Si avvia a conclusione la prima fase del progetto espositivo 1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo che, fino a metà novembre, permetterà di approfondire la figura e l’attività di Ado Furlan, scultore pordenonese che ha segnato il Novecento friulano, ma ebbe un ruolo significativo anche a livello nazionale, grazie alla sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana tra gli Anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso.

A 120 anni dalla sua nascita, la Fondazione Ado Furlan, istituita proprio per promuovere la conoscenza della sua opera, rende omaggio allo scultore tra Pordenone, suo luogo di nascita, e Spilimbergo, dove l’artista ha trascorso gli ultimi anni di vita.

GLI AMICI DEL NORDEST. Proseguirà fino al 12 luglio, Lo scultore e gli amici del Nord-Est, allestita a Pordenone, negli spazi di Casa Furlan (via Mazzini 51-53; orario: da martedì a venerdì 17-19.30, sabato 10-12.30 e 17-19.30). La mostra, che si propone di far conoscere al pubblico dipinti, disegni e stampe di alcuni amici artisti friulani e veneti di Furlan (Eugenio Polesello, Giovanni Giuliani, Giovanni Toffolo detto ‘Anzil’, Antonio Carestiato e Italo Michieli), vivrà poi una seconda fase.

Sarà, infatti, aperta nuovamente in occasione di pordenonelegge (dal 17 al 21 settembre) e, poi, dal 4 ottobre al 15 novembre, in contemporanea con l’ultima esposizione, Una famiglia, una casa, una strada, che animerà sempre gli spazi di via Mazzini (orario: da martedì a venerdì 17-19.30, sabato 10-12.30 e 17-19.30). Punto di riferimento per letterati e artisti, nonché sede della prima galleria d’arte pordenonese (intitolata Il Camino), casa Furlan fu demolita nel 1967 per lasciar posto alla palazzina Stendhal, tuttora esistente, realizzata su progetto del figlio architetto Gian Luigi, detto Giannino (1935 – 1997). La rassegna intende ripercorrere la storia della famiglia Furlan, ma anche analizzare le trasformazioni architettonico – urbanistiche che hanno interessato la strada da metà ‘800 fino ai giorni nostri.

A SPILIMBERGO. Nel frattempo, la Fondazione Ado Furlan, in collaborazione con il Comune di Spilimbergo, è al lavoro per l’esposizione principale del programma, Le sculture ultime, che prenderà vita negli spazi di Palazzo Tadea, in Castello, dal 27 settembre al 16 novembre (orario: sabato e domenica 10-13 e 15-19) e permetterà di ammirare le opere alle quali Furlan stava lavorando prima di morire; sarà corredata di un catalogo curato da Caterina Furlan e pubblicato da Forum Editrice Universitaria Udinese.

Nel 1965, Furlan si trasferì con la famiglia nella città del mosaico, in un’ala del castello oggi sede della Fondazione a lui intitolata. Dopo un lungo periodo di silenzio, la mostra dedicatagli nel 1968 dalla Pro Spilimbergo, presieduta all’epoca da Italo Zannier, lo indusse a riprendere l’attività, impostando una serie di nudi femminili ai quali stava ancora lavorando quando morì, nel giugno del 1971. Fuse in bronzo per iniziativa dei familiari, queste opere saranno esposte nel loro insieme e per la prima volta in Friuli. Faranno da contrappunto una serie di pannelli tratti dalle riprese fotografiche del suo studio, realizzate proprio da Zannier pochi mesi dopo la sua scomparsa.

LA PERMANENTE. Dal 2 agosto al 16 novembre, infine, sarà visitabile (sempre a Palazzo Tadea) anche la permanente Percorsi nella scultura italiana (aperta sabato e domenica, ore: 10-12.30/17-19.30). La rassegna è articolata in tre sezioni: si apre con il periodo 1841-1942, dove trovano spazio opere di Furlan, ma anche di Antonio Marsure e Luigi De Paoli; la seconda parte è dedicata interamente a Furlan, mentre la terza – Percorsi nella scultura italiana contemporanea 1958-2001 – rende omaggio a Nicola Carrino, Pietro Cascella, Carlo Ciussi, Piero Gilardi, Lorenzo Guerrini, Teodosio Magnoni, Massimo Poldelmengo, Giò Pomodoro, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini e Nane Zavagno.

