Al Pordenone Docs Fest, il più importante Festival del cinema documentario in Italia, lo scorso giovedì abbiamo assistito all’incontro straordinario tra due visioni che, pur provenendo da contesti diversi, si intrecciano perfettamente: il documentario “Bright Future” proiettato in anteprima nazionale, e il progetto Generators della Cooperativa sociale Itaca. Due esperienze con un denominatore comune che ci mostrano, da angoli diversi, la forza del dialogo e la capacità trasformativa delle nuove generazioni, temi sposati da sempre da Cinemazero e recentemente anche da Pordenone Capitale della Cultura 2027.
Generators per Itaca vuole essere uno spazio per dare voce ai giovani ma anche un ponte tra generazioni, un’opportunità per costruire legami tra i cooperatori di ieri e quelli di oggi, un dialogo intergenerazionale che vuole renderli veri protagonisti di un cambiamento concreto. Vogliamo costruire insieme una visione del lavoro della cooperazione sociale, che sia inserita nel presente, guardi al passato, ma sia soprattutto proiettata al futuro. Puntiamo a dare un ruolo attivo ai giovani che, sempre di più, vogliono essere agenti di cambiamenti concreti impegnandosi in prima persona.
In questa prospettiva si inserisce perfettamente l’impegno di Cinemazero e di Pordenone Docs Fest, e la proiezione di “Bright Future”, cui Itaca era presente con Federico Presta, in rappresentanza del team under 35 di Generators. Quella di Bright Future è la storia di giovani che, attraverso l’arte e la musica cercano di dare voce e forma ai loro sogni, attraverso il racconto dell’estate calda della Guerra Fredda.
Siamo nel 1989 e giovani di tutto il mondo si ritrovano in Corea Del Nord per un grande festival studentesco all’insegna della pace e dell’anti-imperialismo. Immerso nelle tensioni geopolitiche della Guerra Fredda, il festival divenne un’arena culturale in cui giovani si incontravano e si confrontavano. Allo stesso tempo, rappresentò una rara occasione per sperimentare culture diverse in un mondo diviso da confini e ideologie.
Perché non si tratta solo di esprimere aspirazioni, ma di costruire un cambiamento reale, tangibile, nelle nostre comunità. L’opera di Andra MacMasters ci ricorda che il futuro non si attende, si crea ogni giorno, e che ogni giovane ha il potere di incidere nel proprio contesto.
Siamo convinti che, oggi più che mai, sia fondamentale credere nei giovani, dare loro spazio, opportunità, fiducia e strumenti per agire. I giovani possono essere veri agenti del cambiamento, nelle città in cui abitano, nei luoghi in cui lavorano e nei territori che abitano. E noi, come comunità, abbiamo il dovere di accompagnarli, ascoltarli, sostenerli nella costruzione di un futuro più giusto, democratico, inclusivo e sostenibile.
