C’è un intreccio invisibile che unisce la famiglia Rana e Maria Canins, è tessuto da fili di valori – volontà, umiltà, passione – e di sentimenti – affetto, amicizia, ammirazione – che trascendono lo sport e modellano le esperienze della vita. È proprio questo rapporto speciale, nato da principi condivisi come il desiderio di migliorarsi sempre, che ha ispirato il Pastificio Rana a raccontare la storia di una delle atlete più straordinarie dello sport italiano, attraverso il docufilm“Indomita – Storia di Maria Canins”. Una ventina di minuti così appassionanti e autentici che volano via come una corsa in discesa,dedicati alla poliedrica campionessa di corsa di montagna, sci di fondo e ciclismo, che con le sue pedalate inarrestabili è diventata un’icona del ciclismo femminile, segnandone per sempre la storia.

“Ciò che provo per il ciclismo è più di una passione, è una sorta di affinità, come essere della stessa pasta: impegno personale, determinazione, resilienza, libertà. È uno sport che pratico da tanti anni e l’incontro con Maria Canins gli ha dato un significato ancora più speciale” afferma Gian Luca Rana, Amministratore Delegato del Pastificio Rana. “L’ho conosciuta più di venti anni fa a Corvara, luogo a cui sono profondamente legato, ed è nata un’amicizia profonda. Da allora ho avuto la possibilità di frequentarla e pedalare insieme, apprezzandone così non solo la grandezza sportiva, ma anche l‘eccezionale umanità, fatta di spirito di sacrificio, passione e resilienza. Il contrasto tra il medagliere di Maria Canins e la sua umiltà è fortissimo, per me fonte di ispirazione costante.”   Prosegue Gian Luca Rana, che è stato anche Amministratore Delegato dei Mondiali di Ciclismo del 2004: “L’idea di realizzare questo film è nata dalla volontà di condividere con più generazioni la storia di una donna che ha saputo vivere ogni sfida con autenticità e coraggio, lasciando un segno profondo non solo nello sport, ma nella capacità di affrontare la vita quotidiana. Un esempio tangibile e sincero di quei valori che, da sempre, guidano anche il nostro modo di essere e fare impresa: integrità, visione e volontà costante di migliorarci”.

Il progetto, co-prodotto dal Pastificio Rana insieme ai giovani e grintosi imprenditori Pietro Puccioni e Marco Lasagni della casa di produzione cinematografica Diaviva, è stato presentato in anteprima il 13 luglio a Imola in occasione della tappa finale del Giro d’Italia Women 2025, di cui il Pastificio Rana è sponsor ufficiale, con la presenza della protagonista. Da oggi, 14 luglio 2025, il documentario è disponibile sul canale YouTube di Giovanni Rana

Un’opportunità unica per conoscere da vicino Maria Canins, figura straordinaria, capace di ascoltare e seguire quella voce interiore che giorno dopo giorno, l’ha guidata nelle sue scelte, sia nello sport che nella vita. Una voce che pochi hanno il coraggio di trasformare in scelta consapevole e di uscire dai confini di ciò che è sicuro, credendo in se stessi e mettendosi in gioco con la voglia di superarsi, sempre. Maria Canins e la famiglia Rana, pur provenendo da mondi diversi – lo sport e l’impresa – parlano lo stesso linguaggio: quello autentico e operoso della determinazione, dell’impegno quotidiano del fare, del “pedalare” con costanza verso nuove mete, nuovi traguardi. Ed è proprio da questa profonda condivisione di valori che nasce in Gian Luca Rana il desiderio di produrre questo film: per preservare la memoria, i ricordi e le esperienze e trasformarli in un patrimonio comune da tramandare alle generazioni future.

“Quando ho iniziato a pedalare, correvo per passione, per libertà, senza immaginare che un giorno la mia storia potesse diventare fonte d’ispirazione per altre donne. Questo documentario – ha raccontato l’atleta Maria Canins – è un viaggio nella mia vita, ma anche un modo per dire ai giovani che ogni traguardo è possibile, anche quando sembra lontano. Sono davvero grata alla famiglia Rana e in particolare a Gian Luca, che stimo profondamente, per aver generato questa incredibile opportunità di raccontare la mia carriera sportiva e, attraverso questa, i valori che da sempre hanno spinto il mio essere: forza, determinazione, curiosità, e la gioia di mettersi sempre in gioco. È un grande onore sapere che il mio percorso possa ancora oggi parlare al cuore di tante persone.”

Il documentario ha unito grandi talenti italiani anche dietro la macchina da presa: è infatti diretto dai poetici e intensi registi CRIC, Davide Mardegan e Clemente De Muro, anche autori di questo progetto narrativo che mostra tutta la loro passione per il racconto biografico e la visione cinematografica. Il docufilm accompagna lo spettatore in un percorso intenso tra le Dolomiti, culla della campionessa, e ripercorre una carriera leggendaria: prima italiana a vincere il Tour de France, dodici titoli del ciclismo italiano, due medaglie mondiali e due partecipazioni olimpiche all’attivo.

