Un percorso espositivo che mette in dialogo l’opera di uno degli interpreti più sinceri e apprezzati della stagione verista italiana con gli spazi un tempo abitati dalla sua famiglia: restituendo la dimensione intima dei ritratti, l’emozione dei paesaggi, gli episodi di vita quotidiana contadina, le vedute nella luce pomeridiana o crepuscolare. Francesco Danieli. Il pittore del vero titola la mostra che si inaugura venerdì 3 ottobre negli spazi della Fondazione Luigi Danieli, a Buttrio (Udine): un percorso espositivo che riunisce un’ampia selezione di 49 opere, per la prima volta esposte al pubblico, restituendo la sensibilità, la maestria tecnica e la versatilità dell’ispirazione di Francesco Danieli, insieme al profondo legame della sua arte con la memoria familiare. Promossa e curata dalla Fondazione Luigi Danieli, l’esposizione si snoderà proprio negli appartamenti dove ha vissuto la famiglia Beltrame/Danieli, oggi adottati dalla Fondazione Luigi Danieli nel segno di una nuova vocazione culturale. Appuntamento quindi il 3 ottobre alle 18, nella sede della Fondazione Danieli a Buttrio (via Beltrame 22). Sarà innanzitutto l’occasione per sfogliare la pubblicazione in uscita a corredo della mostra, edita Forum e curata sempre da Magalì Cappellaro: non semplicemente il catalogo di un percorso espositivo, ma un contributo prezioso per approfondire la vita, l’itinerario artistico e, soprattutto, l’ampiezza della produzione pittorica di Francesco Danieli (Strigno, 1853 – Rive d’Arcano, 1922), grazie a un ricco apparato di schede catalografiche. Partendo dagli anni della formazione all’Accademia Cignaroli sotto la guida di Napoleone Nani, l’autrice ricostruisce la vicenda umana ed espositiva di Danieli, protagonista della scena artistica veronese tra Ottocento e Novecento. Molte le tappe e i riconoscimenti importanti: dall’esordio veronese alle mostre della Società di Belle Arti, all’Esposizione artistica internazionale di Roma del 1883 fino alle prime Biennali veneziane. Il volume sarà illustrato da Magalì Cappellaro in dialogo con il poeta e studioso Roberto Cescon, seguirà la visita delle opere, in mostra per i visitatori fino al 26 ottobre nel fine settimana (3-5 ottobre; 11-12 ottobre; 18-19 ottobre; 25-26 ottobre, sempre dalle 10 alle 15). Nell’occasione la Fondazione Danieli annuncerà anche il «Premio Francesco Danieli», ideato per valorizzare il lavoro profondo, onesto e indipendente di un artista. La prima edizione verrà celebrata nel settembre 2026.

Francesco Danieli. Il pittore del vero, ecco il percorso espositivo
Sono dieci gli ambienti chiamati ad accogliere la mostra Francesco Danieli. Il pittore del vero, schiudendo un percorso espositivo di 49 opere appartenenti alla Collezione della Fondazione Luigi Danieli, con apporto anche dalla Collezione privata di Ada Maria Danieli. L’itinerario prospetta una visione estremamente rappresentativa dell’ampia e articolata produzione dell’artista: si parte, simbolicamente, con l’Autoritratto, capace di catalizzare l’attenzione sulla forza penetrante dello sguardo del “pittore del vero”. E subito dopo, nel medesimo spazio, Sul monte restituisce l’attenzione del pittore per il paesaggio e i maestosi scenari naturali. Una galleria di tredici ritratti di famiglia, dipinti fra il 1878 e il 1915, ispira la sala successiva, testimonianza di una perizia tecnica perseguita e raggiunta nell’arco della carriera. Dal fratello maggiore Filotimo Danieli alla moglie di questi, Anna Beltrame Danieli, e dal nipote Mario e alla sua sposa Ada Riva Danieli, i familiari di Francesco Danieli sfilano tutto intorno, catturati nella loro quotidiana “verità”. Nelle tre sale successive scorre una delicata sequenza di paesaggi friulani e veneti, espressione della sensibilità artistica di Francesco Danieli nel suo rapporto con la riproduzione della natura e dell’umanità che la “vive” ogni giorno: ecco, fra gli altri, La raccolta della legna, Baita in montagna, Rive dell’Adige, In Carnia, Campi con ghiaccio, Il viandante, Case sull’acqua, Paesaggio invernale, Cielo al tramonto e Il mazzo di fiori.
