Troverà poi “casa” definitiva al Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez

Un sogno che torna in superficie. Trieste si prepara ad accogliere e riabbracciare uno dei simboli più straordinari della sua storia scientifica e culturale: il batiscafo Trieste, il sommergibile che nel 1960 conquistò il primato assoluto immergendosi nella Fossa delle Marianne fino a 10.916 metri, con a bordo lo scienziato svizzero Jacques Piccard e il tenente della U.S. Navy Don Walsh. Un’impresa senza precedenti, che segnò l’immaginario collettivo del Novecento e diede alla città giuliana un posto speciale nella mappa dell’innovazione tecnologica mondiale.

Oggi, grazie all’impegno del Comune di Trieste e in particolare dell’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, quell’epopea torna viva attraverso la realizzazione di una riproduzione fedele in scala reale (1:1) del batiscafo, che sarà posizionata in piazza Unità d’Italia, in occasione della manifestazione velica Barcolana, dal 5 ottobre fino al 9 novembre, per poi essere collocata definitivamente al Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez.
La riproduzione del batiscafo giungerà a Trieste con una delicata movimentazione già all’alba del 29 settembre per essere successivamente svelata al pubblico in un evento dedicato in programma alle 12.00 di domenica 5 ottobre.

Origini triestine e una visione di pace
Il progetto del batiscafo Trieste fu il frutto dell’ingegno di Auguste e Jacques Piccard, pionieri dell’esplorazione atmosferica e abissale. Ma la città giuliana ebbe un ruolo decisivo grazie a Diego de Henriquez, collezionista e visionario che seppe intuire il valore pacifista e scientifico di quell’impresa. Fu lui a incoraggiare i Piccard a scegliere Trieste come base per la realizzazione del nuovo mezzo, che venne costruito nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Trieste e Monfalcone, con la cabina pressurizzata forgiata alle Acciaierie Terni. De Henriquez vide nel batiscafo non solo un veicolo di esplorazione, ma un simbolo etico: la dimostrazione che la tecnologia, nata per la guerra, poteva diventare strumento di conoscenza e di pace. La collocazione della replica proprio nel Museo a lui dedicato rappresenta dunque un ritorno a casa e un omaggio alla sua eredità.

L’idea e la costruzione
A lanciare la prima idea della sua riproduzione in scala ed esposizione a Trieste è stata l’Associazione Mare Nordest, attiva dal 2012 nella diffusione della cultura del mare e nella sensibilizzazione sui temi ambientali.
L’iniziativa è stata immediatamente condivisa dal Comune di Trieste, che ne ha riconosciuto il valore simbolico e strategico per l’arricchimento del Museo de Henriquez.
Rolex ha supportato l’iniziativa e resa disponibile una copia dell’orologio che accompagnò l’impresa nella Fossa delle Marianne nel 1960.
La realizzazione – in scala reale – è stata affidata a M23 Srl, azienda con sede a Ciserano (Bergamo) di rilievo internazionale nel settore dei sommergibili avanzati e delle camere iperbariche, partner di Marine e Forze Speciali in tutto il mondo. Nei capannoni dell’azienda, con tecnologie d’avanguardia e fedeltà storica, è nato un vero capolavoro di ingegneria celebrativa.

Un testimone d’acciaio: dati tecnici e curiosità
Il batiscafo Trieste originale misurava 15,40 metri di lunghezza, 3,5 metri di diametro e 8,5 metri di altezza, con un dislocamento di 51 tonnellate. La sua parte più straordinaria era la cabina sferica pressurizzata in acciaio al molibdeno, del diametro di 2 metri e con spessori fino a 15 cm, capace di resistere a pressioni spaventose fino a 11 tonnellate per cm².
Tra i dettagli più affascinanti vi è il Rolex Deep Sea Special, orologio sperimentale che accompagnò le immersioni del Trieste e dimostrò la sua resistenza a profondità mai raggiunte prima. Un simbolo di precisione che ancora oggi rappresenta l’unione tra avventura scientifica e sfida tecnologica.

