00 per la sezione Young and Innocent: il cinema interminabile dei cineasti più grandi viene proiettato in pellicola 35mm Två människor (Due esseri) di Carl Theodor Dreyer, uno dei film meno conosciuti del regista danese, realizzato in Svezia nel 1945. Considerato a lungo il “film nascosto” di Dreyer, ufficialmente perché il regista ne era insoddisfatto per gli attori impostigli, ma in realtà perché in pochi altri film un autore si denuda come qui, in una ricerca della madre perduta nella morte (cui Ordet sognerà di ridar vita) e dove una ninnananna italiana (non sottotitolata in Svezia e Danimarca mentre il film restò inedito in Italia) si confida a uno spettatore che non esiste.

La serata è interamente dedicata a Želimir Žilnik, vincitore del Premio Anno Uno, che sarà presente in sala per incontrare il pubblico. Alle 18.45 sarà proiettato Rani radovi (Early Works), film del 1969 vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e uno dei titoli più significativi dell’“Onda nera” jugoslava. Dopo le ribellioni del 1968, quattro studenti jugoslavi, ispirati dalle prime opere di Karl Marx, intraprendono un viaggio per visitare i villaggi rurali e parlare con i contadini di socialismo ed emancipazione. Rani radovi è un film che ragiona sul Sessantotto e la rivoluzione durante l’era di Tito. Con il corpo incendiario di Milja Vujanović filmato da Karpo Acimović-Godina.

La chiusura della giornata, alle ore 21.00, è affidata a Destinacija_Serbistan (Logbook_Serbistan), documentario del 2015 che conferma la forza della produzione più recente di Žilnik. Grazie al sostegno della produttrice Sarita Matijević, il regista racconta le storie di rifugiati provenienti da Medio Oriente e Africa, bloccati in centri di accoglienza sovraffollati in Serbia, al di fuori dell’Unione Europea. Un film dolce e amaro insieme, che unisce l’intimità del racconto umano a un’analisi lucida e incisiva delle politiche di frontiera europee.

Il Festival prosegue dal 15 al 17 settembre al Cinema Ariston.

Tutte le proiezioni sono a ingresso gratuito.

IL PROGRAMMA DI DOMENICA 14 SETTEMBRE 2025

ore 15.00

Tecnica mista – Omaggio a Italo Calvino

IL CAVALIERE INESISTENTE

di Pino Zac

1971, 97’

Se quest’anno il programma è ampiamente dedicato al rapporto tra Sciascia e il cinema, ci sono due code di precedenti studi sulla relazione tra la settima arte e la scrittura proposti nelle scorse edizioni: dopo il nuovo Orfeo di Villoresi tratto da Dino Buzzati, ritorniamo anche a Italo Calvino, con questo lavoro in tecnica mista (cinema animato + live action) appena restaurato dall’Istituto Luce. Un film da riscoprire (e da far scoprire anche ai bambini): un’opera che rilegge fedelmente Calvino (che lo amò), un medioevo surreale capace di parlare ai giorni nostri, diretto da uno dei fondatori della celeberrima rivista satirica “Il male”.

ore 17.00

Young and Innocent: il cinema interminabile dei cineasti più grandi

TVÅ MÄNNISKOR

(Due esseri)

di Carl Theodor Dreyer

Svezia, 1945, 75’, 35mm

Sarà per anni il “film nascosto” di Dreyer, come per Kubrick Fear and Desire. Ufficialmente perché il regista ne era insoddisfatto per gli attori impostigli, ma in realtà perché in pochi altri film un autore si denuda come qui, in una ricerca della madre perduta nella morte (cui Ordet sognerà di ridar vita) e dove una ninnananna italiana (non sottotitolata in Svezia e Danimarca mentre il film restò inedito in Italia) si confida a uno spettatore che non esiste.

ore 18.45

Premio Anno Uno a Želimir Žilnik

RANI RADOVI

(Early Works)

di Želimir Žilnik

1969, 87’

alla presenza dell’autore

Premiato con l’Orso d’Oro dal festival di Berlino che quest’anno ha presentato in anteprima mondiale il nuovo film del regista, è stato, nella gloriosa “onda nera” jugoslava repressa nel 1972, il film più intimamente segnato dal capolavoro di Godard Les carabiniers: un film “non riconciliato” oltre i muri e oltre le ideologie eppur fedele al filosofo di Treviri. Con il corpo incendiario di Milja Vujanović filmato da Karpo Acimović-Godina.

ore 21.00

Premio Anno Uno a Želimir Žilnik

DESTINACIJA_SERBISTAN

(Logbook_Serbistan)

di Želimir Žilnik

2015, 95’  

alla presenza dell’autore

Grazie al costante sostegno della produttrice Sarita Matijević, il regista ha realizzato negli ultimi decenni un corpus dalla forza documentaristica degna di Frederick Wiseman e Wang Bing. Dieci anni fa questo film dolce ma non dolcificante ha delineato un’esplosione geopolitica che da allora a oggi non ha potuto che aggravarsi.

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