
Questa edizione di “Aggiungi un posto a tavola” con Lorella Cuccarini come special guest delinea un affascinante equilibrio tra fedeltà al classico Musical interpretato da Johnny Dorelli con un tocco di freschezza attuale. I protagonisti principali sono stati più che lodevoli e con la regia di Marco Simeoli sono riusciti a farci emozionare ancora, grazie anche alla forza del testo che si conferma attuale nonostante il giro di boa del mezzo secolo: è quasi sicuramente l’edizione più bella a cui abbiamo mai assistito, con scenografie mozzafiato.La ripresa teatrale di Marco Simeoli vuole essere un atto di affetto verso Garinei e Giovannini e lo si comprende bene, non avendo distorto il fil rouge del Musical, ma solamente attualizzato calibrando quel giusto pizzico di moderno che ci ha riconsegnato uno spettacolo che è ancora vivo nei ricordi di tutti.Con maestria ha scelto un linguaggio lieve e vitale, grazie all’impostazione precisa dei tempi comici usando passaggi fluenti tra i momenti recitati e quelli musicali, come nella prima edizione, quella della “commedia musicale” di Garinei e Giovannini, scritta assieme a Jaja Fiastri. Andata per la prima volta in scena nel 1974 e che fu liberamente ispirata al romanzo “Dopo di Me il Diluvio” di David Forrest. Si è compresa la volontà di rendere questo spettacolo ancora attuale e favolistico, offrendoci un cast “corale” ed eccezionale, evitando protagonismi eccessivi: il paese dove si svolge la nota trama del Musical, diventa una comunità viva, non solo uno sfondo per i protagonisti. L’”intromissione” registica più personale di Simeoli consiste nel dare un ritmo narrativo snello, privo di lungaggini, senza però dimenticarsi o stravolgere i momenti di poesia della scrittura di Garinei e Giovannini.L’affezionato pubblico de “Il Rossetti” ha gustato nello spettacolo la presenza e la bravura di Lorella Cuccarini, che è riuscita a dare una dignità e vivacità più adatta ai nostri giorni al suo personaggio, “Consolazione”: Non è stata “diva caricaturale” ma una professionista che con la sua marcata ironia e sentimento ha retto benissimo il confronto con le altre famose protagoniste dei tempi passati che hanno interpretato “Consolazione” come Bice Valori e Alida Chelli. Elegante, ironica e tenera, la sua presenza scenica quasi magnetica regge la scena con naturalezza, ma senza eclissare mai gli altri ottimi attori – cantanti. Le parti da lei cantate hanno avuto quel tono di sicurezza ma anche di un calore che sembrava le provenisse dal cuore, valorizzando il registro medio della sua voce: perfetta.
Come era intuibile, le musiche di Armando Trovajoli restano il cuore ancora splendente della piece e libro mastro fondamentale dello spettacolo: in questa versione gli arrangiamenti sono stati solo leggermente rivisitati per offrire maggiore smalto, ma senza alterare di fatto il suono originale. L’orchestra dal vivo diretta da Maurizio Abeni restituisce tutta la ricchezza melodica tipica di Trovajoli, con quella aggregazione tra swing, armonia italiana e ritmo teatrale che ancora oggi è la chiave vincente del Musical.Questo pomeriggio abbiamo assistito e ascoltato un’ interpretazione di tutto il cast sicuramente curata, cristallina e ben equilibrata nei volumi, armonica e di grande impatto: brani iconici come “Aggiungi un posto a tavola”, “Peccato che sia peccato” e “Concerto per prete e campane”, che hanno mantenuto la loro potenza emotiva e coinvolgente nel pubblico.
I costumi sono anche quelli di Giulio Coltellacci, della prima edizione del 1974 e le scenografie, con le coreografie originali di Gino Landi, riprese da Cristina Arrò, ispirate ai bozzetti originali di Coltellacci e adattate da Gabriele Moreschi che preservano quell’estetica “da favola contadina” che ha reso immortale il Musical: sono veramente un capolavoro di maestria teatrale. Ottime le intuizioni sull’uso materiali e colori: il paesino di montagna è ricreato con materiali realistici ma stilizzati usando legno, pietra e colori pastello. Anche “l’effetto arca”, di cui l’autore andava fiero e che viene innalzata sulla stessa scena: rimane uno dei momenti più applauditi ed è stata pensata da Moreschi in modo tale da non snaturarne l’idea primigenia di Coltellacci. Tutti i cambi scena sono stati eleganti, veloci e scorrevoli grazie a proiezioni leggere e giochi di luce che ne hanno amplificato la profondità.
