Mercoledì 19 novembre, per parlare di giornalismo in carcere su iniziativa di Conferenza Basaglia.
Le condizioni di detenzione in Italia, rese recentemente note anche da personaggi illustri, non sono degne di un Paese civile e non hanno i requisiti per promuovere la rieducazione delle persone condannate, così come sancito dall’art. 27 della nostra Costituzione. C’è un mondo “dentro” — caratterizzato da sovraffollamento, strutture fatiscenti, scarsa possibilità di accedere alle cure, suicidi — che dev’essere raccontato per sensibilizzare l’opinione pubblica e accorciare le distanze col mondo “fuori”, anche con l’obiettivo di favorire il reinserimento di chi ha scontato la pena: a questo servono tra l’altro i giornali nelle carceri, nati grazie alla collaborazione di giornaliste e giornalisti che operano come volontari all’interno e all’esterno delle strutture e che attraverso alcuni corsi di formazione insegnano alle persone detenute gli elementi del mestiere. Tra questi c’è “Ristretti orizzonti”, la rivista bimestrale della Casa di reclusione di Padova e dell’Istituto di Pena Femminile della Giudecca.
Mercoledì 19 novembre —su iniziativa di Conferenza Basaglia e in collaborazione con il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta e Bonawentura nell’ambito del festival S/Paesati — Ornella Favero, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia e direttrice di “Ristretti orizzonti”, porterà la sua esperienza in una conversazione in programma al teatro Miela alle ore 17.30 con Elton Kalica, redattore di “Ristretti orizzonti”, e Giovanna Del Giudice, presidente di Conferenza Basaglia, associazione impegnata in progetti di promozione sociale nella Casa circondariale di Trieste.