Ancora una volta, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti” si impone come snodo fondamentale nel dialogo tra l’Italia e il grande Teatro musicale internazionale. Non si tratta soltanto di ospitalità prestigiose, ma di una precisa visione culturale che nel tempo ha costruito una reputazione solida, riconosciuta ben oltre i confini nazionali. Il Rossetti è oggi uno dei rarissimi teatri italiani in grado di accogliere, produrre e far dialogare artisti che appartengono stabilmente ai più alti circuiti del Musical mondiale.

L’importanza di chiamarsi “Il Rossetti”Un ruolo confermato anche dalla recente adesione del teatro alla Broadway League, l’esclusiva associazione che riunisce i produttori dei maggiori spettacoli di Broadway: un traguardo di valore storico, unico in Italia, che sancisce ufficialmente lo status internazionale del Rossetti e permette al pubblico italiano di avvicinarsi a interpreti e progetti solitamente accessibili solo nei grandi centri teatrali anglosassoni. All’interno di questa stagione, basti ricordare il concerto “Gravity”, con protagoniste voci rappresentative come Kerry Ellis, Rachel Tucker ed Emma Hatton, oppure il ritorno di Jason Donovan, che proprio a Trieste ha celebrato l’anniversario di “The Rocky Horror Show” nella sua versione originale. Eventi che non sono episodi isolati ma tasselli coerenti di un disegno culturale ampio e costruito ne tempo.

“From The Rehearsal Room” un progetto nato in momenti difficili: il Covid divenuto una perla

In questo contesto si inserisce “From The Rehearsal Room Trieste – Il Ritorno”, progetto ideato e fortemente voluto da Ramin Karimloo e Hadley Fraser, che scelgono deliberatamente di sottrarre, anziché aggiungere. Una “sala prove tra amici”, che diventa spazio poetico, luogo di ascolto e di verità, lontano dalla retorica del grande evento e sorprendentemente vicino all’origine stessa del fare teatro, anzi di creare un momento di sincera intimità tra palco e pubblico.

Musica e voci anche italiane sono espressamente state volute del Duo

Per questa edizione triestina, Karimloo e Fraser hanno voluto circondarsi di musicisti-interpreti capaci di condividere non solo l’eccellenza tecnica, ma anche la stessa attitudine narrativa. Massimo Bonano, virtuoso raffinato capace di muoversi con naturalezza tra chitarra e pianoforte, è anche cantante sensibile, attento al respiro drammaturgico del suono. Accanto a lui Andrea Rigonat, chitarrista, polistrumentista e compositore, porta una scrittura musicale densa di sfumature, capace di passare dall’intimismo acustico a colori più moderni e cinematografici senza mai sovrastare la voce. Il duo è stato chiamato sul palco da Karimloo, presentati come amici e ritrovatisi qui, a Trieste, che sono stati accolti, dopo una loro splendida interpretazione musicale con un’ovazione dal pubblico.A completare questo piccolo ensemble di altissimo livello, Filippo Strocchi, interprete amatissimo dal pubblico triestino per le sue apparizioni in altri spettacoli a Trieste anche al “Il Rossetti”, del Musical italiano. Cantante e anche polistrumentista, Strocchi possiede una vocalità elegante e teatrale, raffinata in produzioni come “Les Misérables”, “Evita” di Massimo Romeo Piparo e nella storica edizione originale di “Cats”, spettacolo conclusosi pochi giorni fa al “Il Rossetti”, dove ha vestito i panni dell’iconico “Rum Tum Tugger”. Vincitore del Premio Massimini, Strocchi si inserisce nello spettacolo non come semplice ospite, ma come vero compagno di racconto, capace di dialogare alla pari con due star internazionali di tale livello: ha cantato un “Caruso” del compianto Lucio Dalla, con un riarrangiamento grandioso, cambiando le armonie e timbri: i toni, semitoni e note acute hanno fatto sobbalzare il pubblico, invertendoli nella meravigliosa canzone del cantante bolognese, in parti, dove non si poteva aspettarle con un risultato armonico incredibile: un “Caruso” nuovo, ancora più moderno nella sonorità, più affascinante perché diverso.

Il “cuore” dello spettacolo

Il cuore di “From the Rehearsal Room” resta naturalmente l’incontro tra Karimloo e Fraser, due artisti che da anni occupano un posto centrale nel panorama del teatro musicale mondiale. Di Ramin Karimloo si conoscono la potenza vocale, il carisma scenico e la rara capacità di fondere tecnica e istinto. Negli ultimi anni ha ampliato ulteriormente il proprio percorso, dal recente “Pirates! The Penzance Musical” fino all’acclamata apparizione al London Palladium, dove ha condiviso il palco con Rachel Zegler, una delle voci e dei volti più luminosi del panorama internazionale contemporaneo. Da sottolineare l’amore viscerale ed istintivo come per ogni interprete musicale giunto ad una fama mondiale; di aver un luogo preferito, una “nicchia “ dove preferisce anche tornare senza doversi recare al “lavoro”: il teatro, e questo luogo è Trieste. Infatti lo scorgemmo anche alla “Barcolana” ad ottobre scorso. Cosa che lo stesso cantante ha sottolineato e ringraziato del riconoscimento ricevuto dal nostro Comune, si è definito ambasciatore di Trieste, ed anche lo stesso Fraser ha voluto sottolineare il suo sincero affetto, esprimendo l’attaccamento alla nostra città, più e più volte durante lo spettacolo.

