Il weekend di Folkest si apre venerdì 11 luglio con un nuovo appuntamento musicale – all’interno della programmazione di Palchi nei Parchi – in cui si incontrano Italia e Inghilterra. Al Bosco Romagno di Cividale Del Friuli, infatti, alle ore 21.00 saliranno sul palco il musicista friulano Lino Straulino, uno dei più significativi musicisti friulani, e il cantautore inglese Allan Taylor, ben noto cantautore anglosassone celebre per la sua voce immediatamente riconoscibile, dolcissima e scura, e il suo stile chitarristico personale.
Folkest, per la direzione artistica di Andrea Del Favero, è realizzato dall’Associazione Culturale Folkgiornale ETS, grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, dei comuni di San Daniele del Friuli e di Udine, di Banca 360 e degli Enti Locali degli oltre trenta comuni del Friuli Venezia Giulia coinvolti, di Abaco Viaggi, Cantina Tavagnacco, Cooperativa Itaca.
Gli Artisti
Lino Straulino
Lino Straulino è uno dei più significativi musicisti friulani. Originario della Carnia, molto coinvolto nella scena della rinascita della musica popolare in Friuli, parallelamente ha avuto una significativa carriera solistica che l’ha portato a incidere un gran numero di dischi, raccogliendo molti consensi di critica e di pubblico. Ha collaborato con altre importanti realtà musicali della regione, come gli FLK e LA Sedon Salvadie, della cui formazione fa ancora oggi parte. La sua vena poetica e il suo deciso e caratteristico stile chitarristico lo pongono al centro della scena musicale friulana odierna.

Allan Taylor (Inghilterra)
Consumato intrattenitore, ma anche tessitore di storie nelle quali la grazia trobadorica si fonde con racconti di vita vissuta, di eroi sconosciuti e di esistenze bruciate, Allan Taylor continua a riproporsi al pubblico di tutto il mondo con la sua caratteristica voce, immediatamente riconoscibile, dolcissima e scura, e il suo stile chitarristico personale. Nel corso degli anni il suo album The Traveller vince il Grand Prix du Disque de Montreaux come miglior disco europeo dell’anno, mentre nel 2001 Colour to the Moon raccoglie unanimi consensi per la grande maturità compositiva, a testimonianza dell’altissima qualità compositiva che ha caratterizzato e continua a segnare l’intera carriera di questo grande artista. Hotels and Dreamers, premiato come miglior disco dell’anno in Germania, raccoglie un pugno di canzoni di straordinaria intensità, che si aggiungono al vecchio canzoniere di Taylor che, è giusto ricordarlo, sono state riprese da oltre cento artisti di varie nazionalità nel mondo intero; la sola It’s Good to See You è stata reinterpretata più di una sessantina di volte, in dieci lingue differenti. Leaving at Dawn, uscito nell’aprile del 2009, ci presenta un ritorno a un modo compositivo ed esecutivo molto vicino al folk degli anni Sessanta e Settanta del quale è un maestro riconosciuto, insieme con Richard Thompson e Dick Gaughan. La sua poesia è fatta di chilometri macinati sulle strade del mondo e di persone incontrate o solamente incrociate: ogni sua canzone è una fotografia, il racconto di una vita al bar davanti a una birra o un buon bicchiere di vino. E come le storie raccontate in questo modo, le sue canzoni sembrano poi aver fatto da sempre parte della sua vita.
Come afferma Allan all’inizio di ogni suo concerto, Sit back and enjoy the journey.