Giovedì 4 dicembre, il bistrot Mimì e Cocotte (in Via Cadorna 19), guidato dalla cuoca dell’Alleanza Slow Food Giovanna Abbondanza, ospiterà lo chef trentino Paolo Betti per una cena a quattro mani dal titolo evocativo: “Tra Carso e Valsugana, la biodiversità a tavola”.
L’evento si preannuncia come un vero e proprio viaggio enogastronomico che unisce i sapori intensi del Carso triestino con il “patrimonio di sapori” delle montagne trentine, il tutto nel segno dei Presìdi Slow Food e della filosofia del cibo buono, pulito e giusto. Il protagonista della serata, Paolo Betti, è molto più di un semplice chef: è il referente dei cuochi dell’Alleanza Slow Food del Trentino Alto Adige e un vero e proprio paladino dell’etica in gastronomia.
Originario di Pergine Valsugana, Betti ha gestito per 12 anni il suggestivo Rifugio Maranza (a 1077 m, sul passo del Cimirlo), prima di portare la sua filosofia su ruote con lo Slow Truck, già noto a eventi come Terra Madre 2024. Come lui stesso afferma, Slow Food è una “missione etica”: «Quando si parla di cibo abbiamo di fronte questioni molto complesse, etiche, sociali, ambientali, ma anche culturali e educative. Il cibo è cultura quando si produce, quando si prepara e quando si consuma.»
Per Betti, l’atto di cucinare è in primo luogo un’azione culturale volta a diffondere la conoscenza di un cibo che non sia “senz’anima”, come quello della grande distribuzione, e a sostenere modelli di produzione virtuosi. Il suo ruolo lo porta a viaggiare “di valle in valle ad approfondire la conoscenza di razze autoctone, vitigni secolari, malghe e sistemi di lavorazioni rispettosi del suolo, dell’ambiente”.
Paolo Betti si definisce un “integralista”: per lui, la sostanza conta più dell’apparenza. In un’epoca in cui “si mangia con gli occhi”, lo chef cerca autenticità e piatti dettati da ciò che la natura offre. Lavora in simbiosi ed equilibrio con la natura, cercando costantemente il legame profondo tra cibo e territorio, trasformando anche la spesa in un vero e proprio “atto politico”. La cuoca Giovanna Abbondanza di Mimì e Cocotte accoglie l’ospite trentino per un menu che è un inno alla biodiversità dei due territori, con piatti che esaltano ingredienti rari e Presìdi Slow Food. La cena inizierà con un antipasto che fonde montagna e lago: uno Sformatino preparato con il Casolet del Caseificio Turnario di Peio (Presidio Slow Food) e il pregiato Broccolo di Torbole (Presidio Slow Food), il tutto accompagnato da una croccante cialda di pane di segale SpaccioPani.
Il primo piatto sarà l’espressione massima del tema della serata, unendo idealmente il Carso e la Valsugana: Gnocchi con Polenta di Mais Spin della Valsugana conditi con il ricco e saporito ragù di Pecora Carsolina (Presidio Slow Food). Si proseguirà con un secondo della tradizione trentina: il Tonco del pontesel, servito con polenta di patate. Per concludere in dolcezza, verrà proposta la Rosada con castagne della Valsugana. Ad accompagnare le portate, saranno serviti i vini di eccellenza, con la Malvasia e il Terrano dell’azienda Budin di Sales, Sgonico (Ts), e l’Enantio a piede franco (Presidio Slow Food) della cantina Bongiovanni – Trentino.
La filosofia di Slow Food non si ferma alla cena. I sapori scoperti giovedì 4 dicembre potranno essere ritrovati e replicati a casa. Nel fine settimana infatti, molti degli ingredienti, in particolare i Presìdi Slow Food , saranno disponibili e acquistabili presso i banchi del Mercato Coperto di Trieste, offrendo ai commensali e ai curiosi la possibilità di continuare il viaggio enogastronomico nella propria cucina.
L’appuntamento è alle 20 per una cena che è un’occasione per riscoprire sapori autentici, sostenere i piccoli produttori e celebrare una cucina che “racconta il territorio e crea legami oltre ogni confine.”Per prenotazioni e informazioni: https://trieste.green/tour/farmer-artist-2025/