L’iconico rifugio antiaereo nel cuore di Trieste ospiterà l’installazione sonora e luminosa delle artiste Ana Shametaj e Giuditta Vendrame

TRIESTE – Si chiama “ZONA | Border Lines” l’installazione immersiva che riattiverà i cinquecento metri di gallerie sotterranee di Kleine Berlin a Trieste (ingresso da via Fabio Severo, di fronte al civico 11) dal 3 al 12 ottobre 2025. L’installazione immersiva di suono e luce – una produzione di Kokoschka Revival, realizzata con il supporto di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Creative Industries Fund NL, firmata dalle artiste Shametaj-Vendrame (Biennale di Architettura 2023, Padiglione Italia) – è stata presentata ufficialmente il 2 ottobre, sarà uno degli eventi di terra della Barcolana e parte del programma Go25!&Friends. «Con questo progetto artistico vogliamo riportare al pubblico Sot Glas – che nel 2023 era rimasta aperta solo tre giorni, attirando però oltre mille visitatori – e dare nuova vita a River Chants. Per farlo apriremo un altro tratto delle gallerie di Kleine Berlin, quello che conduce al Tribunale, trasformandolo in uno spazio inedito capace di offrire un’esperienza visiva e sonora davvero unica», hanno spiegato le due artiste. “River Chants” è anche il nome di un documentario che non sono sarà visibile al Kleine Berlin, ma andrà in onda domenica 5 ottobre alle 9.45 circa su Rai3 e in replica mercoledì 8, alle 21.15, su Rai3 bis, per poi essere disponibile su Rai Play.

LO SPAZIO ESPOSITIVO E LE OPERE – Rifugio antiaereo costruito nel 1943 durante la Seconda guerra mondiale, luogo difensivo e oscuro, come la storia collettiva inconscia delle comunità che hanno abitato questa regione di confine, Kleine Berlin, è un luogo iconico e nascosto nel cuore di Trieste, che si aprirà nuovamente al pubblico per ospitare un progetto che rappresenta la sintesi delle ricerche condotte dalle artiste: “Sot Glas” e “River Chants”, in cui hanno affrontato il confine italo-sloveno attraverso i canti popolari, considerando la musica e il suono come canale, sconfinamento e paesaggio. «Attraverso luce e suono, il percorso espositivo invita a riflettere e a dialogare su questioni urgenti della contemporaneità: dalla memoria storica della guerra alle migrazioni», hanno sottolineato.

SOT GLAS – Nella sezione delle gallerie italiane sarà possibile trovare “Sot Glas” (dal friulano sot “sotto” e dallo sloveno glas “voce”), che conduce a un movimento introspettivo, in uno spazio viscerale e uterino. Prodotta nel 2023 (nell’ambito di “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri”, e ospitata nel Padiglione Italia. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Fosbury architecture) «l’opera si concentra sulla memoria orale e femminile, esplorando il potenziale delle tradizioni popolari di custodire e ridefinire identità culturali in un territorio di confine. Un confine doloroso, che divide ma al tempo stesso mette in contatto e contamina con altre culture». Oggi la frontiera italo-slovena è attraversata quotidianamente da migranti, in auto o a piedi, come ultima tappa della rotta balcanica. La drammaturgia sonora spazia da canti multilingue del territorio, dove testi e melodie si intrecciano, a canti di migrazione e abbandono, di guerra e di pace, ninna nanne e filastrocche.

RIVER CHANTS – Nella sezione delle gallerie che conduce al tribunale trova spazio un estratto di “River Chants”, ampliamento della ricerca sui canti popolari legati all’acqua, ai fiumi, ai mari e ai loro suoni. Formalizzato per la prima volta in un’installazione sonora alla Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo nel 2024 (nella programmazione del Festival Onde Mediterranee, quale iniziativa di avvicinamento all’evento “GO!2025 Nova Gorica/Gorizia Capitale europea della cultura 2025), «l’opera esplora fragilità e squilibri del presente: dalla crisi climatica alle migrazioni, tracciando relazioni idriche tra geografie distanti e corpi in movimento. Alla fine di questa galleria, proprio sotto il tribunale, si invitano gli spettatori a una riflessione sulla giustizia», hanno precisato Shametaj e Vendrame. Qui è collocato un cannone sonico – dispositivo acustico a lungo raggio, solitamente usato come un’arma e strumento di allontanamento – che riproduce due canti eseguiti da donne della comunità pashtun di Trieste e di quella bengalese di Monfalcone. La dolcezza delle loro voci disarma il cannone sonico sovvertendo la sua funzione. Il processo creativo e la ricerca dietro a River Chants sono raccontati anche in un documentario omonimo, esposto in un’altra sala del percorso.

INFO, SICUREZZA E ABBIGLIAMENTO – “ZONA | Border Lines” sarà visitabile dal 3 al 12 ottobre (3 ottobre, dalle 17 alle 22; 4 e 5 dalle 11 alle 12.30 e dalle 15 alle 22; 6 chiuso; 7 dalle 15 alle 19; 8 e 9 dalle 17 alle 21.30; 10 dalle 17 alle 22; 11 e 12 dalle 11 alle 12.30 e dalle 15 alle 22). È consigliata la prenotazione e l’acquisto del biglietto sulla piattaforma eventbrite.it (intero 7 euro; ridotto 4 euro per gli under 26; gratuito per gli under 10). Per l’accesso al bunker è richiesto indossare delle scarpe chiuse e antiscivolo e una felpa, la temperatura è di 15 gradi con un’umidità del 90% e l’ambiente è bagnato. Si sconsiglia la visita a persone con forte disabilità motoria.

“ZONA | Border Lines” – L’installazione, firmata dalle artiste Ana Shametaj e Giuditta Vendrame è una produzione di Kokoschka Revival, realizzata in co-organizzazione con il Comune di Trieste, nell’ambito di Go!2025&Friends e Barcolana, con il sostegno di:

Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Creative Industries Fund NL; in collaborazione con Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival, Klanglicht (Festival di suono e luci, Graz), Casa della Musica, CAT (Club Alpinistico Triestino), ZRC-SAZU (Istituto di etnomusicologia di Lubiana).