Molto più che un libro di storia. Un invito a riconoscere il valore della cooperazione nel lungo processo di trasformazione economica e culturale del Friuli Venezia Giulia. Un movimento che ha saputo resistere alla marginalizzazione, reinventarsi di fronte alle crisi, affrontare terremoti, sociali e fisici, e contribuire attivamente alla rinascita dei territori. Un’occasione importante per riflettere sulla memoria cooperativa, sul ruolo svolto dal movimento in Friuli Venezia Giulia e sulle sfide di oggi e di domani.
Sarà presentato mercoledì 28 maggio alle 17, nell’auditorium della biblioteca del polo scientifico de i Rizzi di Udine, “A mano a mano. Storia di Legacoop Fvg”, volume firmato da Dario Salvatore, ricercatore presso l’ateneo friulano, dove collabora con la cattedra di Storia economica, e pubblicato da Forum Editrice nella collana “Storia, economia e società in Friuli” diretta da Andrea Cafarelli.
Accanto all’autore, moderati da Paolo Mosanghini, vice direttore del Messaggero Veneto, dialogheranno Roberto Lippi, direttore della Fondazione Barberini, Mario Robiony, docente di Storia economica all’Università di Udine, Luigi Corvo, docente di Economia aziendale all’Università Milano-Bicocca, Attilio Dadda, vicepresidente di Legacoop e dell’International Cooperative Alliance e la giornalista e scrittrice Luciana Castellina. A introdurre saranno Andrea Cafarelli, curatore della collana editoriale, e la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig, mentre il saluto istituzionale sarà affidato al rettore dell’Università di Udine Roberto Pinton.
Il libro
Frutto di una lunga ricerca, il libro ricostruisce con rigore e profondità la traiettoria di Legacoop Fvg, nata nel 1967 come coordinamento regionale delle Federcoop di Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone. Una narrazione che non si limita al racconto istituzionale, ma si apre alle voci dei protagonisti, ai documenti e alle testimonianze, mettendo a nudo anche i passaggi controversi e le contraddizioni di un movimento che ha contribuito a plasmare il tessuto economico e sociale della regione.
“Mettere a nudo aspetti anche controversi della propria storia non è mai semplice – scrive Vogrig nella prefazione –, ma è un’occasione preziosa per contribuire alla costruzione della memoria collettiva”, sottolineando il valore di questo progetto come “investimento sul futuro e come strumento per restituire senso e dignità a una narrazione spesso sacrificata a letture ideologiche o mainstream”. E, in questo contesto, il libro diventa anche una “dichiarazione d’identità e un richiamo all’orgoglio di appartenere a un modello economico democratico, partecipato e intergenerazionale”.
Al termine della presentazione, aperta al pubblico fino ad esaurimento dei posti disponibili, è previsto un momento conviviale.
