«Il prezzo morale da pagare perché in Russia si realizzino dei cambiamenti nella società, e si affermi la democrazia, sarà molto alto e ben più doloroso della perestrojka degli anni ’90. La maggioranza della popolazione ha per certi versi “normalizzato” questa dittatura, e questa guerra. Trump si è reso conto di quanto sia illusorio sperare di intervenire: oggi il cessate il fuoco nella linea di contatto sarebbe utile, ma il principale ostacolo è proprio Putin. Non vorrei che Zelensky fosse costretto ad aiutare una pace ingiusta». Lo ha spiegato a Udine nella giornata di ieri – sabato 25 ottobre – la storica e saggista russa Irina Scherbakova, vincitrice della XII edizione del Premio Friuli Storia assegnato da una Giuria di 346 lettori del Circolo della Storia, che conta già oltre 1600 appassionati diffusi in tutta Italia.

Co-fondatrice dell’Associazione russa Memorial cui è stato tributato il Premio Nobel per la Pace 2022, voce dissidente dichiarata “agente straniero” dal regime putiniano, Irina Scherbakova, ha ricevuto il Premio Friuli Storia per un’opera che è insieme storica, politica e autobiografica, Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa (Mimesis, 2024) e lo ha ritirato all’Auditorium del Centro Culturale delle Grazie in una cerimonia affollatissima, introdotta da Tommaso Piffer, presidente della Giuria scientifica del Premio, con Ernesto Galli della Loggia, presidente di Friuli Storia, alla presenza degli altri due finalisti 2024: Carlo Fumian e Gustavo Corni, autori rispettivamente di Pane quotidiano. L’invisibile mercato mondiale del grano tra XIX e XX secolo (Donzelli, 2024) e L’Italia occupata 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto (Gaspari, 2024).

Nell’occasione Irina Scherbakova ha tenuto una emozionante lectio sul tema “La mia vita attraverso l’Unione Sovietica”: l’occasione per seguire il filo rosso del libro che ha conquistato i lettori del Circolo della Storia, un’opera che è insieme storica, politica e autobiografica e che intreccia nel saggio le vicende della Russia con quelle della propria famiglia, a partire dai ricordi della bisnonna Etlja Jakubson, attraversando un secolo di storia russa: dalla rivoluzione bolscevica guidata da Lenin, alle purghe staliniane, fino alle guerre dell’epoca di Putin. Lo sguardo portante è quello degli Scherbakov: una famiglia ebrea di origini ucraine che, tra il 1924 e il 1945, visse in due stanze del celebre Hotel Lux, l’albergo del Comintern a pochi passi dal Cremlino, dove alloggiavano i segretari dei partiti comunisti di tutto il mondo, riuniti nel nome della rivoluzione mondiale. Uno sguardo retrospettivo che, inevitabilmente, ci accompagna fino al nostro tempo.

«Non spero in cambiamenti rapidi – ha aggiunto Scherbakova – Soprattutto, mi auguro che il conflitto in essere possa trovare una risoluzione che non sia penalizzante per l’Ucraina e non suoni come una sua sconfitta. Nel contesto dei negoziati fra Trump e Putin, l’Europa dovrebbe assumere un ruolo: l’evoluzione delle sorti sul campo con l’aiuto europeo contribuirebbe molto più di qualsiasi sanzione economica». Da molti anni – da quando ha dovuto lasciare il suo Paese – Irina Scherbakova ha scelto la Germania per vivere. «Da questo osservatorio mi sono resa conto che l’Occidente per troppo tempo ha faticato a riconoscere l’Ucraina come stato indipendente. C’era l’idea che l’Ucraina dovesse per forza restare sotto l’influenza russa, e tuttora si fatica a percepirne una vocazione indipendente e inserita nella sfera occidentale. La propaganda di Putin ha fatto il resto. Qui tanti rimandano al “dopo Putin”, e io rispondo che dopo Putin potrebbe andare anche peggio. Spero in ogni caso che Putin non finisca i suoi giorni senza un procedimento giudiziario internazionale, che lo chiami a rispondere dei crimini commessi».

Il Premio nazionale di Storia contemporanea Friuli Storia è l’unico riconoscimento in Italia per la saggistica assegnato da una giuria di lettori, che selezionano il vincitore in una terzina indicata da una giuria scientifica. La giuria scientifica della XII edizione è composta da  Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Ilaria Pavan, Paolo Pezzino, Tommaso Piffer, Silvio Pons, Andrea Possieri e Andrea Zannini. Il premio è realizzato con il contributo di Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Banca di Udine BCC, Comune di Udine e Poste Italiane Spa.