Promossa dall’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia e dal Gruppo Giuliano Cronisti, in collaborazione con il Comune di Trieste e il contributo della Fondazione CRTrieste, che mette a disposizione ogni anno dal 1967 la statuetta opera dello scultore Tristano Alberti, si è svolta questa mattina nella sala del Consiglio comunale di Trieste la cerimonia di conferimento del 59º San Giusto d’Oro a La Cappella Underground e targa speciale a Paolo Condò, giornalista triestino che ha saputo scalare tutte le tappe di una carriera di prim’ordine.

La cerimonia è stata preceduta da un incontro nel Salotto Azzurro del Municipio, dove il sindaco Roberto Dipiazza si è personalmente complimentato con Chiara Barbo, presidente dell’associazione culturale La Cappella Underground e con Paolo Condò a cui è stata consegnata la targa speciale. Entrambi hanno apposto sul Libro d’Oro una dedica al Comune di Trieste.

Alla presenza di autorità civili, militari e religiose, la cerimonia sì è aperta con il saluto del presidente del Consiglio comunale, Francesco di Paola Panteca, l’intervento del componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione CRTrieste Francesco Peroni e del sindaco Roberto Dipiazza, che ha ricordato la nascita de La Cappella Underground.

“Sinonimo di cinefilia e passione per la settima arte, anche nelle forme più innovative della sperimentazione audiovisiva. Un’associazione culturale che promuove la cultura cinematografica e dell’audiovisivo in prima persona attraverso canali come l’Ariston, la Mediateca, il Trieste Science+Fictoin Festival e attraverso le collaborazioni con istituzioni e altri soggetti locali, nazionali e internazionali. Con un approccio diversificato a seconda dell’età e del contesto di riferimento, fornisce strumenti di lettura, approfondimento e creazione di prodotti audiovisivi e cinematografici”.

Il Primo Cittadino ha ripercorso poi le tappe della carriera giornalistica di Paolo Condò, “giornalista professionista dal 1983 quando lavorava a Il Piccolo di Trieste fino al gennaio 2025 quando è diventato una delle firme del Corriere della Sera e dal 2015 talent di Sky Sport, oltre che unico giornalista italiano nella giuria del Pallone d’oro”.

La cerimonia è proseguita con l’intervento del presidente dell’Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, “In questi tempi bui che ci è dato vivere pensiamo che una speranza di sopravvivenza vada ricercata nella cultura, nelle arti, nello spettacolo. In quest’ottica abbiamo deciso di premiare i ragazzi di ieri, di oggi e sicuramente di domani che hanno coltivato e coltivano il sogno e le suggestioni del cinema, oasi di evasione ma anche strumento di resistenza culturale in tempi di guerre e di crisi. Da quasi sessant’anni la Cappella Underground, uno dei due più antichi cineclub italiani, è il maggior punto di riferimento a Trieste per gli amanti della settima arte. Dalla prima sede nella piccola “cappella” di via Franca in questi anni la realtà è cresciuta e si è sviluppata e tuttora cresce attraverso tante iniziative. Da pochi mesi può contare anche sulla prestigiosa vetrina del rinnovato Cinema Ariston, storica sala d’essai cittadina, ora gestita proprio dalla Cappella Underground”.

“La targa speciale a Paolo Condò – ha aggiunto Muscatello – è il dovuto riconoscimento a un giornalista triestino che ha saputo scalare tutte le tappe di una carriera di prim’ordine: dai primi passi al “Piccolo” di Trieste ai tanti anni come firma prestigiosa della Gazzetta dello Sport, poi il passaggio a Repubblica e Sky, fino all’attuale approdo come editorialista del Corriere della Sera. Condò, autore anche di vari libri, è da anni l’unico giornalista italiano nella giuria del Pallone d’oro”.

E’ seguita la consegna del riconoscimento speciale a Paolo Condò da parte di Furio Baldassi, a nome del Gruppo Cronisti.

