Il 9 gennaio alle 18 incontro di approfondimento condotto da Peter Brown”.
«Ora torno a Williams per lasciare Čechov senza lasciarlo» dichiara Leonardo Lidi, affermato e premiato artista che coniuga il suo impegno attoriale e registico a teatro, con quello sul grande e piccolo schermo. Dal 2022 ha portato in scena tre capolavori cechoviani e affrontando ora “La gatta sul tetto che scotta” individua un fil rouge fra i due autori, entrambi – pur in contesti tanto diversi -capaci di scavare con rigore anatomico e crudo nel “sistema famiglia”».
La sua premiata messinscena de “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams (1911-1983)- che con questo testo vinse il suo secondo Premio Pulitzer – arriva al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, primo grande appuntamento con la Prosa del2026 ed è una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dello Stabile del Veneto.
«Torno a Williams – continua Lidi – perché credo che sia l’autorepiù utile a comprendere l’importanzadell’analisi della società attraverso la lente famigliare. Williams utilizza il ridicolo (e quindi ecco il perché dei miei clown tristi) per raccontare la tradizionale famiglia americana del Sud, la sua incapacità di avanzare,ferma in un ricordo, pronta a distruggere pulsioni sessuali “nocive” e a nascondere tutta la polvere della società occidentale sotto il tappeto».
Appaiono proprio così i Pollitt, ricca famiglia del Sud,che percepisce l’incrinarsi delle proprie certezze – e delle proprie ipocrisie- davanti all’imminente morte del padre, Big Daddy. Ammalato gravemente,inconsapevole di quanto poco gli resti, l’uomo viene festeggiato per il compleanno, certo l’ultimo, dalla famiglia che si riunisce: la moglie, due figli – Brick e Gooper – le rispettive mogli Maggie e Mae, ed i nipoti da lei avuti. E subito si increspano graffianti avidità e debolezze, si annunciano lemire e i segreti inconfessabili che ognuno di loro cela. Maggie è profondamente innamorata di Brick che invece è distante, è da tempo un alcolizzato, e non la degna di considerazione. Gooper e Mae, interessati all’eredità di Big Daddy, cercano di approfittare della situazione.
Durante un conflitto con Brick, Maggie dice di sentirsi come “una gatta su un tetto che scotta”, decisa a non cadere giù: ha, infatti,conquistato con fatica una posizione sociale e non vuole tornare nelle sofferenze della povertà. Accusa il marito di essere un alcolista per la perdita di Skipper, il suo più caro amico, morto suicida per l’amore inconfessato tra i due. Brick rifiuta di affrontare la verità sulla sua sessualità e sul suo dolore. Alla fine, Maggie fa credere a Big Daddy di essere incinta, continuando a sperare di riuscire a trasformare questa sua bugia in realtà. Il dramma si chiude con lei che invita Brick a consumare il loro amore. Rispetto al famoso film hollywoodiano con Paul Neman e Liz Taylor, il clima sul palcoscenico appare algido: Leonardo Lidi sceglie di ambientare questa “festa a tutti i costi” in una casa di marmo, bianca, fredda,sterile. Un mausoleo, o forse un nudo luogo di sfide, che immediatamente si oppone al clima melò della pellicola del 1958. «“La gatta sul tetto che scotta”, qui nella nuova traduzione di Monica Capuani, è un testo che, film a parte, non ha avuto grande fortuna in Italia, forse proprio per le controversie attorno al copione» spiega il regista nelle sue note. «Williams infatti, furibondo con i suoi contemporanei che l’hannomesso in scena e portato a Hollywood tradendo totalmente il messaggio e la natura del testo, decise di riscriverlo in una versione incontrastabile, una versione cruda, piena di volgarità e accuse, per dipingere il ridicolo “presepe vivente” che lo feriva tanto. È un testo che grida vendetta e anche verità». E sul palco ci saranno: ravvisabili in soluzioni registiche efficaci (come l’apparizione muta in scena di Skipper, l’amico morto suicida per l’amore “sbagliato” che lo legava a Brick) e nella forza di un cast di altissima qualità, precisione e armonia.Ognuno va applaudito e attentamente ammirato, a partire da Valentina Picello che per la sua Maggie ha meritato il Premio Ubu quale migliore interprete eseguendo con Fausto Cabra, Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini. Le scene e le luci sono di Nicolas Bovey, i costumi di Aurora Damanti,il suono di Claudio Tortorici.
Venerdì 9 gennaio alle ore 18 al Caffé Rossetti a ingresso libero, Peter Brown – direttore della British School del Friuli Venezia Giulia – terrà un incontro di approfondimento su “La gatta sul tetto che scotta” a cui sono invitati a intervenire anche gli attoridell’edizione in scena al Politeama Rossetti. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
“La gatta sul tetto che scotta” va in scena l’8 e il 9 gennaio alle ore 20.30, sabato 10 alle 19.30 e domenica 11 gennaio in pomeridiana con inizio alle ore 16.
Gli ultimi biglietti sono disponibili presso i punti vendita e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it
Informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.