“Il Rossetti” ci ha fatto un enorme regalo portandoci il maestro Peter Stein, il grande regista tedesco che è uno dei massimi creatori e teorici del teatro europeo del secondo Novecento con tre piccole perle di Anton Čechov: “L’Orso”, “I Danni del Tabacco” e “La Domanda di Matrimonio” dove gli attori “vagheggiano” sui testi intrisi di satira, diletto e consapevole pazzia con una grande interprete d’eccezione quale è Maddalena Crippa. La ricordiamo in “Un sogno a Istanbul”, del 2024 per la regia di Alessio Pizzech e il “Il Compleanno” del cartellone 2022-2023, spettacolo diretto ancora da Peter Stein.

Come riporta “Il Rossetti”, i tre racconti sono degli “Scherzi scenici”: così Anton Čechov definisce i “drammi più piccoli del mondo” ispirati alla commedia francese che scrisse fra il 1884 e il 1891”. Racconti che sono anche un specchio scherzoso sul pensiero di Čechov:

“L’Orso”: tutto inizia con un credito mai rimborsato che il protagonista richiede con forza a una donna che addirittura sfiderà a duello… per poi innamorarsene perdutamente e chiederle la mano, dove una meravigliosa Maddalena Crippa supportata da due fantastici Alessandro Sampaoli e Sergio Basile ci ha offerto assieme a loro la sinuosa ironia e comicità senza tempo di Čechov.

“I Danni del Tabacco”: un sedicente oratore poco credibile tenta di catturare l’attenzione del pubblico adducendo – tra attacchi d’asma e starnuti che il fumo è nocivo: confesserà poi che il suo scopo è solamente quello di porre fine ad una vita coniugale disastrosa, dove troneggia in un monologo senza tempo che strappa la risata il fantastico Gianluigi Fogacci.

”La Domanda di Matrimonio”: un futuro sposo non riesce a porre alla futura consorte l’usuale domanda di matrimonio perché timido e impacciato : ne scaturiranno liti furibonde che porteranno il malcapitato in preda ad un attacco isterico con conseguente svenimento, per poi finire tra le braccia dell’”amata”: perfetto Alessandro Averone, il futuro sposo, nevrotico, complessato, pieno di tic e malanni con accanto due altrettanti attori di levatura e bravura quali ancora Sergio Basile ed Emilia Scatigno.

Stein affronta i testi con rispetto assoluto per la drammaturgia originaria, ma evita il rischio di un vuoto e classico lavoro di arte teatrale. La sua regia appare “invisibile” grazie alla disinvoltura con cui prende per mano lo spettatore accompagnandolo nelle trame e nelle dinamiche dei racconti: Stein non si presta a scomporre e ricomporre lo spettacolo con estetismi, nemmeno ne fa un lavoro tutto “suo” con ammodernamenti studiati, ma offre la sua bravura quasi chirurgica alle cadenze, alle pause, alle tensioni interne fra i personaggi, il tutto riportato con un meticoloso studio quasi musicale. Ogni gesto e ogni battuta trovano un loro spazio preciso, come in una partitura musicale seguita con fedeltà. Questo accostamento linguistico non si limita a restituire il testo nella sua piena forma letteraria, ma lo trasforma in un lavoro perfetto, scandito da equilibri precisi e nel contempo attraversato da irrequietezze nascoste. La crisi dei personaggi non viene mai lasciata al gusto personale dell’attore ma orchestrata in un sistema di contrappunti gestuali e sonori che restituiscono il carattere fragile e scompigliante della stessa esperienza umana.

Sempre dalle pagine della brochure de “Il Rossetti” lo stesso Stein spiega ciò che abbiamo prima sottolineato “… i personaggi di volta in volta si fanno prendere da crisi di nervi, si ammalano, sono preda di attacchi isterici o litigano in continuazione fra loro. (…) L’estrema comicità, l’esasperazione e gli eccessi di crudeltà utilizzati dall’autore possono funzionare soltanto se accompagnati da un sottofondo realistico e psicologicamente giustificato”.