“Paolo è partito professionalmente da Il Piccolo di Trieste, ma non ometterei un altro passaggio fondamentale: tutti noi siamo cresciuti in quel piccolo grande settimanale che è stato Trieste Sport, un vero fenomeno editoriale, capace di vendere milioni di copie. Con piacere mio e di tutta la categoria, posso affermare che sei diventato il principale opinionista di calcio del nostro Paese”.

Grato e onorato per l’attestazione di stima, Paolo Condò ha specificato che

tra i vari detti latini “Nemo propheta in patria è uno dei più inesorabili.

“E’ per questo motivo che considero la targa del San Giusto d’Oro il riconoscimento più importante e certamente il più gradito. La mia carriera è stata molto fortunata e, negli ultimi dieci anni, è stata baciata anche dalla grande visibilità offerta dalla televisione. Proprio per questo, ricevere questo premio dai colleghi triestini – con alcuni dei quali ricordo ancora le nottate passate a giocare a Subbuteo – ha per me un significato davvero speciale. Ringrazio il Sindaco, i consiglieri e tutte le Autorità presenti a questa cerimonia, perché il tempo non è mai un regalo banale. E’ un piacere condividere questa gioia con la Cappella Underground, perché tra via Franca e l’Ariston è passata molta della mia educazione culturale di un liceale curioso”.

Paolo Condò ha poi ripercorso i primi momenti della sua carriera giornalistica.

“Le mie fortune sono state due. La prima è stata Trieste, come blocco di partenza: quando a 25 anni mi sono trasferito a Milano, la solida sintassi imparata al liceo Oberdan ha fatto la differenza rispetto a colleghi provenienti da altre città italiane.
La seconda è stata l’incontro con la figura del mentore, oggi purtroppo meno diffusa: il collega anziano ed esperto che ti prende sotto la sua ala e che, anche attraverso delle sfuriate memorabili, ti insegna davvero il mestiere”.

“Il mestiere è cambiato ma la necessità e il piacere di una buona informazione continuerà a fare la differenza nei secoli dei secoli, perché troppo connaturata all’uomo e la sua evoluzione”.

La cerimonia è proseguita con la consegna della statuetta del San Giusto d’Oro da parte del presidente dell’Associazione regionale della Stampa Carlo Muscatello a Chiara Barbo, presidente dell’associazione culturale La Cappella Underground.

Chiara Barbo ha ripercorso le tappe della nascita de La Cappella Underground, dal lontano dicembre 1968, quando un gruppo di ragazzi che guardava lontano volle vedere e far vedere alla città, al Paese e al mondo le forme d’arte più innovative, il cinema più bello, agendo pienamente nel proprio tempo.

L’obiettivo è stato quello di creare e promuovere forme d’arte innovative e sperimentali, dotate di una forte valenza sociale, anticipando mode e tendenze.

La Cappella Undergound è diventata presto un punto di riferimento per il cinema, a Trieste ma anche a livello nazionale e internazionale, e insieme al Film Studio di Roma è il più antico cineclub italiano. Rappresenta la cultura cinematografica in città ed è una delle realtà più rappresentative e prestigiose in Italia nel valorizzare e promuovere il cinema d’autore e di qualità attraverso proiezioni, rassegne, incontri con gli autori, pubblicazioni, attività e laboratori con ragazzi e studenti, mostre e produzioni audiovisive.

“Con orgoglio ed impegno proseguiamo il lavoro cercando di fare sempre meglio perché è con la cultura che si costruisce il futuro delle nuove generazioni. La Cappella Underground è una realtà solida culturale ed economica importante che si confronta quotidianamente con il settore cinematografico”, ha detto Chiara Barbo.

Chiara Barbo ha concluso ringraziando ”tutto il personale che lavora e collabora oggi con l’Associazione, a quelle che l’hanno costruita e quella che l’hanno guidata negli anni dal primo presidente Pierpaolo Venier a Daniele Terzoli, prima di me e naturalmente a tutti i ragazzi e ragazze del futuro”.