Giovedì 26 giugno alle ore 17.30, la Casa del Cinema di Trieste ospita un incontro di studio dedicato al rapporto tra l’opera di Carlo Michelstaedter e il cinema, promosso dall’Associazione Anno uno e curato da Sergio M. Grmek Germani. L’indagine su Michelstaedter e il cinema proseguirà il 16 luglio con una giornata di proiezioni al Cinema Ariston.
«Siamo partiti da una domanda: com’è possibile che un pensatore così sensibile verso i territori artistici come Carlo Michelstaedter, morto nel 1910 quando il cinema esisteva da almeno 15 anni, non ne rechi traccia nei suoi scritti, salvo un accenno non molto significativo in una lettera?» Da questo interrogativo prende avvio un percorso di riflessione che esplora il possibile dialogo tra il pensiero di Michelstaedter e il linguaggio cinematografico.
Apre l’incontro la proiezione del documentario “L’immagine irraggiungibile. L’opera di Carlo Michelstaedter” (1992) di Antonio Devetag, alla presenza dell’autore. Seguiranno gli interventi di Alessandro Mezzena Lona (Dalle suggestioni spiritistiche al cinema), Antonella Gallarotti (Il Fondo Michelstaedter della Biblioteca Statale Isontina), Sergio Campailla (Le arti nel pensiero filosofico di Michelstaedter) e Sergio M. Grmek Germani (Il cinema come fuori campo). A conclusione, il cineasta Fabrizio Ferraro anticiperà il suo progetto di film dedicato a Michelstaedter, proseguendo un percorso artistico che già lo ha visto confrontarsi con figure come Simone Weil e Walter Benjamin.
L’iniziativa proseguirà con un secondo appuntamento mercoledì 16 luglio al Cinema Ariston, che prevede proiezioni e approfondimenti sul rapporto del filosofo Michelstaedter con il poeta tedesco Friedrich Hölderlin.

Programma
Giovedì 26 giugno alla Casa del Cinema di Trieste
ore 17.30
Incontro di studio preceduto dal documentario
L’immagine irraggiungibile (L’opera di Carlo Michelstaedter) (1992) di Antonio Devetag, 20’, alla presenza dell’autore.
Seguono gli interventi di:
Alessandro Mezzena Lona, Dalle suggestioni spiritistiche al cinema
Antonella Gallarotti, Il Fondo Michelstaedter della Biblioteca Statale Isontina
Sergio Campailla, Le arti nel pensiero filosofico di Michelstaedter
Sergio M. Grmek Germani, Il cinema come fuori campo
A conclusione il cineasta Fabrizio Ferraro anticipa il suo progetto di film su Michelstaedter.
Mercoledì 16 luglio al Cinema Ariston
ore 16.00
La morte di Empedocle (Der Tod des Empedokles oder Wenn dann der Erde Grün von neuem euch erglänzt, 1986) di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, 132’
ore 18.30
Con il mare negli occhi (2021) di Paolo Magris, 70’
ore 21.00
Estratto da Nel tuo occhio (2025) di Massimiliano Finazzer Flory, 12’, alla presenza del regista
La veduta luminosa (2021) di Fabrizio Ferraro, 88’, alla presenza del regista
Il progetto è realizzato dall’Associazione culturale Anno uno con il contributo di Regione Friuli-Venezia Giulia, IOSONOFVG, Progetto GO! 25 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025; in collaborazione con Associazione Casa del Cinema di Trieste e in partnership con Cineteca del Friuli, Associazione Kinoatelje Zavod Kinoatelje, Filmeeting APS, Canudo ETS.
L’immagine irraggiungibile di Carlo Michelstaedter: il cinema?
un’iniziativa dell’Associazione Anno uno di Trieste
con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
appuntamenti giugno-luglio 2025:
giovedì 26 giugno ore 17.30 Casa del Cinema di Trieste
mercoledì 16 luglio dalle ore 16.00 Cinema Ariston
Siamo partiti da una domanda: com’è possibile che un pensatore così sensibile verso i territori artistici come Carlo Michelstaedter, morto nel 1910 quando il cinema esisteva da almeno 15 anni, non ne rechi traccia nei suoi scritti, salvo un accenno non molto significativo in una lettera? Certamente il cinema non era ancora diffusamente accettato come un’arte (e infatti in quell’accenno Michelstaedter ne percepisce solo un’immagine degradata di spettacolo), anche se alcuni scrittori ne erano già attratti, e qualcuno, sia in Italia (Ricciotto Canudo) che in Francia (Louis Delluc), ne stava diventando pionieristico teorico e appassionato cultore, creando anche i primi cineclub (o “case del cinema” come Canudo volle chiamarle).
Nella breve e intensa vita di Carlo Michelstaedter il cinema non sembra aver fatto breccia tra i suoi interessi per il disegno e la pittura, la poesia e la musica, o anche lo spettacolo teatrale. Delle “immagini irraggiungibili” di cui egli scrive, quella che oggi ci appare l’immagine per eccellenza, il cinema, non s’intravedeva nemmeno.
Se tutto si risolvesse in questo, ci sarebbe ben poco su cui interrogarsi. Ma probabilmente non si capirebbe perché, nel crescente interesse per la figura e l’opera del pensatore e artista goriziano, il cinema se ne senta particolarmente attratto. Se pure Michelstaedter non fosse venuto al cinema (anche nel senso letterale dell’espressione), il cinema non può evitare di tornare a lui. Proprio perché in questo spettacolo fondato sull’immagine (e a quasi un decennio dalla morte di Michelstaedter anche sul suono) è fortemente radicata l’attrazione per il pensiero filosofico (come alcuni filosofi, da Gilles Deleuze a Emanuele Severino, renderanno esplicito).
L’Associazione Anno uno propone due giornate di interventi e proiezioni, curate da Sergio M. Grmek Germani, che saranno completate nei mesi successivi da altri eventi sul territorio regionale, approfondendo anche le interpretazioni filosofiche di Sergio Campailla, Pierpaolo Ottonello, Giorgio Brianese.
Il 26 giugno si svolge un incontro che fa il punto sulla presenza-assenza del cinema in Michelstaedter, con interventi degli studiosi Alessandro Mezzena Lona, Antonella Gallarotti e Sergio Campailla, la proiezione di un documentario di Antonio Devetag, e insieme con l’apertura verso nuovi progetti cinematografici sul pensatore, in particolare di uno dei più interessanti giovani cineasti italiani, Fabrizio Ferraro, il cui progetto Michelstaedter ben proseguirà il suo attraversamento di figure di artisti-pensatori come Simone Weil, Walter Benjamin, Friedrich Hölderlin, Thomas Mann, Osip e Nadežda Mandel’štam. E negli interventi ci si soffermerà anche su un territorio che attrasse Michelstaedter e verso il quale il cinema ha qualche contiguità, quello dello spiritismo.
Il 16 giugno si proiettano il film di Paolo Magris ispirato al pensatore nonché un’anticipazione del nuovo film di Massimiliano Finazzer Flory, in anteprima nei giorni successivi al Premio Amidei di Gorizia. Incorniciandoli in un doppio programma su un altro pensatore-poeta che anche nella lettura della filosofa Maria Adelaide Raschini, autrice nel 1965 del primo libro su Michelstaedter, veniva indicato tra quelli a lui contigui, Hölderlin, su cui vedremo oltre al film di Ferraro il capolavoro di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet La morte di Empedocle, uno dei grandi ritorni del pensiero presocratico che da Nietzsche e Heidegger raggiunge Simone Weil, Giorgio Colli e altri contemporanei inattuali.
Sergio M. Grmek Germani