Nel pomeriggio di ieri alle ore 14:00 il primo incontro tra le maestranze fuori dai cancelli della ex Tirso dopo lo stop praticamente definitivo al rilevamento del gruppo trevisano dell’ex fabbrica tessile di Muggia.
Incontro in cui si sono stigmatizzate tutte le preoccupazioni dei 160 lavoratori in cassa integrazione straordinaria fino a settembre 2025, con un futuro più che incerto.
Certamente l’umore dei lavoratori era più di sconforto che di rabbia, vista la repentina marcia indietro di lunedì 19 maggio del gruppo pordenonese Roncadin, a cui pochi rimproveri si possono fare, come si legge dal comunicato stampa dello stesso Gruppo e riportato dalla stessa Regione FVG: ”omissis… a partire dalla fine di marzo hanno fato emergere diverse, rilevanti ed impreviste incognite in merito all’operazione tali da non permettere di avere garanzie in merito ai costi effettivi diretti ed indiretti…e ai tempi di attuazione della cessione… omissis”.
Resta una flebile speranza, molto vaga, che si possano ricomporre le posizioni con il gruppo pordenonese che doveva rilevare e riqualificare l’azienda, trattative che solo Regione FVG e Confindustria Regionale possono attivare, come avevano già fatto, in maniera concreta e chiara.
Sempre presente la figura dell’Advisor, che aveva intercettato il gruppo Rocadin, scartando altre offerte di sola logistica per l’ex manufatto della Tirso ma con una caduta occupazionale e disoccupazione per circa 30 lavoratori su 160: questa figura, essendo ancora operativa, cercherà di trovare altri soggetti interessati alla trattativa di vendita e salvaguardare tutta l’occupazione dell’ex fabbrica.
Tutto questo sarà discusso con tutte le sigle sindacali in Regione Friuli Venezia Giulia mercoledì’ prossimo alle ore 16,00.
La preghiera dei 160 dipendenti ex Tirso che vedranno coinvolti anche i lavoratori della FLEX è che tutta la città e Provincia si stringa con loro mercoledì prossimo per salvare il futuro di 160 famiglie e quelle della FLEX.

