È un compendio dei grandi temi di strettissima attualità che si dibattono nel nostro tempo convulso la giornata conclusiva del festival vicino/lontano: domani, domenica 11 maggio, la giornata conclusiva della 21^ edizione curata da Paola Colombo, Franca Rigoni e Àlen Loreti si apre con la presentazione (ore 9.30 Loggia del Lionello) del recentissimo volume “Il loro grido è la mia voce. Poesia da Gaza” (Fazi), che raccoglie i versi di dieci giovani poeti e poetesse palestinesi in gran parte scritti a Gaza, in condizioni di totale precarietà, durante la guerra di reazione israeliana al massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Una testimonianza di vitale e disperata umanità contro la violenza, curata da Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, presenti al festival in dialogo con Saskia Terzani e introdotti dalla scrittrice e giornalista Fabiana Dallavalle: il volume, con testo arabo a fronte e le traduzioni di Nabil Bey Salameh (voce e autore del gruppo di world music Radiodervish), Ginevra Bompiani ed Enrico Terrinoni, mostra la forza delle parole come tentativo di salvezza. E se tutti i palestinesi improvvisamente scomparissero, volatilizzati nel nulla come nella serie tv “The leftovers”, che accadrebbe agli israeliani, privi di nemico?  Se ne parla con la scrittrice palestinese Ibtisam Azem, corrispondente da New York per il quotidiano arabo al-Araby al-Jadeed,autrice de “Il libro della scomparsa” (Hopefulmonster ed), uno dei romanzi più innovativi del panorama letterario arabo, entrato fra i 13 candidati all’International Booker Prize 2025 grazie alla “seconda vita” donata alla pubblicazione nel 2024 dall’editore britannico And Other Stories. Sarà presentato alle 16 nell’Oratorio del Cristo insieme alla saggista ed esperta di Vicino Oriente Paola CaridiQuella a vicino/lontano è la prima tappa di un tour italiano che si concluderà al Salone del Libro. Dedicato al Medio Oriente è l’incontro “Siria: verso un nuovo califfato o progetto democratico?” (ore 18 Loggia del Lionello) con l’attivista e scrittore Karim Franceschi e il geografo Federico Venturini per riflettere su ciò che sta accadendo dopo la caduta di Assad e l’arrivo al potere dell’ex leader di Al-Qaida e Isis Abu Muhammed al-Jawlani, in una situazione geopolitica molto incerta e imprevedibile.

Nella giornata finale, vicino/lontano 2025 presenta anche “Cantata per il Cid”, prezioso volumetto in uscita per Forum editrice di Danilo De Marco e Angelo Floramo, che intreccia i ricordi e le domande di Danilo De Marco, che lo conobbe da bambino e ne fu amico per tutta la sua vita, con le riflessioni del partigiano Cid, raccolte con meticolosità da Angelo Floramo a partire dai suoi diari e dai suoi quaderni di appunti. Il Cid, all’anagrafe Sergio Cocetta, si era arruolato giovanissimo, salendo in montagna. Da partigiano era diventato commissario politico con il nome clandestino El Cid Campeador. La sua vita, il suo impegno, le sue riflessioni arrivano in forma di evento scenico a vicino/lontano oggi in prima assoluta alle 17.30, nella Chiesa di San Francesco, in “Cantata per il Cid. Scatti di libertà per i giorni che verranno” con Danilo De Marco, Angelo Floramo e Massimo Somaglino – che firma anche la regia dello spettacolo – insieme a Paolo Forte alla fisarmonica e al coro composto da Nicoletta Taricani, Miriam Foresti, Caterina De Biaggio, Eleonora Lana.

