Si è svolta oggi, presso il Salotto Azzurro del Comune di Trieste, la conferenza stampa di presentazione del progetto per la realizzazione del Terzo Acquedotto della città.
Il sindaco Roberto Dipiazza, l’assessore all’Ambiente ed energia della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Fabio Scocimarro, il presidente di Ausir, Andrea Delle Vedove, il presidente di AcegasApsAmga, Roberto Gasparetto, l’amministratore delegato di AcegasApsAmga, Carlo Andriolo e il consigliere di amministrazione di AcegasApsAmga, Daniele Musetti, hanno illustrato il nuovo intervento infrastrutturale destinato a rafforzare la sicurezza e la resilienza dell’approvvigionamento idrico di Trieste e rafforzato l’intero sistema regionale.
“Questo è un progetto di grande valore strategico. Sono iniziative come queste che rappresentano il meglio dell’azione pubblica e costituiscono un vero valore aggiunto per la nostra comunità – ha esordito il Primo Cittadino -. Quest’opera è un importante regalo per la città di Trieste e per il Carso: un intervento moderno e sostenibile, Un ringraziamento va a tutti i soggetti coinvolti, per il lavoro svolto e per la visione dimostrata nel realizzare un’infrastruttura fondamentale per il futuro del territorio.

”Il presidente di AUSIR, Andrea Delle Vedove ha detto “Questo acquedotto andrà a dare ausilio a quello esistente, servendo in particolare la parte marina e costiera, e rappresenta un importante ampliamento del sistema attuale. Il progetto garantirà, attraverso azioni di resilienza, la continuità del servizio idrico anche in caso di manutenzioni, guasti o carenze operative.”
“Si tratta di un intervento rilevante, del valore di diversi milioni di euro – 180 milioni di euro – finalizzato a potenziare l’infrastruttura esistente. Le attività congiunte con la Slovenia si inseriscono in un quadro di forte sinergia: grazie a questa collaborazione, un’opera che affonda le proprie radici in epoca romana, con successivi interventi tra il Settecento e l’Ottocento, diventa oggi una realtà moderna e funzionale.”
“Come AUSIR, seguiamo e controlliamo le fasi dell’investimento, lieti di essere parte attiva di questo importante progetto, anche grazie alla collaborazione con Acegas. Quest’opera fornirà risposte concrete alle esigenze di un territorio strategico come quello di Trieste.”
“Il Terzo Acquedotto è un’opera pensata per dare risposte concrete al territorio, oggi e nei decenni a venire. È il frutto di una visione strategica, fatta di innovazione e ingegneria avanzata, per costruire infrastrutture resilienti, in grado di affrontare scenari climatici e demografici in continua evoluzione. Non ci limitiamo a rispondere alle emergenze: vogliamo anticiparle, perché garantire l’acqua significa garantire futuro. Questo progetto nasce anche grazie a una solida collaborazione con Ausir, il Comune di Trieste e tutte le istituzioni, che condividono con noi una visione a lungo termine per la sicurezza del territorio”, ha aggiunto l’amministratore delegato di AcegasApsAmga, Carlo Andriolo.
Analisi di scenario e risk management sono alla base del progetto sviluppato e proposto da AcegasApsAmga per l’acqua della città di Trieste, e che ha potuto essere finanziato con il Pniissi grazie ad Ausir, l’Ente di governo d’ambito che gestisce la programmazione delle infrastrutture e il piano economico finanziario del Servizio Idrico Integrato del Friuli Venezia Giulia. Il Terzo Acquedotto è una delle opere più rilevanti inserite nel masterplan regionale per la sicurezza idrica, progettato per sostenere sviluppo e innovazione valorizzando le competenze e le peculiarità di ciascun gestore del territorio.Il progetto prevede la costruzione di una nuova condotta di adduzione idrica, lunga oltre 20 chilometri sull’altipiano carsico, che porterà la capacità complessiva del sistema a oltre 1.400 litri al secondo. L’opera garantirà maggiore stabilità alla rete, anche in caso di guasti o manutenzioni, assicurando un servizio continuo a tutta la città e al territorio.Tecnologia e sostenibilità per la resilienza cittadinaIl Terzo Acquedotto è stato concepito per rafforzare la resilienza della rete idrica cittadina, anche in risposta ai cambiamenti climatici e al crescente fabbisogno idrico. L’intervento si inserisce in una visione di lungo periodo, che guarda alla Trieste dei prossimi 50 anni, dove pianificare oggi significa prevenire le criticità di domani.
Sul piano tecnologico, saranno adottate soluzioni costruttive avanzate e sostenibili. La condotta carsica sarà realizzata con tubi in acciaio rivestiti in polietilene, protetti da reti anti-roccia e dotati di sistema di protezione catodica. La condotta costiera verrà invece rinnovata tramite tecnologia no-dig, già applicata con successo all’inizio del 2025 nella condotta idrica sotto la Galleria Sandrinelli: un intervento simile per modalità, ma su una scala decisamente maggiore, sia in termini di lunghezza sia di diametro.