Una storia raccontata anche dal cinema
Ogni grande impresa, per restare viva oltre il momento in cui accade, ha bisogno di essere tramandata. E se il batiscafo Trieste è già di per sé un’icona scolpita nella memoria scientifica del Novecento, oggi trova una nuova forma di risonanza attraverso lo sguardo del cinema. Il regista Massimiliano Finazzer Flory ha seguito le fasi della rinascita dell’unità sommergibile: dalla minuziosa lavorazione dei pezzi nei capannoni bergamaschi della M23, alle mani sapienti che ne hanno ricostruito le linee, fino all’atteso viaggio verso il mare e la città che gli diede i natali.
Questa documentazione non è un semplice diario tecnico, ma un racconto poetico che intreccia immagini e memoria, capace di restituire la tensione epica dell’impresa e l’emozione di veder risorgere un gigante degli abissi. Le telecamere hanno registrato non solo bulloni e lamiere, ma anche lo spirito di chi, settant’anni dopo, ha voluto restituire al presente il sogno dei Piccard e di Diego de Henriquez. Il risultato sarà un mediometraggio che racconta l’enorme lavoro dietro la ricostruzione e la movimentazione fino a Trieste, divenendo esso stesso patrimonio culturale del progetto e del Museo de Henriquez. La sua anteprima, prevista per gennaio, offrirà al pubblico una vera e propria esperienza estetica e civile: la possibilità di guardare negli occhi l’avventura del Trieste, attraverso la lente del cinema, e di sentirne vibrare ancora oggi il messaggio di coraggio, conoscenza e pace.

Le Giornate del batiscafo Trieste
All’interno del percorso di valorizzazione e promozione del mare e delle sue storie, Mare Nordest propone di avviare già durante la Barcolana una speciale iniziativa dedicata al leggendario batiscafo Trieste. Nascono così le “Giornate del batiscafo Trieste e la sua Storia”, un ciclo di tre appuntamenti che intrecciano divulgazione, memoria e racconto.
Grazie alla collaborazione con il Comune di Trieste, che metterà a disposizione la tensostruttura allestita per la regata, Mare Nordest offrirà al pubblico un’esperienza di riscoperta guidata dalle immagini e dalle parole: filmati e fotografie d’epoca, introdotti dal dott. Enrico Halupca con il team dell’associazione, accompagneranno gli spettatori nel viaggio che ha reso celebre nel mondo il sommergibile progettato a Trieste e protagonista di imprese memorabili nelle profondità oceaniche.
Gli incontri, moderati e animati da momenti di dialogo con il pubblico, si terranno domenica 5 ottobre alle 18.00, venerdì 10 e sabato 11 ottobre, alle ore 16.30. Tre occasioni per rinnovare il legame tra la città e una delle sue invenzioni più affascinanti, e per riconsegnare alla comunità un patrimonio di conoscenza e orgoglio che merita di essere raccontato e tramandato.

Un’eredità che guarda al futuro
Il ritorno del batiscafo Trieste non è solo un atto di memoria, ma una sfida di attualità. Nell’epoca della crisi climatica e della ricerca di nuovi equilibri tra uomo e natura, il simbolo dell’impresa dei Piccard e di Don Walsh invita a riflettere sull’importanza di esplorare e proteggere gli oceani. Trieste, città di frontiera e di mare, si conferma così crocevia di cultura, scienza e visioni pacifiche. Il batiscafo che la rese celebre nel mondo torna a parlarci, in scala reale, con la stessa forza evocativa di allora: la tecnologia al servizio della conoscenza, della pace e del futuro.

LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
Giorgio Rossi – Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo
“Quella del batiscafo Trieste è una storia straordinaria per la città che nasce dall’incontro tra de Henriquez e Jaques Picard: siamo nell’immediato dopoguerra – ottobre 1948 – e il progetto di questi due personaggi, incredibili e visionari per certi versi, è di realizzare un mezzo per la ricerca scientifica nei fondali marini. Con questo impegno condiviso che il gioiello che prende vita a Trieste nei cantieri dell’allora CRDA, oggi Fincantieri, dopo le ricerche marine potesse tornare a Trieste. La storia poi è andata diversamente, grazie al contributo degli americani il Trieste raggiunse la Fossa delle Marianne, per poi finire in Museo di Washington.
La sfida di portare il “Trieste” a casa nasce quasi da un impegno morale nei confronti di de Henriquez che tanto si era dedicato al progetto del batiscafo che oggi rappresenta l’elemento fondamentale nella trasformazione del Museo in Centro Studi e Ricerca del 900”.
Roberto Bolelli – General Manager Mare Nordest
“Promuovere la cultura del Mare” è lo scopo principale di Mare Nordest e l’operazione batiscafo Trieste, di cui siamo co-ideatori e collaboratori, rappresenta per noi un momento fondamentale di rivalorizzazione del patrimonio scientifico e culturale della nostra città ed è dedicato soprattutto ai giovani a cui nel prossimo futuro ci rivolgeremo attraverso le scuole.

Enrico Halupca – storico Mare Nordest
“La storia a lungo dimenticata del batiscafo Trieste che sono riuscito a ricostruire è una storia meravigliosa che affascina e continuerà ad affascinare anche in futuro. Con piacevole sorpresa, ho constatato che destava un interesse al di sopra delle aspettative nelle persone a cui la raccontavo in questi anni, a Castellammare di Stabia o a Ponza, quasi avesse in sé una forza positiva che va a toccare i sogni universali di ognuno di noi: il fascino dell’esplorazione del pianeta, la scoperta di nuovi orizzonti, la forza della visionarietà in funzione di grandi ideali. E poi il discorso di tecnologia etica portato avanti da tre generazioni dei Piccard. Oggi più che mai è un discorso attuale che dobbiamo far passare alle nuove generazioni, pensare alla grande, in positivo, in modo pacifico e rappacificante. Chissà, forse tirar fuori questa storia nel 2025 non è stato un caso.
Massimiliano Finazzer Flory – regista
“Il futuro sarà sotto il mare. Ma la storia iniziò in superfice. Una storia planetaria che parla di noi. Con una lettera del 16 giugno 1948. Senza il batiscafo Trieste forse il mare sarebbe diverso, la nostra stessa vita. Le sue profondità raggiunte nel 1953 e nel 1960 per quanto differenti avevano la stessa idea, un’idea che nacque a Trieste: scoprire che dove vi è vita non ci può essere rifiuto… Senza i Piccard e de Henriquez nessun batiscafo Trieste, avrebbe vinto la sfida. E la sfida continua, non è finita la ricerca”.

I PARTNER
Convention & Visitors Bureau (CVB) Trieste – Antonio Paoletti, Presidente
“La riproduzione del batiscafo Trieste la cui collocazione definitiva sarà il “Museo di Guerra per la Pace Diego De Henriquez richiama le molte eccellenze scientifiche, legate al mondo del mare, che la nostra città ospita. Tale proposta, inoltre, contribuirà a valorizzare ulteriormente l’offerta turistica del territorio che, nell’elemento mare, capace grazie alla Barcolana o al settore della nautica solo per fare alcuni esempi, di importanti ricadute economiche, trova uno dei suoi asset attrattori non solamente in chiave sportiva, ma anche culturale.
Una peculiarità, quest’ultima – ha ricordato ancora Paoletti – derivante pure dalle tante realtà museali presenti sempre più apprezzate, corroborata dai diversi eventi tematici organizzati grazie alle sinergie tra amministrazioni pubbliche e dei soggetti privati e che, naturalmente, verrà impreziosita in misura ancora maggiore dal Nautaverso Parco del Mare 5.0, il Digital Experience Center che sarà un polo scientifico, formativo, di ricerca e quindi culturale di massimo livello e di caratura internazionale”.

