Il Teatro Verdi di Pordenone festeggia quest’anno dieci anni di concerti in residenza della Gustav Mahler Jugendorchester, come l’orchestra giovanile più prestigiosa al mondo, fondata nel 1986 dal leggendario Claudio Abbado. Una partnership iniziata nel 2015 che non rappresenta un semplice anniversario, ma la conferma di un progetto culturale cheha saputo unire il talento emergente con l’eccellenza musicale, ampliando l’orizzonte culturale di Pordenone fino a renderlo parte integrante del panorama sinfonico europeo e un punto di riferimento internazionale per la creatività giovanile.
Anche quest’anno la residenza pordenonese della Gmjo – resa possibile grazie al sostegno della Regione, di PromoTurismo FVG e la collaborazione del Comune – si svolge in due momenti, con una presenza primaverile in corso fino al 18 giugno, e una seconda residenza estiva nel mese di agosto (tra il 7 e il 18) in vista del Summer Tour. Per oltre trenta giorni,suddivisi nei due periodi,l’Orchestra terrà le sue sessioni di prova al Verdi sotto il coordinamento del direttore assistente, il giovane e già affermato Christian Blex affiancato da una folta schiera di tutor.

Domani, venerdì 13 giugno, nel pieno della residenza primaverile, il direttore assistente della GMJO Christian Blex presenterà un concerto speciale nel Duomo di Venzone (ore 20.30) per confrontarsi con il repertorio più ardito del XX secolo, da Messagesquisse di Boulez al Concerto per archi di Zimmermann, temperato dall’equilibrio sinfonico di Mendelssohn, il cui impeto giovanile nella Prima Sinfonia si inserisce perfettamente nel contesto del progetto. Apre la serata l’Ouverture in re maggiore BWV 1068 di Bach con una forza che intreccia la leggerezza della scrittura francese alla solenne densità della polifonia tedesca, costruendo una sequenza di danze che dà forma a uno spazio sonoro limpido e arioso. Con Messagesquisse, Boulez concentra la scrittura sulla densità timbrica dei violoncelli, in una partitura che lavora per frammenti e gesti minimi, affidando alla materia del suono la costruzione dello spazio musicale oltre il limite della trasparenza e dell’essenzialità. Zimmermann, nel Concerto per orchestra d’archi, spinge la tensione ancora più avanti, con un’elaborazione che sovrappone piani sonori e linguaggi e che restituisce un paesaggio musicale attraversato da continue fratture e dissonanze. La Sinfonia n. 1 di Mendelssohn chiude il percorso con la forza di una scrittura giovanile già perfettamente compiuta. L’ingresso è gratuito con prenotazione consigliata su www.teatroverdipordenone.it
Atteso martedì 17 giugno, al Teatro di Pordenone, un concerto d’eccezione diretto da uno dei direttore più celebri al mondo in attività, Christoph Eschenbach. Accanto a lui, il baritono Matthias Goerne, voce tra le più carismatiche, introspettive e potenti della musica di oggi. Insieme offriranno un repertorio che intreccia la profondità spirituale di Bach con l’intensità espressiva di John Adams, esplorando il rapporto tra voce, suono e memoria. A chiudere il programma, Beethoven con la sua Ottava Sinfonia: un’opera che gioca con le forme classiche ribaltandone gli equilibri con ironia e vitalità.
Si tratta di un evento in esclusiva mondiale a Pordenone, trattandosi di una data unica e dell’unica occasione in cui Eschenbach e Goerne si incontrano con la Gmjo.
La Kreuzstab-Kantate BWV 56 di Bach, affidata alla voce di Goerne, apre il concerto con l’essenzialità di una meditazione in musica sul viaggio e sul peso dell’esistenza, mettendo in scena la figura del viandante con la precisione di un’architettura espressiva che tiene insieme retorica luterana e introspezione teatrale, dove la voce solista ha il compito di reggere l’intero arco drammatico. Nella partitura di Adams, The Wound-Dresser, la centralità della voce si sposta su un altro piano: la parola poetica di Walt Whitman si fa canto trattenuto, luogo della cura e della memoria, mentre la scrittura orchestrale, rarefatta e tesa, costruisce un tempo sospeso dove il racconto si consuma mentre la musica suggerisce una sorta di “immobilità emotiva”, lasciando che la tensione si accumuli senza mai esplodere. Chiude il concerto la Sinfonia n. 8 di Beethoven, opera che nell’apparente brevità concentra l’energia di una scrittura tersa, capace di piegare la forma classica a un continuo gioco di tensioni interne. Biglietti in vendita online su www.teatroverdipordenone.it e in Biglietteria.
Residenza e concerti proseguiranno nel mese di agosto.