Di particolare rilievo è il lavoro sulla recitazione: grazie ad attori di grande spessore quali sono Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Alessandro Sampaoli ed Emilia Scatigno, Stein conferma la sua bravura nel dirigere gli interpreti verso una piena naturalezza “controllata”, evitando il rischio del grottesco e della caricatura. L’isteria, gli abbandoni, i silenzi e le oscillazioni emotive che attraversano la trama sono resi con sobrietà e intensità, in una dimensione che mira alla verosimiglianza e non all’effetto spettacolare. In questa scelta vi è una contraddizione scenica importante, studiata appositamente: la “Crisi di nervi” riportata nel titolo non deflagra mai in una esplosione liberatoria, ma si esprime come un depauperamento lento e costante, dipanando il disagio che è più esistenziale che momentaneo.

La stessa scenografia di Ferdinand Woegerbauer è resa all’essenziale, priva di orpelli simbolici che offre una concezione di spazio teatrale come una “macchina funzionale”, più che elemento spettacolare autonomo. Tale scelta si inserisce nella linea di una tradizione registica che fa dello “spazio vuoto” il luogo in cui si iscrivono dinamiche relazionali primarie.

Anche le luci di Andrea Violato sono calibrate con precisione quasi pittorica, e lavorano come strumento drammaturgico, disegnando traiettorie emotive che potenziano la lettura psicologica dei personaggi. Qui gli attori diventano i protagonisti assoluti di sè stessi e quindi dei personaggi e, seppur questi tre racconti sembrano apparentemente facili ed hanno divertito intere generazioni di tutte le lingue, la regia di Stein è rigorosissima e non concede errori, quindi un “bravò” più forte che mai alla superba Maddalena Crippa accompagnata da un cast di attori di prim’ordine. che si sono avvicendati nei tre racconti.

In replica alla “Sala delle Assicurazioni Generali ” Domenica 9 Novembre alle ore 16,00

“CRISI DI NERVI”. TRE ATTI UNICI DI ANTON ČECHOV

Adattamento di Peter Stein e Carlo Bellamio

Regia Peter Stein

Assistente alla Regia Carlo Bellamio

Scene Ferdinand Woegerbauer

Costumi Anna Maria Heinreich

Luci Andrea Violato

Produzione “Tieffe Teatro” / “Quirino” Srl

“L’ Orso

con

Maddalena Crippa, Alessandro Sampaoli, Sergio Basile

“I Danni del Tabacco

con

Gianluigi Fogacci

“La Domanda di Matrimonio”

con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno

Due parole col Presidente de “Il Rossetti” Francesco Granbassi.

Carissimo Presidente, non c’è che dire un sabato alla grande, anzi alla grandissima oggi al “Il Rossetti”, dove il teatro troneggia con una concezione di spettacoli così diversi: alla “Sala Bartoli” “Esercizi di Stile” di Raymond Queneau, cofondatore del gruppo OiLiPo, laboratorio di “letteratura potenziale” basato su regole e giochi formali, uno sperimentatore d’eccezione e qui alla “Sala delle Assicurazioni Generali”, Anton Čechov e i suoi ironici e amati 3 racconti…

Veramente orgoglioso della programmazione e delle scelte fatte, il pubblico di Trieste e non solo ha accolto trionfalmente Queneau, offrendoci un sold out per tutti gli spettacoli e qui, ora alla “Sala delle Assicurazioni Generali”, per me è un piacere presentare ancora il grande Peter Stein in una sala gremitissima.”

Diciamo che oggi, se ci fosse stata la possibilità di scegliere, visto il sold out della “Bartoli”, sarebbe stata scelta assai difficile, avrebbe potuto ispirare Čechov a scrivere un quarto ironico e scherzoso racconto in stile francese…

Direi di sì, io non sono riuscito ancora a vedere “Esercizi di Stile”, ma mi hanno riferito che è una pièce stupenda e il pubblico ne è entusiasta. Questa sera poi con Čechov, i suoi tre racconti e un cast d’eccezione con la splendida Maddalena Crippa sarà sicuramente uno spettacolo che verrà apprezzato dal più che competente pubblico di Trieste.