Un progetto strategico per il sistema idrico regionale
Il progetto si inserisce in due strumenti strategici di pianificazione per il sistema idrico del Friuli Venezia Giulia. Il primo è il Pniissi (Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico), che individua le opere prioritarie a livello nazionale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico, in risposta alla crescente pressione sulle risorse e agli effetti dei cambiamenti climatici. In questo contesto, Ausir è il soggetto proponente degli interventi per conto dei gestori regionali, e ha sostenuto il Terzo Acquedotto tra gli interventi ritenuti strategici per il territorio.
Il secondo è il cosiddetto Masterplan del Friuli Venezia Giulia, elaborato nell’ambito dello “Smart Water Management FVG”, che riunisce tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato della Regione. Non si tratta di un semplice piano ingegneristico, ma di una mappatura condivisa delle criticità e delle potenzialità delle diverse reti acquedottistiche regionali, con l’obiettivo di portarle a un livello omogeneo in termini di resilienza, regolarità del servizio e adattamento ai cambiamenti del territorio. Il masterplan diventa così uno strumento a disposizione dell’Ausir, per la programmazione e la pianificazione degli investimenti dei singoli gestori. In quest’ottica, la nuova dorsale carsica rappresenta una delle opere qualificanti del piano, in grado di migliorare l’interconnessione tra i bacini e aumentare la stabilità dell’intero sistema.
I dettagli del nuovo sistema acquedottistico
Oggi Trieste è alimentata da due grandi condotte adduttrici: la condotta costiera, realizzata con tubazioni DN900 (cioè con un diametro di 90 cm, quasi 1 metro), e la condotta sottomarina, costruita con tubazioni DN1300 (diametro di 1,3 metri). Il nuovo progetto, sviluppato da AcegasApsAmga, prevede la realizzazione di una terza condotta terrestre, la cosiddetta “dorsale carsica”, con diametro DN1000, pari a 1 metro, che si svilupperà attraverso l’altipiano da San Giovanni di Duino fino all’impianto di salita di Gretta.
Essendo completamente terrestre, la nuova condotta sarà anche molto più accessibile per eventuali manutenzioni, a differenza delle due linee esistenti: quella sottomarina e quella che corre sotto la Strada Costiera.
La nuova infrastruttura sarà in grado di contribuire con circa 200 litri al secondo in condizioni standard, ma potrà raggiungere una portata massima di 1060 litri al secondo in caso di emergenza, sostituendo temporaneamente le altre condotte. Integrandosi con la condotta sottomarina (stimata fino a 1000 l/s) e con la condotta costiera (370 l/s), la nuova linea consentirà al sistema idrico triestino di raggiungere una capacità complessiva superiore ai 1.500 litri al secondo, garantendo massima affidabilità anche in caso di guasti o manutenzioni programmate.
Una rete sempre più interconnessa
Il nuovo tracciato potrà inoltre abilitare in futuro interconnessioni strategiche con altri sistemi idrici regionali e internazionali, ampliando la capacità di risposta del territorio in caso di emergenze.In questa direzione si era già mosso il progetto transfrontaliero del 2023, che ha portato all’attivazione del primo collegamento tra la rete gestita da AcegasApsAmga e quella slovena di Rižanski vodovod Koper, attraverso una condotta tra Santa Barbara (Muggia) ed Elerji (Koper).
Sebbene di portata inferiore (15 litri al secondo), quell’intervento ha rappresentato un primo importante passo verso la cooperazione transfrontaliera e la resilienza condivisa.
Il Terzo Acquedotto rappresenta un’evoluzione concreta di quella visione, rendendo possibile, in prospettiva, lo sviluppo di connessioni di scala maggiore, che potranno rafforzare ulteriormente l’approvvigionamento idrico del Friuli Venezia Giulia e della regione costiera slovena, in una logica di solidarietà e integrazione infrastrutturale tra Paesi confinanti.
Una lunga storia di innovazione nell’approvvigionamento idrico
Trieste, fin dalla sua fondazione, ha dovuto affrontare problemi strutturali di approvvigionamento idrico, cui ogni epoca ha risposto con soluzioni all’avanguardia per il proprio tempo.
Già nel II secolo a.C. la città era servita da tre acquedotti romani, poi distrutti dai Longobardi. Dopo oltre un millennio di approvvigionamento da pozzi e sorgenti, nel 1749 venne costruito l’acquedotto Teresiano, seguito nel 1857 da quello di Aurisina.
Tuttavia, solo nel 1929 con la realizzazione dell’acquedotto di Randaccio, alimentato dalle sorgenti del Sardos (e successivamente da quelle del Timavo e dell’Isonzo), Trieste vide una risposta definitiva al bisogno idrico. La costruzione della condotta costiera nel 1929 e di quella sottomarina nel 1971 ha ulteriormente consolidato la rete.
Oggi, con la progettazione della terza condotta adduttrice, AcegasApsAmga, in sinergia con Comune di Trieste e Ausir, rinnova questo impegno: un passo concreto verso un futuro più sicuro, sostenibile e interconnesso.