Negli ambienti che seguono il focus si sposta più chiaramente sui momenti di vita domestica e contadina, con dipinti dedicati a bimbe e giovani colte nella loro quotidianità. Ecco, fra gli altri, La lezione di cucito, Fanciulla pensierosa, Ritratto di bambina con veste blu, Fanciulla con foulard rosso, Nel cortile, Ragazza alla finestra, Il ricamo alla finestra, Giochi in veranda, Il vaso di fiori, Giovane contadina e una Fanciulla con velo dove aleggia il sostrato devozionale. Nelle ultime due sale si torna all’esterno, nei luoghi cari del territorio: Sul torrente Torre eimmersi in un Paesaggio invernale che restituisce perfettamente la stagione “dormiente”, per chiudere nell’ultima sala con Riflessi azzurri, ancora un paesaggio di campagna sotto i raggi di uno spicchio di luna: con quest’opera Francesco Danieli partecipava nel 1895 alla sua prima Biennale di Venezia.
Francesco Danieli, nota biografica.
Nato a Strigno, in Trentino, nel 1853, Francesco Danieli si iscrive all’Accademia Cignaroli e Scuola Brenzoni di Pittura e Scultura di Verona, dove si era trasferita la famiglia. Nella sua formazione è influenzato da Napoleone Nani e Angelo Dall’Oca Bianca. Il primo, direttore e professore di Pittura dell’Accademia di Verona, ha contribuito a spostare l’interesse, nella scena pittorica veronese, dai temi del mito e della storia classica a quelli della pittura di genere e del paesaggio, secondo una tendenza stilistica che si stava diffondendo in quel giro d’anni. Il secondo, pittore di punta della scena artistica veronese di fine Ottocento, fu allievo di Nani negli stessi anni di Danieli e fu il primo ad assimilarne la lezione, orientata al naturalismo e a un approccio sincero nei confronti della realtà, anche se Danieli non ha mai ceduto al colorismo acceso e vibrante tipico del compagno di Accademia.
La vicenda artistica di Francesco Danieli è strettamente legata alla Società di Belle Arti veronese, alle cui esposizioni partecipò con continuità dalla fine degli anni Settanta, ancora in veste di studente, fino al 1912, riscuotendo consensi e buone recensioni da parte della critica. Nell’Esposizione scaligera del 1892 l’opera intitolata S’avvicina il temporale fu premiata con la medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione e fu acquistata dalla Cassa di Risparmio e oggi è confluita nell’importante collezione d’arte della Fondazione Cariverona. Quest’opera è il manifesto della sua piena maturità artistica poiché emerge chiaramente la sua capacità di elevare a un significato superiore la narrazione della scena grazie alla descrizione del paesaggio e alla resa naturalistica dei singoli dettagli. Nei suoi quadri di genere, i protagonisti della narrazione sono uomini e donne la cui vita è strettamente legata ai cicli della terra e della natura, con le quali viene sempre a instaurarsi un rapporto di idillio e armoniosa convivenza.
Anche Milano fu la città in cui Danieli espose con continuità per quasi trent’anni fino al 1914, nonché Venezia dove partecipò a quattro edizioni della Biennale: alla prima nel 1895, poi nel 1899, nel 1901, infine nel 1905. Lontano da mode o imposizioni, Danieli ha interpretato lo spirito più autentico e spontaneo della vita contadina e dei paesaggi veneti e friulani tanto amati. La sua arte «conquista qualsiasi animo aperto alla bellezza; non appartiene a nessuna scuola; è il canto appassionato di un tenero amante», e crea quell’atmosfera serena, laboriosa, semplice e onesta che la Fondazione Danieli intende perseguire in ogni sua attività.