Di attualità stringente “L’attacco di Trump al sapere” (ore 18, Oratorio del Cristo), lectio magistralis del linguista di fama internazionale Raffaele Simone che spiegherà come dopo trent’anni di internet e quasi venti di smartphone, il sapere abbia ormai cambiato forma e natura. Tanto che un fatto può essere del tutto falso eppure circolare largamente come vero. E nell’epoca trumpiana della post-verità, dove è andato distrutto il criterio di autorità che dovrebbe garantire la validità dell’informazione, si sta consolidando il passaggio dai fatti ai “fattoidi”, che Trump chiama “fatti alternativi”, soprattutto riguardo a temi sensibili come il cambiamento climatico, i vaccini, l’antisemitismo, i fenomeni della politica internazionale. Mentre gli “scarti” del nostro io sono il tema della lectio magistralis del filosofo Pier Aldo Rovatti (ore 11.30 Oratorio del Cristo) “Quel che noi scartiamo”. Forse bisogna ripensare il mondo, come invita il volume “Le dieci grandi parole. Indicazioni per la vita”, libro postumo di Pierluigi Di Piazza, in uscita per Alba Edizioni in occasione di vicino/lontano 2025: oggi alle 14.15 nella chiesa di San Francesco la presentazione in anteprima nazionale a Udine, in collaborazione con Centro Balducci. Interverranno il curatore Vito Di Piazza e la teologa Cristina Simonelli, conduce la conversazione Paolo Mosanghini, vicedirettore del Messaggero Veneto. Un libro che sollecita credenti e non credenti a ripensare alla propria formazione spirituale, per cercare di attingere dalla propria interiorità profonda le energie capaci di garantire un “senso” forte alla propria esistenza.

Di alto interesse l’incontro “Homo sapiens e i suoi fratelli” (ore 10 Chiesa di San Francesco) moderato dal genetista Michele Morgante e realizzato in collaborazione con Scienz&Virgola, protagonisti il genetista Guido Barbujani e la paleoantropologa Silvana Condemi. Una conversazione che analizza i momenti di scarto nell’evoluzione umana fino all’homo sapiens, l’unica specie ad aver acquisito la capacità di modificare intenzionalmente gli ecosistemi in cui viveva per meglio adattarli alla propria esistenza, e che registra una sorprendente scoperta, quella avvenuta in Siberia nel 2010, di una terza specie umana, né Sapiens né Neanderthal, la specie umana Denisova, intorno alla quale si sofferma il recente saggio di Silvana Condemi L’enigma Denisova.

Dei nazionalismi e dei sovranismi che stanno segnando la fine della “fraternità” europea parleranno il filosofo politico Geminello Preterossi, il giornalista tedesco Daniel Schulz e il docente di geopolitica Manlio Graziano, moderati dal presidente del comitato scientifico di vicino/lontano Nicola Gasbarro: nel confronto “Europa inquieta: il rimosso ritorna” (ore 11.30 Chiesa di San Francesco) si affronta uno scenario inquietante popolato di croci celtiche, svastiche, teste rasate, tra gruppi di razzisti e antidemocratici, eredi del fascismo e neonazisti di ritorno, che esaltano la violenza, resuscitando i fantasmi di un passato che si pensava archiviato. Lo scrittore Fabio Geda (alle 15.30 in Loggia del Lionello) presenterà “La casa dell’attesa” (Laterza), in dialogo con Irene Del Rizzo. Un nuovo e intenso reportage narrativo, realizzato per Medici con l’Africa CUAMM, ambientato in Angola, nel luogo in cui le donne vanno a vivere in comunità prima del parto, per proteggere sé stesse e i loro figli dagli imprevisti dell’ultimo mese di gravidanza. 

Vicino/lontano 2025 propone infine una riflessione tra parole e musica su cosa significa insediarsi e prosperare in territori marginali percepiti come “scarti” dalla narrazione dominante: “Non esiste un posto al mondo”, l’evento di chiusura del festival (ore 20.30 Chiesa di San Francesco) con l’antropologo Andrea Staid e il cantautore Maurizio Carucci (frontman degli ex Otago): attraverso aneddoti, riflessioni antropologiche, musica e suggestioni letterarie si analizza il potenziale nascosto negli “scarti” geografici e sociali, per riconsiderare il nostro rapporto con il territorio e con le comunità che lo abitano, promuovendo un’idea di abitare proiettata verso un futuro più sostenibile ed equo.