A un anno dall’inaugurazione del primo punto per raccogliere gli oli alimentari esausti nelle isole ecologiche stradali, Comune di Trieste e AcegasApsAmga rispondono al grande successo del nuovo servizio raddoppiando i contenitori, arrivando a circa 50 postazioni in città

A un anno di distanza dalla posa del primo contenitore color giallo zafferano, Comune di Trieste e AcegasApsAmga confermano il successo dell’iniziativa per la raccolta stradale degli oli alimentari esausti, raddoppiandone il numero di postazioni. 

Questa mattina Michele Babuder, assessore alle Politiche del Territorio, e Luca Vascotto, per i Servizi Ambientali AcegasApsAmga, hanno annunciato in Riva Ottaviano Augusto il completamento della posa dei nuovi contenitori, che passano così da 22 a 48.

Raddoppiato il servizio di raccolta oli

“Il servizio di raccolta oli esausti inaugurato lo scorso anno ha avuto un grande successo”, ha esordito l’assessore Michele Babuder: ”Allorché Comune di Trieste e AcegasApmAmga posizionarono i primi 22 appositi contenitori in alcune isole ecologiche della città. Nei primi sei mesi del 2024 sono state raccolte quasi sette tonnellate e altrettante nella prima metà del 2025 a testimonianza del grande consenso da parte della cittadinanza. Il servizio è stato quindi raddoppiato con un totale di 48 contenitori attualmente distribuiti sul territorio. Per conferire l’olio è sufficiente una normale bottiglia di plastica che in questo modo risulta a sua volta riciclabile”.

“L’iniziativa è importante perché l’olio non conferito correttamente è molto inquinante per il mare”, ha aggiunto per AcegasApmAmga Luca Vascotto: “La sua raccolta tutela l’ambiente anche sotto un altro punto di vista. Con le nuove tecnologie è possibile ricavare dall’olio esausto un biocarburante HVO che non è più sperimentale, bensì sempre più diffuso a livello commerciale, e utilizzabile anche sui motori diesel di nuova generazione. Anche una parte della flotta dei mezzi di trasporto di AcegasApmAmga ne fa uso, riducendo consumi, impatto ambientale e per proprietà transitiva anche impatto economico”.

A luglio 2024 era stata posizionata una ventina di contenitori per la raccolta degli oli alimentari esausti, molto richiesti in questi ultimi anni dai cittadini, sempre più consapevoli di quanto l’olio sia un rifiuto molto inquinante e che il suo corretto conferimento non sia facoltativo.

A un anno dalla prima posa, i nuovi contenitori hanno permesso di recuperare oltre 14 tonnellate di oli esausti: 7,5 nel 2024 e 6,7 nei primi 7 mesi del 2025. Complessivamente la raccolta degli oli a Trieste è passata da 27 tonnellate del 2023, quando si poteva conferire solo nei 4 centri di raccolta, a oltre 31 tonnellate del 2024 (comprensive della raccolta nei contenitori e nei centri di raccolta). 

Modalità di raccolta

Il conferimento dell’olio alimentare esausto, grazie ai nuovi contenitori AcegasApsAmga, è molto semplice in quanto può essere effettuato con qualsiasi bottiglia di plastica che va riposta direttamente nel contenitore. È importante ricordare di usare solo bottiglie di plastica, mai in vetro, e di riempirle con l’olio freddo.

I nuovi contenitori possono contenere anche 2-300 bottiglie da 1 litro e sono stati installati con protezioni e ancoraggi a terra per resistere ad eventuali agenti atmosferici o elementi esterni che potrebbero ribaltare il contenitore stesso. 

Il servizio è organizzato con il “conferimento a bottiglia”, mentre la raccolta avviene con le modalità “vuoto per pieno”: in questo modo, a ogni giornata di raccolta i contenitori vengono sostituiti con altri cassonetti lavati e igienizzati presso gli impianti del fornitore, evitando eventuali problemi di deterioramento o imbrattamento degli stessi o attività di lavaggio da eseguire in strada con relativo disagio per il traffico veicolare o pedonale. Inoltre, l’olio alimentare esausto può essere conferito anche presso i Centri di Raccolta che AcegasApsAmga gestisce nel territorio.

Un rifiuto altamente inquinante da non disperdere nell’ambiente

Trattandosi di un rifiuto molto inquinante, ma anche molto diffuso negli usi quotidiani domestici (dalle fritture agli scarti degli alimenti sott’olio), è importante raccoglierlo correttamente e non disperderlo nell’ambiente. La raccolta degli oli tramite i contenitori è nata proprio con l’idea di venire incontro ai cittadini e semplificare il conferimento di questo rifiuto, collocando capillarmente i contenitori nelle isole ecologiche di tutte le circoscrizioni. 

L’olio disperso va a contaminare le falde acquifere o, se buttato nel lavandino, oltre a rischiare di intasare le tubature di casa, richiede una lavorazione maggiore per la depurazione delle acque reflue. Si tratta di un costo che ricade su tutta la comunità, mentre l’olio alimentare raccolto e riciclato, diviene un valore grazie al circuito virtuoso dell’economia circolare.

Il progetto HOVE: mezzi ambientali “ad olio”

Raccogliere gli oli usati è un’importante abitudine che permette sia di tutelare le risorse idriche, sia di produrre carburante sostenibile. L’olio esausto dei triestini, infatti, rientra nel circolo virtuoso del progetto HOVE (Hera Oli Vegetali Esausti): grazie a un accordo tra il Gruppo Hera ed ENI, gli oli esausti vengono utilizzati come componente per la produzione di biocarburante. 

L’olio raccolto nei vari comuni italiani viene inviato alla raffineria ENI a Marghera, dove diventa una componente nella produzione del biodiesel. Non solo quindi un rifiuto potenzialmente inquinante viene riciclato, ma è una componente che sostituisce l’utilizzo di combustibile fossile: il biodiesel prodotto in questo modo, noto come HVO, è composto per circa il 30-40% da oli alimentari esausti trattati e per il restante da diesel standard. Se 1 litro d’olio disperso nell’ambiente può inquinare fino a 1.000 m2 di mare, può anche contribuire a produrre 1 litro di biocarburante se conferito correttamente. 

Anche a Trieste, una parte della flotta dei mezzi di AcegasApsAmga impegnata nella gestione dell’igiene urbana utilizza biodiesel HVO, grazie ai distributori che mettono a disposizione questo carburante in città: è quindi possibile che anche l’olio raccolto dai triestini stia facendo circolare i mezzi dei servizi ambientali di Trieste.