Fondazione CRTrieste
La Fondazione CRTrieste ha accolto immediatamente e con convinzione l’invito del Comune di Trieste a partecipare al progetto, riconoscendone il grande valore culturale e simbolico. La ricostruzione in scala 1:1 del batiscafo Trieste significa valorizzare un’impresa che appartiene alla storia. Conservare e tramandare la memoria dell’esplorazione compiuta nel 1960 da Jacques Piccard è un atto di responsabilità e di visione; valorizzare l’ingegno e il coraggio di ieri ci aiuta a costruire una società migliore oggi. Crediamo infatti che l’innovazione e la ricerca siano strumenti fondamentali per affrontare le sfide del presente e ispirare le nuove generazioni verso un futuro più consapevole e aperto al progresso.
M23 SRL – Bruno Peracchi President e CEO
“L’anno scorso l’amico Roberto Bolelli mi propose una sfida affascinante: realizzare in scala 1:1 lo scafo del leggendario batiscafo Trieste da esporre al Museo “Diego de Henriquez”. L’idea mi ha subito entusiasmato e onorato, sia per il valore storico dell’impresa, sia per il legame con la città di Trieste. Dopo alcuni incontri, ho avuto il piacere di confrontarmi con l’assessore Giorgi Rossi che, con straordinaria energia e pragmatismo, mi ha convinto a intraprendere questa avventura quasi impossibile: costruire il batiscafo in appena quattro mesi, estate compresa, per presentarlo in Piazza Unità d’Italia in occasione della Barcolana, un evento di risonanza mondiale.
Per M23, azienda che presiedo e che opera nella costruzione di sommergibili civili e militari, il progetto rientrava appieno nel nostro core business. Così ci siamo messi subito all’opera con l’obiettivo di realizzare una replica fedele all’originale, rispettando i tempi prefissati.
La fase iniziale, forse la più delicata, è stata la definizione dei disegni costruttivi sulla base del materiale disponibile, con il prezioso contributo di esperti locali, in particolare il professor Halupca, grande conoscitore della storia del Trieste. Successivamente abbiamo dovuto progettare una struttura smontabile, in modo da poter movimentare agevolmente lo scafo – 15 metri di lunghezza per circa 3,5 di diametro – sia per l’esposizione in Piazza Unità che per il posizionamento definitivo nel Museo “Diego de Henriquez”. In soli tre mesi, lastre e tubi d’acciaio hanno preso forma, trasformandosi nel batiscafo Trieste”.
Rolex – Paolo Bastiani
Rolex considerava il mondo come un laboratorio a cielo aperto, in cui testare le caratteristiche di resistenza e precisione dei propri segnatempo, anche in condizioni estreme. Da qui la partecipazione alla Missione nella Fossa delle Marianne con il Rolex Deep Sea Special, prototipo ed evoluzione del celebre modello Submariner, presentato nel 1953.
Questo spirito pionieristico della Casa ginevrina si è trasformato nel tempo e tutti gli sforzi compiuti per supportare coloro che si sono dedicati al delicato equilibrio e alla tutela delle risorse naturali della Terra sono oggi ricompresi nel Progetto Perpetual Planet Initiative.
Trieste Trasporti, Presidente Maurizio Marzi Wildauer
“Partecipare a questa iniziativa significa custodire una parte fondamentale dell’identità di Trieste. Il batiscafo Trieste non è solo un’impresa scientifica straordinaria, ma un simbolo del coraggio e della visione che hanno sempre caratterizzato la nostra città. Essere parte di questo progetto significa ribadire che Trieste Trasporti è un’azienda che guarda avanti, ma che non dimentica mai le radici culturali e storiche del territorio che serve ogni giorno.”
“La replica del batiscafo non sarà soltanto un oggetto espositivo, ma diventerà un punto di riferimento educativo e culturale per scuole, famiglie e visitatori. Trieste Trasporti affiancherà il Comune non solo nel sostegno all’iniziativa, ma anche nella valorizzazione logistica e comunicativa del progetto, per rendere il batiscafo accessibile e conosciuto a tutta la cittadinanza e ai visitatori.