Riconoscere precocemente questo disturbo dell’apprendimento consente di mettere a punto un Piano didattico personalizzato
La dislessia è un disturbo che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e fluente. Rientra nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) come la disortografia, la disgrafia e la discalculia (spesso presenti contemporaneamente) e colpisce circa il 3,5 per cento della popolazione scolastica. Questa condizione è dovuta a un’alterazione neurobiologica di origine innata, che interessa specifiche funzioni cerebrali coinvolte nei processi di elaborazione, e si manifesta con l’ingresso a scuola. La dislessia evolutiva non è causata né da un deficit d’intelligenza né da problemi ambientali, psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
In occasione della Settimana nazionale della dislessia (6-12 ottobre), l’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo vuole accendere i riflettori, per informare e sensibilizzare la popolazione su questo disturbo, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce.
“Bambini e bambine dislessici possono leggere e scrivere, ma riescono a farlo solo impegnando al massimo le loro capacità ed energie, perché non possono farlo in maniera automatica”, spiega Isabella Lonciari, psicologa della Struttura complessa di Neuropsichiatria Infantile del Burlo e membro del coordinamento regionale dell’Associazione Italiana di Psicopatologia dell’Apprendimento. “Perciò si stancano rapidamente, commettono errori, restano indietro e non imparano. Questo senso di frustrazione e incapacità può spingerli a ridurre l’impegno scolastico o, addirittura, ad abbandonare anzitempo la scuola. Per questo motivo la diagnosi deve essere tempestiva, in modo da evitare l’insorgere di psicopatologie secondarie al disturbo, come ansia o depressione”.
LA DIAGNOSI E LA DIDATTICA PERSONALIZZATA. La valutazione si svolge, di norma, alla fine della classe seconda della scuola primaria. Prevede la somministrazione di test specifici, da eseguire dopo un periodo di potenziamento didattico, in modo da differenziare la dislessia da una semplice difficoltà d’acquisizione della lettura.
In base alla Legge 170/2010 che riconosce i DSA e alla Delibera regionale del Friuli Venezia Giulia 933/2014, una volta diagnosticato questo disturbo è prevista l’attivazione da parte della scuola di un Piano didattico personalizzato (PDP) che comprende strumenti compensativi (come, ad esempio, la sintesi vocale) e misure dispensative (come l’esonero dalla lettura a voce alta) per garantire il pieno diritto allo studio. In questo modo, lo studente potrà proseguire il suo percorso di formazione senza ripercussioni negative sulla sua autostima. Nel cambio di ciclo scolastico, la diagnosi andrà rinnovata per permettere la stesura del piano più adeguato.
Da un punto di vista scientifico, è attiva l’International Dyslexia Association, mentre in ambito italiano il riferimento è l’AIRIPA, l’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’apprendimento. Infine, per il supporto ai dislessici e alle loro famiglie ci si può rivolgere all’Associazione Italiana Dislessia.
