Presentato a Le(Serre il progetto triennale che unisce teatro, formazione e comunità per dare voce ai caregiver. In programma, per la prima annualità, un laboratorio gratuito, una lettura scenica e una tavola rotonda

È stato presentato negli spazi de Le(Serre — centro di produzione culturale alle porte del capoluogo friulano —, il progetto CARE – Percorso teatrale ed espressivo per caregiver, un’iniziativa unica nel suo genere che coniuga arte, teatro e cura, con l’obiettivo di dare visibilità, ascolto e riconoscimento a una figura tanto centrale quanto spesso invisibile nella nostra società: il caregiver familiare. Organizzato e promosso dall’associazione Zeroidee e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il progetto triennale, ideato e curato da Klaus Martini, nasce dall’urgenza di restituire dignità a un’esperienza complessa e trasformativa come quella dell’assistenza a una persona cara affetta da gravi problemi di salute.

COME NASCE IL PROGETTO – CARE prende origine da un percorso di confronto durato quasi due anni tra Daniela Fattori, alle prese con la malattia invalidante del marito, e Klaus Martini, attore e amico che ha scelto di accompagnarla in questo cammino. A partire da questo scambio profondo Daniela scrive Briciole, un testo teatrale intimo e toccante che racconta la quotidianità di una famiglia immersa nella fragilità. Proprio da Briciole emerge l’urgenza di dare voce e supporto a chi si prende cura degli altri. CARE si sviluppa così come un progetto che unisce teatro, ascolto e formazione, offrendo uno spazio protetto in cui i caregiver possano riconoscersi, esprimersi e condividere la propria esperienza. I caregiver, spesso familiari che si trovano in una posizione non scelta e complessa, affrontano un cambiamento di vita radicale per accompagnare e sostenere persone malate o in difficoltà. Questo progetto culturale intende esplorare il loro ruolo, valorizzandone la funzione e promuovendo percorsi di sensibilizzazione, formazione e riflessione. CARE vuole contribuire alla diffusione di un modello di supporto sociale: uno spazio d’ascolto, ricerca e creazione, che apra a nuove prospettive. CARE è, prima di tutto, un percorso umano: un tempo protetto in cui i caregiver possono fermarsi, respirare, esplorare il proprio vissuto attraverso il corpo, la voce e la narrazione, trasformandolo in qualcosa di condivisibile e liberatorio.

IL LABORATORIO GRATUITO – Il laboratorio prenderà il via martedì 2 settembre e si svolgerà ogni martedì fino al 4 novembre a Le(Serre, a Campoformido (strada dell’Artigiano 26). Sono previsti dieci incontri, sempre dalle 18 alle 20, per un piccolo gruppo (massimo 15 partecipanti), selezionato per garantire un clima di fiducia, intimità e ascolto autentico. Gli incontri combineranno tecniche teatrali, scrittura scenica, improvvisazione, esercizi sul respiro, la voce e il movimento, in un contesto non giudicante e privo di finalità performative. La partecipazione è gratuita, ma è richiesta la prenotazione via email a [email protected] entro il 23 agosto.

GLI OSPITI – Durante il percorso laboratoriale, sono previsti momenti speciali curati da professionisti del settore. Laura Giavon guiderà un’esperienza dedicata alla voce e alla coralità: un viaggio dal respiro al suono, in cui il gruppo costruirà una propria identità sonora. Nicoletta Oscuro e Hugo Samek, invece, accompagneranno i partecipanti in due incontri dedicati al corpo in movimento e alla danza come espressione spontanea, autentica e liberatoria, riscoprendone la dimensione relazionale e non performativa.

OLTRE IL LABORATORIO – CARE non si esaurirà nell’esperienza laboratoriale ma si aprirà alla comunità, stimolando il dialogo tra ambiti diversi. Il 17 ottobre, alle 18.30, a Le(Serre, andrà in scena il primo studio teatrale “Briciole” scritto da Daniela Fattori e interpretato da Klaus Martini, Nicoletta Oscuro e Gilberto Innocenti.

Il 9 novembre, dalle 10 alle 13, sempre a Le(Serre, è in programma una tavola rotonda aperta al pubblico. Parteciperanno caregiver, operatori socio-sanitari, psicologi, educatori, artisti e professionisti del settore, in un confronto attivo e partecipato volto a costruire una rete di sostegno e consapevolezza attorno al valore della cura.

CULTURA E SOCIALE – CARE rappresenta un passo importante verso un modello di supporto culturale e sociale partecipato, inclusivo e valorizzante. In un’epoca in cui il prendersi cura è sempre più una responsabilità condivisa, l’arte diventa veicolo di trasformazione, accoglienza e riconoscimento. Il teatro, in questo contesto, non è spettacolo, ma luogo vivo in cui esperienze complesse possono essere raccontate, attraversate e — forse — comprese.