LO SCULTORE. Nato a Pordenone nel 1905 e formatosi all’Accademia di Venezia, Ado Furlan è stato uno dei protagonisti della scultura friulana del Novecento sia con la produzione di ritratti e bronzetti di figura sia con un’importante attività monumentale. Oltre a varie opere di carattere religioso e funerario, ha eseguito statue, bassorilievi ed elementi decorativi per la Casa del Balilla, per la Casa del Mutilato e per la Casa del Fascio a Pordenone.

La sua sfera d’azione è stata, tuttavia, nazionale, come dimostra la sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana a cavallo tra gli Anni ‘30 e ‘40: una sua scultura fu esposta, nel 1933, alla V Triennale di Milano, il momento più innovativo d’incontro tra progettazione architettonica e decorazione artistica di tutto il periodo; una sua testa fu accettata alla II Quadriennale romana del 1935, mostra nella quale l’arte del ventennio fascista fece i conti con il tonalismo pittorico e l’arcaismo scultoreo. Inoltre, un suo ritratto – Il Pescatorello – esposto alla X Mostra del Sindacato Interregionale del Lazio del 1942 fu acquistato dal re Vittorio Emanuele III.

Vincitore della borsa di studio Marangoni, bandita dal Comune di Udine, tra il 1939 e il 1942 soggiornò a Roma, unendosi agli esponenti della seconda Scuola romana. Amico fraterno di Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli, lavorò nei principali cantieri del regime, realizzando – su commissione di Luigi Moretti – diversi bozzetti e modelli di fontane destinate al Foro Mussolini (fontana del Cinghiale e dei Lupi) e all’E42 (fontana della Fauna e della Flora dell’Impero).

Nel dopoguerra, ritiratosi a Pordenone, continuò una ricerca plastica di dimensione più privata, raggiungendo esiti di sofisticato lirismo. Il suo trasferimento a Spilimbergo coincise con un periodo di rinnovata attività creativa, stimolata dal vivace ambiente culturale locale e dalla mostra antologica dedicatagli dalla Pro Spilimbergo nel 1968. Poco prima della morte, nel 1971, conobbe e ritrasse il poeta Ezra Pound. Si cimentò anche nella medaglistica, partecipando alla Triennale italiana della medaglia d’arte (Udine 1970).

Il suo studio, da poco restaurato, si conserva nell’ala del castello di Spilimbergo oggi sede della Fondazione Ado Furlan. Il vasto ambiente, un tempo ricovero per le carrozze, confina con una delle sale al piano terra dell’adiacente palazzo Tadea, di proprietà dell’amministrazione comunale. Concessi in uso alla Fondazione, ora questi spazi ospitano una mostra permanente di scultura italiana dall’Ottocento ai primi anni Duemila, che include opere dello stesso Furlan.

I PARTNER. Le tre esposizioni inserite nel programma 1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo sono state rese possibili grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura. Alla buona riuscita delle stesse hanno contribuito i partner: Comune di Spilimbergo, Comune di Pordenone, Università degli Studi di Udine, CRAF – Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, Istituto d’Istruzione Superiore Il Tagliamento di Spilimbergo e Associazione Tetra-Paraplegici FVG ODV – Udine.

Le mostre sono patrocinate dai Comuni di Pordenone e di Spilimbergo, dall’Università degli Studi di Udine e dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Pordenone.

LA FONDAZIONE. La Fondazione Ado Furlan è stata istituita con lo scopo di promuovere la conoscenza dell’artista pordenonese, ma anche della scultura antica, moderna e contemporanea e delle arti visive in genere. Attiva come associazione dal 1992, è stata riconosciuta come soggetto giuridico dalla Regione nel 2004. Ha organizzato numerose mostre dedicate all’arte antica e alle maggiori espressioni dell’arte contemporanea, italiana e straniera, con particolare riguardo alla scultura.

Nel 2005, ha collaborato con vari enti e istituzioni alle celebrazioni per il centenario della nascita di Ado Furlan. Precedute da un convegno di studio, organizzato nel 2004 dal Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università degli Studi di Udine, le iniziative si sono concretizzate in tre importanti rassegne dedicate all’opera e ai rapporti di Furlan con gli ambienti artistici veneto e romano.

Nel 2008, la Fondazione ha sottoscritto un accordo di collaborazione scientifica con l’Ateneo friulano per la realizzazione di esposizioni, convegni e iniziative editoriali in sintonia con le finalità previste dallo statuto. Dal 2011 usufruisce degli spazi espositivi permanenti a palazzo Tadea, resi disponibili dal Comune di Spilimbergo.