Protagonista eclettica e pluripremiata atleta di numerose discipline molto diverse tra loro, capace per questo di rompere schemi classici e rivoluzionare le aspettative di una carriera sportiva, donna che ha coniugato in tempi inusuali la vita di sportiva professionistica e quella di madre, pioniera che ha sfidato stereotipi e tempi: Maria Canins incarna alla perfezione i valori come determinazione, coraggio, passione  e  continua ricerca dell’eccellenza, che animano tanto lo sport quanto il Pastificio Rana. Ha sempre gareggiato per la pura gioia di farlo, “godendosi il viaggio”, trasformando la sua corsa in un atto di libertà, di ribellione.  Il suo stile era unico: attaccare, rischiare, divertirsi, affrontando anche la possibilità di non vincere, ma offrendo sempre un grande spettacolo. “Faccia al vento e vento in faccia” dicevano di lei, perché nel ciclismo – come nella vita – non ha mai cercato scorciatoie.

I registi hanno cercato di tenere il passo della campionessa durante le splendide camminate dolomitiche che hanno fatto da sfondo alle interviste. Maria ha condiviso memorie e riflessioni capaci di risuonare nell’animo di ognuno, perché ciascuna prova atletica nella sua vita è in realtà ispirata da una gioia di vivere, da una sincera curiosità verso l’inesplorato che vanno ben oltre l’ambito sportivo, diventando in realtà valori cardine della vita quotidiana, condivisi da sempre con la famiglia Rana. Nel docufilm emerge chiaramente come l’esperienza atletica diventi percorso esistenziale ed esempio trascinante di forza ed etica: dagli inizi della sua carriera fino alla conquista dei più prestigiosi titoli internazionali, passando attraverso il suo impegno per promuovere lo sport femminile.

La cifra tecnica di Maria è rappresentata dal suo essere clamorosamente primordiale: fortissima, si piazzava sempre avanti a tutte, senza fredde tattiche. E anche se il direttore sportivo le consigliava di “stare a ruota”, in scia alle altre cicliste, lei seguiva ciò che le “dicevano il cuore e le gambe”.

Indomita, infatti, è il titolo di questo documentario e indomita è colei che non ha accettato di essere domata e vive con libertà, coraggio, anche tra solitudine e incomprensione se necessario a preservare l’integrità delle proprie scelte: questa è la vita di Maria.

Ad arricchire questa straordinaria storia troviamo le interviste ai protagonisti del ciclismo italiano che hanno condiviso con Maria Canins momenti decisivi di carriera e amicizia. Il documentario, infatti, si impreziosisce delle testimonianze di Roberta Bonanomi, campionessa del mondo nella cronosquadre del 1988 insieme alla stessa Maria, che ne ricorda il fantastico soprannome “extraterrestre” e Francesca Galli, vincitrice di tre medaglie iridate consecutive nella cronometro a squadre tra il 1987 e il 1989. Considerata inizialmente una temibile rivale, è diventata invece un’amica preziosa, oltre che compagna di squadra nella Nazionale italiana. Non manca lo sguardo esperto di Alfredo Bonariva, storico preparatore atletico del ciclismo femminile, che ha accompagnato Maria negli ultimi anni di carriera ed è stato pioniere nel riconoscere e valorizzare il talento delle cicliste italiane. A offrire un punto di vista privilegiato c’è anche Francesco Moser, leggenda del ciclismo, grande amico di Maria e convinto sostenitore del Giro d’Italia Women fin dai suoi albori, e Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e direttore di Sport Week, che conobbe Maria agli inizi della sua carriera e la racconta con l’occhio appassionato del cronista che ha visto crescere una campionessa vera. Le loro parole intrecciano emozioni, ricordi e riflessioni, contribuendo a comporre un mosaico narrativo ricco di umanità e memoria collettiva e dal quale emerge con forza la grande eredità lasciata da Maria Canins: una donna che ha iniziato a correre quando il ciclismo femminile era praticamente inesistente e ha aperto la strada alle atlete di oggi, che ricoprono un ruolo sempre più importante a livello nazionale. Un paradosso bellissimo se si pensa che oggi nel ciclismo sono proprio le atlete a emergere e vincere, anche di più dei colleghi uomini. Un’evoluzione che parte da Maria Canins e parla di lei, della sua lotta, del suo stile e del suo essere “indomita”, un modello d’ispirazione per intere generazioni.

Tra filmati d’archivio e testimonianze intime, “Indomita” è molto più di una biografia sportiva: è un inno alla forza delle donne, all’amicizia che sostiene nelle difficoltà, alla passione che muove le montagneanzi, le scala! Un racconto che la famiglia Rana ha scelto di sostenere e illuminare perché parla di valori autentici, dando così l’opportunità a tutti di conoscere questa travolgente storia di successo, ispirazione per generazioni di sportivi e per tutti coloro che hanno un sogno e decidono di investire la loro vita in questo con profondo impegno. Perché raggiungere una vetta significa sacrificio e come insegna Maria Canins: “Ogni volta che vedevo una discesa o una salita, io ho sempre scelto di pedalare verso la montagna”.