Come stai, davvero? È la domanda semplice, ma potentissima al centro dell’indagine Benessere in campus che l’Università di Udine sta per inviare agli studenti iscritti all’Ateneo chiedendo massima collaborazione, portando così il tema del benessere psicologico ed emotivo al centro della vita accademica.

È il primo step del progetto nazionale Health Mode On (https://www.healthmodeon.it/), nell’ambito del programma Pro-Ben finanziato dal Ministero dell’università e della ricerca, cui anche l’Ateneo friulano aderisce (www.healthmodeon.it).

Il questionario mira a raccogliere in forma anonima dati scientifici, essenziali per indagare sui disagi e sulle difficoltà degli studenti, valutare l’efficacia dei servizi di presa in carico già attivi e orientare azioni mirate per creare una nuova e diffusa cultura del benessere.

«Vogliamo comprendere il vissuto psicologico dei ragazzi perché il benessere mentale non è un lusso ma parte integrante del diritto allo studio e della qualità della vita universitaria – sottolinea Silvio Brusaferro, professore ordinario di igiene all’Università di Udine e responsabile scientifico del progetto, rimarcando l’importanza della partecipazione tempestiva della popolazione studentesca che, proprio nei prossimi giorni, riceverà sulla casella di posta elettronica il link all’indagine, elaborata dalla Harvard Medical School in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità –-. Questo lavoro di ricerca ci permette di ascoltare direttamente le esigenze degli universitari per costruire servizi più efficaci, spazi di ascolto reali e ambienti formativi inclusivi. Ecco perché oggi noi chiediamo ai ragazzi di aiutarci a comprendere per cambiare le cose compilando il questionario».

Un contributo, quello richiesto con la partecipazione alla survey, che l’Ateneo riconosce e valorizza con un ventaglio di premi e bonus esclusivi. Ai più veloci, infatti, l’Università mette a disposizione viaggi formativi all’estero, ingressi gratuiti al cinema, abbonamenti ad attività sportive e speciali sconti Uniud (https://www.healthmodeon.it/documenti/bonus-studentesse-e-studenti-universita-di-udine).

«Occuparci del nostro benessere psicologico ed emotivo è fondamentale. Solo lavorando su sé stessi è possibile affrontare al meglio le sfide che la vita propone a partire da quelle legate proprio al percorso universitario – rimarca Claudia Finestauri, psicologa-psicoterapeuta e project manager del progetto –. E questa indagine che stiamo per lanciare e cui chiediamo ai ragazzi di contribuire attivamente è solo il punto di partenza di un lavoro finalizzato alla creazione di servizi di supporto sempre più validi».

Sono infatti molteplici i binari su cui scorre l’iniziativa di ricerca che coinvolge numerosi atenei italiani ed istituti Afam in uno sforzo collettivo per trasformare il modo in cui l’università italiana previene, riconosce e contrasta il disagio, aggiornando le pratiche e gli strumenti a disposizione.

«In un’ottica di prevenzione e promozione della salute stiamo lavorando alla creazione di un percorso di auto aiuto che metteremo a disposizione degli studenti sul web a breve – aggiunge Cristiano Crescentini, professore di psicologia clinica all’Università di Udine e responsabile del servizio di consulenza psicologica –. Si tratta di contributi psicoeducativi, corredati da schede di lavoro, finalizzati ad attivare un viaggio introspettivo mirato ed evidence-based, di autoconsapevolezza, per imparare a riconoscere e coltivare i propri punti di forza e prendersi cura delle proprie difficoltà senza soccombere». 

Continuo anche l’impegno sul fronte dell’inclusione, con particolare attenzione agli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento e altri bisogni educativi speciali, aumentati nel tempo in modo significativo.

«Dal 2011 ad oggi il numero è cresciuto sensibilmente passando da poche unità ad oltre 500, ecco perché ci stiamo adoperando per rendere i servizi a loro rivolti sempre più efficaci e per garantire un supporto concreto anche durante il percorso di studi, non solo in sede di esame – precisa Daniele Fedeli, professore di pedagogia speciale all’Università di Udine e delegato per gli studenti con disabilità e Dsa –. Da settembre avvieremo infatti due importanti iniziative di formazione tecnica dedicata ai tutor e al personale docente e tecnico-amministrativo per riuscire a rendere la didattica sempre più inclusiva».