Un Quartetto di musicisti eccellenti, una partitura che è entrata nella storia della musica per la straordinarietà della sua genesi e per le sue note toccanti, la voce narrante di uno dei più noti “storyteller” della musica, lo scrittore Sandro Cappelletto. Questa la proposta del secondo concerto in cartellone per la 34^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra a Pordenone: giovedì 23 ottobre, alle 20.45 nel Duomo San Marco, andrà in scena il “Quatuor pour la fine du temps”, capolavoro di Olivier Messiaen, il “Quartetto per la fine del tempo” composto durante la segregazione nel campo di concentramento di Görlitz, in Slesia. In scena Maria Iaiza pianoforte, Dácil Guerra Guzmán clarinetto, Sara Mazzarotto violino e Claudio Pasceri violoncello, affiancati dallo scrittore e storico della musica Sandro Cappelletto per offrirà il racconto e commento live di una partitura che da oltre ottant’anni emoziona il pubblico, riportando alla sera di mercoledì 15 gennaio 1941, quando la temperatura esterna oscillava attorno ai 15 gradi sotto zero, negli spazi della baracca 27 B di Görlitz. In quel contesto e nel tempo durissimo della segregazione, Olivier Messiaen per la prima volta eseguiva la musica composta in quei mesi: con lui si erano ritrovati prigionieri nel campo di concentramento anche il violoncellista Etienne Pasquier, il clarinettista Henry Akoka, il violinista Jean Le Boulaire. Proprio in quella straziante dimensione era stata creata una musica che evoca e annuncia la “Fine del Tempo”: come ricorderà Messiaen, “quella musica è stata scritta per i musicisti e gli strumenti che avevo, per così dire, sotto mano; pianoforte, violino, violoncello, clarinetto”. Il pianoforte era un modesto verticale e molti tasti della parte destra, dopo essere stati percossi, restavano abbassati. Al violoncello mancava una corda. E così Messiaen ricorda il proprio arrivo allo Stalag di Görlitz: “come tutti gli altri prigionieri, dovetti spogliarmi. Nudo com’ero, continuavo a stringere, con uno sguardo spaventato, un sacchetto che conteneva tutti i miei tesori. E cioè una piccola libreria di partiture d’orchestra in formato tascabile che sarebbero state la mia consolazione quando avrei sofferto la fame e il freddo”. Ricordando le parole pronunciate davanti ai compagni di prigionia la sera della prima esecuzione, Messiaen ancora racconterà: “innanzitutto ho detto loro che il Quartetto era scritto per la fine del tempo, senza alcun gioco di parole con il tempo della prigionia, ma in relazione alla fine delle nozioni di passato e di avvenire, ovvero con l’inizio dell’eternità”. E Sandro Cappelletto, autore di vaste ricerche sul Quatuor pour la fine du temps”, annota: «quella sera, nella baracca di Görlitz, un anonimo prigioniero commentava così il Quartetto: “Questa musica ci riscatta tutti. Un riscatto sulla prigionia, la mediocrità e soprattutto, su noi stessi”».
La partecipazione al concerto è aperta gratuitamente al pubblico, info e dettagli: musicapordenone.it La 34^ edizione del festival, promossa come sempre da PEC – Presenza e Cultura con il CICP Centro Iniziative Culturali Pordenone, per la direzione artistica dei Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai. Sostengono il festival il Ministero della Cultura, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, il Comune di Pordenone e Fondazione Friuli, insieme a Bcc Pordenonese e Monsile.
Scrittore e storico della musica, laureato in filosofia, Sandro Cappelletto è Accademico di Santa Cecilia. Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, ne è stato direttore artistico dal 2009 al 2013. Fra le sue principali pubblicazioni, la prima biografia critica di Carlo Broschi Farinelli (La voce perduta, EDT, 1995), un saggio su Gaetano Guadagni (Nuova Rivista Musicale Italiana, 1993), un’inchiesta politica sugli enti lirici italiani (Farò grande questo teatro!, EDT 1996). E’ autore di programmi radiofonici e televisivi (crea la trasmissione di Rai-Radio Tre Momus, realizza per Rai 3 un film televisivo su Maurizio Pollini, scrive e conduce per Rai 5 il programma Inventare il tempo). Per la Storia del teatro moderno e contemporaneo (Einaudi, 2001) ha scritto il saggio Inventare la scena: regia e teatro d’opera. Nel 2002, con Pietro Bria, dà alle stampe Wagner o la musica degli affetti (Franco Angeli), raccolta di riflessioni e interviste di Giuseppe Sinopoli, di cui nel 2006 cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia (Marsilio). Nel 2008 l’Accademia Perosi di Biella pubblica il suo L’angelo del Tempo, volume dedicato al Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen. Nel 2016 il Saggiatore pubblica I quartetti per archi di Mozart. Cura ed è direttore scientifico del volume Musica per la collana Il contributo dell’Italia alla storia del pensiero (Treccani, 2018). Del 2020 è Mozart. Scene dai viaggi in Italia (il Saggiatore). Traduce e commenta Il Testamento di Heiligenstadt e Quaderni di conversazione di Ludwig van Beethoven (Einaudi 2022).
