Basandosi su un’indagine interdisciplinare condotta sugli insegnanti europei, GoStudent ha analizzato l’ammontare del lavoro non retribuito che sta gravando sul sistema educativo italiano e sui paesi europei limitrofi. I dati mostrano quanti giorni vengono lavorati “gratis” ogni anno e come strumenti di intelligenza artificiale possano contribuire ad alleggerire il carico.
- In Italia, gli insegnanti lavorano l’equivalente di 54 giorni gratis prima di percepire lo stipendio: il primo “giorno retribuito” è il 27 novembre¹.
- Il 54% degli insegnanti italiani afferma che le lunghe ore di lavoro mettono a dura prova il proprio benessere mentale.
- Più di un terzo (35%) soffre di ansia a causa del rientro a scuola dopo le vacanze.
- Anche durante le vacanze, gli insegnanti italiani dedicano oltre 130 ore a un lavoro scolastico non retribuito.

Secondo una nuova analisi condotta da GoStudent, gli insegnanti lavorano ben oltre l’orario contrattuale e, spesso, senza retribuzione. La metà degli insegnanti dichiara che la carenza di personale li costringe a lavorare più ore: dato che mette in contrasto la realtà delle aule con l’impegno del governo di assumere 48.504 docenti per l’anno scolastico 2025/26.
Attraverso un sondaggio condotto in tutta Italia e un’analisi dettagliata dell’utilizzo delle ore, la ricerca calcola la reale portata del lavoro non retribuito: dalle serate ai fine settimana e alle cosiddette “festività”. L’analisi mostra inoltre quante ore extra gli insegnanti lavorano, in quali attività viene impiegato maggiormente il tempo e identifica la data in cui smettono definitivamente di lavorare gratuitamente.
I risultati rivelano un sistema basato su un lavoro “invisibile”, che lascia gli insegnanti sottopagati, sovraccarichi e gli studenti a rischio, a causa dell’aumento di stress, burnout e abbandono scolastico.
Potete leggere il report completo al seguente indirizzo: https://www.gostudent.org/it-it/blog/le-ore-non-pagate-degli-insegnanti

La retribuzione degli insegnanti italiani inizia finalmente il 27 novembre
Dal primo suono della campanella dell’anno scolastico fino al 27 novembre 2025, gli insegnanti italiani lavoreranno, di fatto, gratuitamente. Questa data viene calcolata sommando le ore di straordinario non retribuite che gli insegnanti dichiarano ogni settimana durante il periodo scolastico, più le ore a cui continuano a rinunciare durante le vacanze. Se si confrontano queste ore extra con gli stipendi medi, il risultato è più di due mesi di lavoro non retribuito, l’equivalente di 54 giorni lavorativi persi prima che, finalmente, arrivi lo stipendio.
Le pause previste per il recupero vengono consumate dalla pianificazione delle lezioni e dalla correzione dei compiti, mettendo a dura prova il benessere degli insegnanti.
Sebbene vengano chiamate “vacanze”, per gli insegnanti questo periodo è tutt’altro che una pausa. Durante le 17 settimane di vacanze scolastiche, gli insegnanti italiani dedicano più di 130 ore alla pianificazione delle lezioni, alla correzione e alla preparazione dei compiti. Invece di riposare, queste settimane sono il momento in cui in molti si preparano per il trimestre successivo, assicurandosi che lezioni, risorse e aule siano pronte prima del ritorno degli studenti. Durante le vacanze, quasi un quarto del lavoro straordinario è dedicato alla pianificazione delle lezioni (24%), un altro 22% alla correzione dei compiti e un 13% allo sviluppo professionale. La preparazione delle gite e di attività extracurricolari rappresentano insieme quasi un quinto del totale. La preparazione del programma scolastico, il controllo delle risorse disponibili, l’analisi dei dati e persino l’allestimento delle aule intaccano quello che dovrebbe essere riposo e recupero.
Queste pause, vitali sia per il benessere che per il rendimento, vengono sistematicamente negate. Al termine delle vacanze, più di un terzo degli insegnanti (35%) dichiara già di temere il ritorno a scuola.

Gli insegnanti italiani aggiungono in media 12 ore extra ogni settimana al carico di lavoro contrattuale.
Durante la giornata scolastica, non ci sono abbastanza ore per coprire tutte le attività, perciò gli insegnanti si portano il lavoro a casa. Durante l’anno scolastico, questo significa che vengono lavorate quasi 12 ore extra ogni settimana. La quota maggiore di questo lavoro straordinario è occupata dalla correzione dei compiti (13%), seguita dalla pianificazione delle lezioni con il 12%, mentre le riunioni con il personale rappresentano il 10%. Insieme, queste tre attività consumano più di un terzo di tutto il lavoro non retribuito.
Questi non sono impegni facoltativi. Queste attività sono il fondamento di lezioni efficaci e di classi ben seguite. Ma lavorare alla sera, nei fine settimana e durante le cosiddette festività, ha un costo personale importante, con oltre la metà degli insegnanti (54%) che afferma che le lunghe ore di lavoro hanno un impatto sulla propria salute mentale.
Gli insegnanti stanno perdendo fiducia nel sostegno del governo: l’81% chiede maggiori finanziamenti.
Quasi la totalità degli insegnanti italiani afferma che il governo non stia facendo abbastanza per compensare o affrontare il problema degli straordinari e oltre la metà (58%) attinge regolarmente al proprio portafoglio per finanziare il materiale scolastico.
L’impatto umano è inevitabile: esaurimento, stress, risentimento e una professione che perde talenti. Senza un intervento, le scuole continueranno a perdere insegnanti qualificati, lasciando il futuro dei bambini incerto a causa di un sistema che dipende dal lavoro non retribuito.
L’intelligenza artificiale potrebbe alleggerire il carico di lavoro, ma il 66% degli insegnanti non riceve una formazione adeguata.
Nonostante il quadro desolante, si intravede un barlume di sollievo. Gli insegnanti italiani sono più aperti di molti colleghi europei all’utilizzo dell’intelligenza artificiale: più della metà (58%) crede infatti che l’IA sarà cruciale per la vita professionale futura degli studenti. Tuttavia, secondo il Future of Education Report di GoStudent, solo il 34% degli insegnanti italiani è preparato a insegnare l’intelligenza artificiale; un gap che si amplia maggiormente nelle scuole pubbliche, dove la formazione scende al 24%.
Gli esperti di GoStudent ritengono che l’intelligenza artificiale non dovrebbe sostituire il ruolo degli insegnanti, ma alleggerirli. Redigere un piano di lezioni, elencare risorse, creare banche dati per la valutazione, analizzare dati anonimizzati o scrivere lettere amministrative può far risparmiare tempo prezioso.
“Il tempo è la risorsa più preziosa in qualsiasi classe“, afferma Felix Oswald, CEO e co-fondatore di GoStudent. “Gli insegnanti non possono continuare a lavorare ore non conteggiate contrattualmente. Denunciando la portata del problema e offrendo soluzioni pratiche e sicure per recuperare tempo, possiamo iniziare a restituire agli insegnanti le loro serate, i loro fine settimana e le loro vacanze. Meritano di meglio. Come anche i loro studenti.”
¹Considerando come primo giorno scolastico l’8 settembre 2025.