Infatti le luci firmate da Emanuele Agliati oltre ad essere state riprese dall’impianto di Coltellacci sono state una componente visiva di grande efficacia nella narrazione e svolgimento dello spettacolo:le sfumature blu e violette si fanno interpreti nelle sequenze clou, come il celebre dialogo tra Don Silvestro e “La Voce di Lassù” che è proprio quella registrata di Enzo Garinei, di cui conserviamo un ricordo della sua eccelsa bravura. Inoltre i toni caldi e dorati dominano le scene quotidiane, evocando un’Italia rurale quasi sospesa nel tempo. e mentre diluvia l’uso di controluce e strobo crea un effetto di maestosità scenica che impressiona, affascinando lo spettatore, ancora oggi.Chiaramente oltre alla splendida Lorella Cuccarini tutto il cast sarebbe da menzionare, tra gli altri in particolare spolvero e simpaticissimo il Don Silvestro interpretato da Giovanni Scifoni, con umanità e naturalezza in chiave ironica. Questo Don Silvestro è più un uomo tra la sua comunità che un prete idealista: una lettura adeguata per i nostri giorni. Anna Di Matteo interpreta una Clementina luminosa e fresca, dolce ma non ingenua. Vocalmente pulita, con intonazione che rasentava la perfezione: la voce più bella dello spettacolo. Non vogliamo dimenticare Marco Simeoli, che ha voluto essere presente in scena anche questa volta, interpretando un “Sindaco Crispino”, meno macchiettistico e più realistico: il regista-attore dosa bene i tempi comici, trasformando il ruolo in una presenza costante e affettuosa, ricordiamo anche Francesco Zaccaro, nei panni di “Toto” che ci ha offerto tutta la simpatia del personaggio conservando i ritmi perfetti di una signora “spalla”, perfetta per il protagonista.Un Musical che non risente degli anni trascorsi, anzi, forse in questa edizione così ben curata in qualche modo “riportata alle origini” ci ha offerto il piacere di assaporare in realtà uno spettacolo che ci fa propendere a definirlo senza tempo: non occorre molto per renderlo attuale, in nocciolo della trama lo rende già tale ed è stata una idea molto azzeccata quella di Marco Simeoli che “lascia” la regia originale a Garinei e Giovannini e a lui il compito di riprenderla teatralmente.In replica alla sala Assicurazioni Generali del “Il Rossetti” domenica 23 novembre alle ore 16.00
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA”
Commedia musicale di Garinei e Giovannini
Scritta con Jaja Fiastri
Musiche di Armando Trovajoli
Liberamente ispirata a “After me the Deluge” di David Forrest
Special guest Lorella Cuccarini – Consolazione Giovanni Scifoni – Don Silvestro Anna Di Matteo: Clementina
La voce di lassù” è di Enzo Garinei
Marco Simeoli: Sindaco Crispino
Francesco Zaccaro: Toto
Francesca Nunzi Ortensia
Ensemble
Alessandro Di Giulio (nel ruolo del Cardinale), Chiara Albi, Simone Baieri, Vincenza Brini, Nico Buratta, Giuditta Cosentino, Mattia Fazioli, Simone Giovannini, Kevin Peci, Eleonora Peluso, Annamaria Russo, Rocco Stifani, Ylenia Tocco
Scenografie e progetto originale di Giulio Coltellacci
Adattamento. scenografico di Gabriele Moreschi
Costumi – disegni originali di Giulio Coltellacci adattamento di Francesca Grossi
Disegno luci di Emanuele Agliati
Disegno fonico di Emanuele Carlucci/Simone Della Scala
Direttore di produzione Carlo Buttò
Supervisione artistica Alessandro Longobardi
Coreografie originali di Gino Landi riprese da Cristina Arrò
Direzione musicale Maurizio Abeni
Regia originale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
Ripresa teatrale di Marco Simeoli