Molto appassionata alla musica contemporanea Maria Iaiza si dedica spesso a questo repertorio sia come solista che in formazione cameristica e in ensemble. Si è esibita in concerti solistici per la stagione DEstate di Milano, Tagen der neuen Klaviermuisik di Graz, Suena Festival a Vienna, IMPULS, Bobbio Classica, Mittelfest, Festival Satierose di Trieste. Ha ottenuto il Primo Premio assoluto al Concorso Internazionale “Città di Treviso” nella sezione Contemporanea e l’esecuzione dell’integrale delle sonate di Sciarrino, delle quali ha suonato la IV, ha ricevuto il Premio Speciale della 42° edizione del Premio Abbiati.
Dácil Guerra Guzmán è una clarinettista originaria delle Isole Canarie (Spagna) e residente in Austria. Il repertorio contemporaneo è diventato il focus principale della sua attività e da Marzo 2023 prosegue gli studi alla Kunstuniversität Graz nel Master Performance Practice in Contemporary Music, sotto la guida del Klangforum Wien. Ha collaborato con l’Orquesta Sinfónica de Las Palmas, il Lizard Ensemble für Neue Musik, la Composers Association Promuscan (Gran Canaria) e il progetto Confluences (Linz), sostenendo giovani compositori per la scrittura di nuovi pezzi per clarinetto solo.
Nata a Venezia nel 1997, Sara Mazzarotto dal 2020 segue i corsi di perfezionamento con Salvatore Accardo presso l’Accademia Stauffer di Cremona e l’Accademia Chigiana di Siena. Vincitrice dei premi Vasco Abadjiev ed Emil Kamilarov a Sofia, e l’Arthur Grumiaux a Bruxelles, Sara Mazzarotto frequenta un repertorio che spazia dal barocco alla musica d’oggi. Si è esibita al fianco di artisti come Julius Berger, Johannes Fleischmann, Claudio Pasceri, Adrian Pinzaru e con membri dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano. È stata invitata al Festival di Portogruaro, l’Ambasciata dei Paesi Bassi a Beirut, l’Asiagofestival, gli Amici della Musica di Padova, EstOvest Festival a Torino, Festival ECHI ad Arezzo. Collabora con la Nederlands Philharmonisch Orkest e con la Nederlands Kamer Orkest, inoltre con Blaricum Festival Orchestra diretta da Mathieu Herzog, con l’Orchestra d’Archi Italiana, con la Filarmonia Veneta, e con l’Orchestra Giovanile Italiana. Suona un violino costruito da Alessandra Pedota (Cremona, 2020).
Tra i più apprezzati violoncellisti italiani della propria generazione, Claudio Pasceri ha un repertorio solistico che include concerti di Vivaldi fino a opere di Schnittke, eseguiti con l’Orchestre de Chambre de Toulouse, la Camerata Royal Concertgebouw Amsterdam, l’Arpeggione Kammerorchester. Una sua esecuzione del concerto di Schumann è stata registrata dalla Bayerischer Rundfunk di Monaco di Baviera. In ambito cameristico collabora con Salvatore Accardo, Pavel Gililov, Ilya Grubert, Dora Schwarzberg, Bruno Giuranna, Rohan De Saram, Rocco Filippini, Irvine Arditti, Gilles Apap. È stato docente di violoncello, per diversi anni, presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. È Artista in residence, per il triennio 2023/2025, presso la Reggia di Venaria Reale.
Sono partners del Festival internazionale di Musica Sacra di Pordenone ItaliaFestival, FestivalFinder, la Diocesi di Concordia-Pordenone, la Parrocchia di San Marco Evangelista, Ravenna Festival, Coro Fvg, AltoLivenza Festival, Teatro Verdi di Trieste, Musica Sacra Geistliche Musik, Associazione musicale Orchestra e Coro San Marco, Associazione Vincenzo Colombo, UTE Pordenone, UTE Maniago-Montereale, Teatro Verdi di Maniago, Comune di Cordenons, Media Naonis, Liceo Artistico Galvani, Comune di San Vito al Tagliamento, Comune di Sesto al Reghena, Istituto Vescovile Guglielmo Marconi, Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone, con lo sponsor tecnico MPMusica e Hotel Santin.
Informazioni: https://www.musicapordenone.it