Un riconoscimento importante per la salute mentale in Friuli Venezia Giulia: due CSM del Dipartimento di Salute Mentale ASUFC hanno ottenuto la certificazione di Fidelity per l’applicazione del metodo Individual Placement and Support (IPS), modello internazionale che sostiene l’inserimento lavorativo delle persone con fragilità psichiche. Il traguardo è il frutto della collaborazione tra il servizio pubblico di ASUFC e il Consorzio Il Mosaico, che da oltre vent’anni opera sul territorio friulano con percorsi di inclusione sociale e lavorativa.
Nato negli Stati Uniti negli anni ’90, l’IPS parte da un principio semplice ma rivoluzionario: chi desidera lavorare è pronto a farlo. Non contano diagnosi, limitazioni cognitive o storie di disagio, ma la volontà della persona di intraprendere un percorso nel libero mercato. Su questo si fondano otto principi chiave: accesso diretto a un lavoro competitivo, assenza di criteri di esclusione, sostegno integrato con i Centri di Salute Mentale, rispetto delle preferenze personali, ricerca rapida di opportunità, consulenza sui benefici economici, accompagnamento a tempo indefinito e costruzione di legami con le imprese locali.
La Fidelity Visit, effettuatanei Centri di Salute Mentale di San Daniele del Friuli e Codroipo, ha permesso di misurare l’aderenza del servizio a questi standard. Un riconoscimento che conferma come l’approccio IPS, grazie alla sinergia pubblico–privato, sia ormai radicato nelle pratiche quotidiane del territorio.

Nel 2024 i numeri parlano chiaro: 67 utenti su 114 (58%) hanno trovato lavoro, di cui 42 donne e 25 uomini. Un dato considerevole, considerando che, nella salute mentale, i metodi tradizionali di inserimento lavorativo nel mercato libero presentano risultati ben più bassi, in genere sotto il 10%.
Nel corso dell’anno stati attivati 67 contratti a tempo determinato e 8 a tempo indeterminato, con prevalenza di inserimenti part-time, ma anche full-time. Le fasce più rappresentate sono i giovani adulti (18–34 anni) e le persone tra i 35 e i 50 anni.
Per gli utenti, questo significa opportunità concrete: dall’orientamento professionale alla stesura del curriculum, dalla preparazione ai colloqui fino all’accompagnamento diretto in azienda. In alcuni casi, l’operatore IPS supporta la persona anche negli spostamenti verso il nuovo luogo di lavoro, aiutandola a superare ansie e barriere pratiche.
“Questa certificazione non è solo un risultato tecnico, ma il riconoscimento di un cambio di paradigma – sottolinea il dottor Luca Fontana, Presidente del Consorzio Il Mosaico –. È la dimostrazione che il lavoro può essere parte integrante del percorso di cura e di recovery, restituendo dignità e autorealizzazione alle persone e generando benefici per l’intera comunità”.
Positivo anche il commento del dottor Marco Bertoli, Direttore del Dipartimento Dipendenze e Salute Mentale ASUFC: “La certificazione Fidelity rappresenta una grande opportunità: conferma il valore del lavoro come strumento fondamentale per la ripresa delle persone che vivono una condizione di disagio. È una strada che va perseguita con convinzione, – continua Bertoli – i risultati finora raggiunti sono un motivo necessario e corroborante per ottenere ulteriore benessere e prospettive di vita migliore per tutti coloro che, per vari motivi, vivono delle difficoltà. Proprio grazie a questi traguardi, i servizi di salute mentale sono oggi ancora più impegnati a sviluppare e consolidare la metodologia IPS”.
Con la Fidelity, il modello IPS si conferma un punto di riferimento internazionale e il Friuli Venezia Giulia rafforza la propria posizione all’avanguardia nelle politiche di salute mentale e inclusione lavorativa.
