Un confronto aperto, intenso, che attraversa i confini visibili e invisibili del carcere per riflettere sul potere della parola come strumento di libertà e di riscatto. È questo il senso dell’incontro “Voci oltre il muro: donne e diritto/dovere di raccontare”, in programma mercoledì 19 novembre alle 17.30 al Teatro Miela di Trieste, nel corso delle giornate che anticipano le Giornate del Premio Luchetta, in collaborazione con Bonawentura nell’ambito del festival S/Paesati, che prenderanno il via il 21 e proseguiranno fino al 23 novembre. 

L’appuntamento – realizzato in collaborazione con la Conferenza Basaglia – riunisce Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia e direttrice di Ristretti Orizzonti, Elton Kalica, redattore della testata, Giovanna Del Giudice, psichiatra e presidente della Conferenza Basaglia, Fabiana Martini, giornalista, ed Elisabetta Lippolis, formatrice. Un dialogo a più voci per indagare il ruolo del giornalismo come spazio di relazione, di formazione e di rinascita, capace di dare voce a chi troppo spesso ne è privo.

Al centro del dibattito l’esperienza di “Ristretti Orizzonti”, il giornale della Casa di Reclusione di Padova e dell’Istituto di Pena Femminile della Giudecca, considerato una delle realtà più significative nel panorama del giornalismo penitenziario italiano.

Nato dall’incontro tra giornaliste e giornalisti volontari e persone detenute, Ristretti Orizzonti è un laboratorio editoriale e umano che, da oltre venticinque anni, unisce scrittura, riflessione e formazione. Attraverso un lavoro quotidiano di redazione condivisa, detenuti e volontari imparano a raccontare la vita dentro le mura, a dar voce ai silenzi e a costruire – parola dopo parola – un ponte di comprensione tra il “dentro” e il “fuori”.

Un percorso che non solo contribuisce alla risocializzazione delle persone recluse, ma che al tempo stesso sensibilizza l’opinione pubblica sulle condizioni di vita in carcere e sul diritto all’informazione come diritto umano fondamentale. In questo modo, il giornalismo penitenziario diventa esercizio di responsabilità civile: un modo per restituire senso e dignità alle storie individuali, trasformandole in conoscenza collettiva.

L’incontro si inserisce nel calendario di “Aspettando il Premio Luchetta”, il cartellone di appuntamenti che da martedì 18 a giovedì 20 novembre anticipa le Giornate del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, che inizierà la stessa settimana dal 21 al 23 novembre, sempre al Teatro Miela

Il tema delle carceri – oggi più che mai urgente, alla luce dell’emergenza che attraversa il sistema penitenziario italiano e delle profonde criticità strutturali che lo accompagnano – sarà al centro anche delle Giornate del Premio Luchetta. Se ne discuterà domenica 23 novembre alle 11, nel panel “Cattiva gioventù o cattiva società?”, condotto dalla giornalista Gioia Meloni. Un appuntamento che riunirà Raffaella Calandra de Il Sole 24 Ore, vincitrice nella categoria Stampa italiana con l’inchiesta “Mai così tanti ragazzi in carcere, affollati anche gli istituti per minori”; Gaia Mombelli di Sky TG24, finalista nella categoria Reportage con “La cattiva strada”; e Valeria Verdolini dell’Associazione Antigone, realtà che da anni si impegna a garantire e tutelare i diritti nel sistema penale e penitenziario. Un confronto necessario per restituire complessità, responsabilità e prospettiva a un tema troppo spesso lasciato ai margini del dibattito pubblico.