Milano rende omaggio a un artista cosmopolita, Zoran Music (1909 – 2005): le sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni pubbliche e private del mondo e sono espressione di uno spirito profondamente libero, che ha conosciuto l’inferno di Dachau, si è avvicinato alla sensibilità artistica di Klimt, Schiele, Goya, El Greco e alla pittura impressionista francese, diventando emblematico “ambasciatore” della scuola artistica neo-parigina. Venerdì 6 giugno, alle 18.30 a Milano, negli spazi di Palazzo Morando, un incontro gli renderà omaggio a partire dalla mostra che si è inaugurata il 25 luglio, nel ventennale della morte dell’artista a Gorizia – Palazzo Attems, enucleata intorno alla sua opera più “iconica”, La stanza di Zurigo, realizzata tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 su commissione delle sorelle di nazionalità svizzera Charlotte e Nelly Dornacher. All’evento di Milano interverranno Daniela Ferretti, curatrice della mostra Zoran Music La Stanza di Zurigo, le opere e l’atelier, visitabile a Gorizia fino al 31 ottobre, e Raffaella Sgubin, direttrice del Servizio ricerca, musei e archivi storici di ERPAC Friuli Venezia Giulia. L’incontro è proposto nell’ambito della mostra Un viaggio da fare. Paesaggi dell’arte in Friuli Venezia Giulia fra storia e contemporaneità, che fino al 15 giugno resta visitabile a Palazzo Morando con il suo itinerario di esplosiva suggestione legato ai Maestri dell’arte di frontiera del 900, nomi di riferimento dell’arte moderna e contemporanea legati al “confine” come lo stesso Music e inoltre Afro, Tullio Crali, Marcello Mascherini, Giuseppe Zigaina, Lojze Spacal, Armando Pizzinato, Luigi Spazzapan, Leonor Fini, Miela Reina, Bogdan Grom. L’iniziativa è promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura per la direzione artistica di Massimiliano Finazzer Flory, a cura di Lorenzo Michelli, nell’anno di GO! 2025, la prima Capitale Europea della Cultura transfrontaliera, a cavallo di due città – Nova Gorica e Gorizia – e di due nazioni, Slovenia e Italia. A conclusione dell’evento, il viaggio proseguirà nel segno dei sapori che trovano origine in Friuli Venezia Giulia: perché la cultura è anche esperienza sensoriale del territorio. Un viaggio da fare. Paesaggi dell’arte in Friuli Venezia Giulia fra storia e contemporaneità è visitabile a Palazzo Morando da martedì a domenica, dalle 10 alle 17.30. L’ingresso all’incontro è gratuito con prenotazione https://eventi.regione.fvg.it/Eventi/dettaglioEvento.asp?evento=25201
La “Stanza di Zurigo” è il cuore della mostra proposta a Gorizia per celebrare Zoran Music: affascinate dai decori dello studio veneziano dell’artista, le due sorelle Charlotte e Nelly Dornacher gli chiesero di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici. I luoghi di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori e gli ampi parasole si intrecciano da un lato con i nudini, il ritratto dell’amatissima moglie Ida e delle committenti e dall’altro con le vedute di una Venezia trasognata. «La stanza è proprio una rinascita – spiega Paola Simonetta Cadorin, coordinatrice del progetto la Stanza di Zurigo e componente del comitato della memoria dell’Archivio Barbarigo Cadorin Music– Zoran è nuovamente libero e dimentica in questo momento in questi anni dell’immediato dopoguerra, le brutture trascorse a Dachau e lui qui si esprime con tutti i suoi soggetti preferiti. La laguna, Venezia, la sua cara Ida, le colline, gli animali, tutto quello che lui, in fondo, ha sempre amato nei momenti di gioia, di vita». La Stanza fu accogliente e vitale ma sarebbe potuta andare distrutta e restare vittima dell’abbandono imprevedibile di quei luoghi. E invece la Stanza è stata salvata dall’incuria e dalla demolizione, le opere sono tutte visibili, grazie all’estro di Paolo Cadorin, grande esperto dell’arte della conservazione, amico e poi cognato di Music che fin dall’inizio applicò le sue conoscenze nella prospettiva di un recupero che consentisse di godere dell’opera fuori dalla realtà per cui era stata concepita.
Della Stanza si può godere anche grazie all’impegno della Fondazione Charlotte und Nelly Dornacher, voluta dalle due sorelle.
Zoran Music. ritornato dalla prigionia alla città lagunare, nell’oro dei mosaici, nella luce di San Marco che si apre a Oriente verso la costa dalmata, ritrova la sua tavolozza e definisce la sua personalissima cifra stilistica. Si divide per lunghi anni tra Venezia e Parigi. Le radici culturali di Music affondano da un lato nella nativa Mitteleuropa e nella storia millenaria di Venezia, dall’altro si nutrono delle immagini provenienti dalle grandi tradizioni pittoriche europee: El Greco, Goya, Rembrandt. Nella capitale francese consolida la sua fortuna critica e sperimenta, con le “Suites Bizantine” e le “Terre Dalmate”, un’astrazione formale che abbandonerà poco dopo per lasciare emergere a distanza di venticinque anni, il ricordo dei corpi di Dachau immortalandoli nello straordinario ciclo “Noi non siamo gli ultimi” a cui fanno seguito i “Motivi vegetali”, i “Paesaggi rocciosi”, gli “Interni di cattedrale” e i “Canali della Giudecca”. Nell’ultima produzione Music ripiega il suo sguardo sempre più verso sé stesso e verso Ida eseguendo una notevole serie di autoritratti e doppi ritratti in cui, su tele grezze di grande formato, i colori rarefatti, scuri e terrosi delineano figure spogliate di tutto il superfluo per presentarsi nella loro pura essenzialità.