Dal 21 al 31 agosto 2025, la Commissione Grotte Eugenio Boegan, gruppo speleologico della Società Alpina delle Giulie APS – Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano, effettuerà una missione esplorativa in Montenegro, più precisamente nello Žijovo (Kučke planine), un altopiano sospeso tra il cielo e la pietra a quasi 2000 metri di quota, ai confini delle “Montagne Maledette” – le Prokletija albanesi –, una catena montuosa calcarea dalle forme spettacolari e ancora in gran parte sconosciuta al mondo speleologico.

In un’area operativa di circa 2 km² si susseguono banconi di roccia calcarea triassica e giurassica, con una potenza stratigrafica che supera i 1.200 metri. Un ambiente aspro e affascinante, per certi versi simile a quello del Monte Canin, ma più selvaggio e remoto, dove ogni passo in superficie potrebbe essere il preludio alla scoperta di squarci oscuri e ingressi appena accennati che conducono gli speleologi in profondità, accompagnati solo dal rumore delle gocce d’acqua e dal proprio respiro.

Tre gli obiettivi della spedizione: proseguire le esplorazioni di alcune cavità scoperte nel 2024 e completarne la mappatura; individuare ed esplorare nuove grotte grazie a ricognizioni mirate e supporto tecnologico (droni, GIS, Modello Digitale del Terreno e foto aeree); raccogliere dati geologici e materiale multimediale per studi scientifici e per raccontare la missione al pubblico.

La spedizione riunisce nove speleologi della C.G.E.B. (Laura Bertolini, Silvia Foschiatti, Veronika Paulina, Adriano Balzarelli, Alberto Giorgi, Andrea Lalovich, Umberto Mikolic, Rocco Romano, Cristiano Toffoletti), insieme a Daniele Santarossa (Unione Speleologica Pordenonese), Ida Cossettini (Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine) e Lorenzo Scaini (Gruppo Speleologico “Bertarelli” di Gorizia).

Insieme, porteranno in Montenegro la passione e l’esperienza dell’intero mondo speleologico del Friuli Venezia Giulia.
“La speleologia è esplorazione dell’ignoto allo stato puro, forse l’ultima possibile sul nostro pianeta, e ciò significa essere pionieri in un regno che esiste da milioni di anni, ma che non ha mai visto né la luce né l’uomo”, sottolinea il capo spedizione Alberto Giorgi.
