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A Trieste il convegno RETURN: strategie per una società resiliente ai rischi ambientali

Inserito da Paolo Bencich | Mar 4, 2025 | Attualità | 0 |

A Trieste il convegno RETURN: strategie per una società resiliente ai rischi ambientali

Trieste ospita il meeting “Sfide scientifiche e gestionali per una società resiliente ai rischi ambientali in un clima che cambia”, un evento che riunisce esperti del mondo accademico e delle principali compagnie assicurative per affrontare le sfide legate alla gestione del rischio e alla resilienza in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti.

Organizzato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS nell’ambito del progetto Return (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate), finanziato dal PNRR, il meeting si svolge presso la Stazione Marittima di Trieste.

Durante i tre giorni di lavoro, il programma prevede sessioni scientifiche, tavole rotonde e workshop tematici, con l’obiettivo di favorire il confronto tra esperti di diversi settori e sviluppare un approccio integrato per la gestione dei rischi ambientali.

Temi chiave del convegno:

  • Analisi multirischio e metodologie per la gestione integrata di sistemi complessi
  • Resilienza in pratica con applicazioni reali
  • Valutazione avanzata del rischio in un contesto muti-pericolo
  • Gestione delle emergenze e pianificazione a lungo termine
  • Educazione e comunicazione del rischio

“Il progetto RETURN, in cui l’OGS è uno dei coordinatori, rappresenta un’iniziativa fondamentale per costruire la conoscenza necessaria a rafforzare la resilienza delle comunità a rischi ambientali in un clima in cambiamento, con particolare attenzione ai possibili effetti cumulati causati dall’esposizione a molteplici fonti di pericolosità”, commenta Cosimo Solidoro, direttore della Sezione di Oceanografia dell’OGS. “Attraverso la collaborazione tra istituzioni scientifiche, amministrazioni pubbliche e partner privati, miriamo a sviluppare metodologie innovative di monitoraggio e valutazione delle sorgenti di rischio, oltre che strategie efficaci di mitigazione e adattamento degli effetti, basate su evidenze scientifiche e innovazione tecnologica” precisa Solidoro.

“I cambiamenti climatici rappresentano uno dei trend di cambiamento più rilevanti per il settore assicurativo e la sua gestione fa parte integrante della transizione verso una società più verde e resiliente che possa proteggere le famiglie e le imprese”, afferma Francesca Monti, Group Head of Climate Hub di Generali. “Il Gruppo Generali è infatti fortemente impegnato a promuovere partnership pubblico-private e a sostenere con le proprie competenze le istituzioni pubbliche nel raggiungimento di questo obiettivo. In tale contesto, contribuiamo concretamente all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nonché alla riduzione del divario di protezione per le comunità vulnerabili in tutto il mondo”, conclude Monti.

“Il convegno rappresenta un’opportunità essenziale di confronto e condivisione, mettendo in rete competenze accademiche e know-how industriale per sviluppare strategie innovative nella gestione dei rischi ambientali,” afferma il Prof. Andrea Prota, Presidente della Fondazione RETURN. “Attraverso un approccio integrato e multidisciplinare, possiamo favorire un dialogo costruttivo e creare comunità realmente resilienti di fronte alle sfide del cambiamento climatico”.

RETURN (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate) è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU. Si tratta di un partenariato esteso che coinvolge 26 partner, con l’Università degli Studi di Napoli Federico II come capofila, tra cui 12 università, 5 enti di ricerca e centri di competenza, 6 aziende private, 2 enti territoriali e il Dipartimento della Protezione Civile.

L’obiettivo di RETURN è rafforzare la ricerca nazionale sui rischi ambientali, naturali e antropici, promuovendo al contempo la partecipazione italiana a iniziative strategiche di rilevanza europea e globale. Il progetto, che ha preso il via a dicembre 2022, ha consentito di esplorare e valutare soluzioni atte a migliorare le capacità di monitoraggio, previsione, e gestione dei potenziali impatti dovuti alla presenza contemporanea di un insieme di fattori di rischio sia naturali che legati alle attività umane, su scala nazionale e locale.

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