Sarà davvero intensa e particolare l’ultima giornata del festival cinematografico Omaggio a una visione. Domani a partire dalle ore 11 al Palazzo del cinema di Gorizia si potrà scoprire Satantango, film del cineasta ungherese Bèla Tarr che quest’anno riceverà il Premio Darko Bratina dall’associazione Kinoatelje, riconoscimento andato nei giorni scorsi anche a Yervant Gianikian. 

Il nome di Belà Tarr questa settimana è balzato agli onori delle cronache internazionali proprio grazie a Satantango, lavoro del 1994, premiato alla Berlinale nello stesso anno, tratto dal primo romanzo di Làszlò Krasznahorkai, scrittore appena insignito con il Premio Nobel per la Letteratura 2025. Per gli spettatori sarà quindi l’occasione per scoprire un film unico nel suo genere, della durata di più di 7 ore, precedute da un’introduzione di Aljaž Škrlep (previsti intervalli dove saranno offerti cibi e bevande).

Il film è famoso per i suoi lunghi piani sequenza, i suoi ritmi molto lenti e la sua proverbiale durata. Racconta la vicenda degli abitanti di un villaggio ungherese abbandonato che, dopo la fine della loro fattoria collettiva, progettano una nuova vita ispirata ai valori del comunismo. I loro piani vengono però stravolti dal ritorno di Irimiás, un carismatico contadino che li convince a fondare una nuova comunità.

Negli ultimi trent’anni Satantango è diventato un punto di riferimento per molti cineasti e studiosi. È considerato un esempio radicale e affascinante di cinema d’autore, apprezzato per la sua costruzione rigorosa, la forza visiva (è girato interamente in bianco e nero, con un controllo molto curato della luce naturale) e la capacità di rappresentare lo scorrere del tempo in modo estremamente realistico.

Satantango è stato inserito in numerose classifiche dei migliori film della storia, e continua a essere proiettato nei festival e nelle rassegne dedicate al cinema d’autore.

La sua lunghezza è uno dei motivi del suo fascino. Sui blog e nei forum di discussione dedicati al cinema, gli appassionati si scambiano spesso consigli su come suddividere la visione in più parti e rendere l’esperienza meno traumatica. Quelli che riescono a finirlo, comunque, rimangono quasi sempre soddisfatti.