”Un voce difficilmente confondibile, calda, pastosa, perfetta e tenorile: un talento naturale a gestire la musica, scriverla, far teatro e cinema: Hadley Fraser

Hadley Fraser, dal canto suo, continua a muoversi con naturalezza tra teatro e cinema. Oltre a una carriera teatrale di primissimo piano, nel marzo 2025 è apparso sul grande schermo nel ruolo del padre nella nuova versione cinematografica Disney di “Biancaneve”, ampliando ulteriormente il suo spettro espressivo. Non ci vorranno male i nostri lettori, ma verso questo poliedrico, inimitabile cantante, musicista, compositore, risalta come un stella nel mondo anche dei Musical in maniera diversa e forse più profonda del suo amico collega. La scaletta dello spettacolo , volutamente naturale e scorrevole, mai dichiarata come “definitiva”, attraversa i titoli che hanno segnato la storia artistica dei due interpreti: “Les Misérables”, “The Phantom of the Opera”, pagine celebri e meno prevedibili, accanto a brani originali o profondamente reinventati quasi integralmente o magistralmente riarrangiati. Alcuni temi straordinari possono affiorare come echi riconoscibili, magari sotto forma di frammenti, variazioni, accenni: una ballata struggente, un duetto di conflitto e redenzione, un’aria trasformata in confessione sussurrata. La scelta di arrangiamenti ridotti all’essenziale è centrale: chitarre acustiche, pianoforte, qualche intervento percussivo accennato soprattutto nel secondo bis eseguito da Strocchi . In questo spoglio raffinato emergono le voci nella loro nudità emotiva, con tutte le dinamiche, le esitazioni, i respiri condivisi. È una musica che non chiede di essere ammirata, ma ascoltata.

photo credit Simon Mathew

Uno spettacolo intimistico che apre le porte al Natale

Ciò che rende lo spettacolo memorabile è la profonda complicità artistica tra Karimloo e Fraser. Nessuna auto celebrazione, nessuna competizione: sul palco esiste solo un dialogo continuo, fatto di sguardi, di sorrisi ironici, di improvvisazioni nate sul momento. Piccoli incidenti diventano materia scenica, occasioni di gioco e di verità. La “sala prove” si rivela così per ciò che è: uno spazio di libertà assoluta.Le loro differenze vocali e caratteriali diventano un punto di forza. Karimloo è un narratore istintivo, capace di passare da slanci travolgenti a mezze voci quasi confidenziali. Fraser è misura, profondità, eleganza riflessiva. Nei duetti, questo equilibrio genera una tensione emotiva continua, un gioco di aperture e radicamenti che cattura e trattiene. Non è un dettaglio che questa serata si sia svolta simbolicamente nella Anti-Vigilia di Natale. L’atmosfera, sospesa e raccolta, ha assunto un valore quasi rituale. Lontano dalle luci abbaglianti delle feste, lo spettacolo ha offerto un tempo diverso: più lento, più intimo, quasi contemplativo. Un omaggio sentito alla città di Trieste, capace di accogliere questa dimensione poetica con ascolto e silenzio.

Una scelta musicale perfetta per accoccolarsi ad ascoltarli sulle poltrone del Teatro

Il repertorio ha attraversato con naturalezza il Musical più lirico e la ballata contemporanea, accostando brani teatrali, suggestioni cinematografiche, momenti acustici affidati alla chitarra e inserti ironici, mai fuori tono. Ne è nato un mosaico coerente, profondamente umano. Da il brano più conosciuto di “Les Miserables” cantato in duo da far tremare il pubblico de “Il Rossetti” ad “”Astro del ciel”, ovviamente cantato in inglese: “Silent Night”, per portarci alla vigilia di Natale nel modo più coerente ma anche più sentito anche dai due grandi interpreti: “FA VO LO SA” la scaletta: veramente un concerto unico nel suo genere, di una intimità difficile da raggiungere con 1200 spettatori, loro ci son riusciti.

Un pianista e compositore d’eccezione

La presenza di Theo Jamieson, pianista straordinario e compositore pluri premiato, ha completato il disegno sonoro. Le sue orchestrazioni, sempre discrete e raffinatissime, hanno dato profondità senza mai appesantire, mantenendo l’equilibrio perfetto tra struttura e libertà. “From the Rehearsal Room” si afferma così come un esperimento pienamente riuscito proprio perché rinuncia alla spettacolarità come obiettivo e la restituisce come conseguenza naturale. Karimloo e Fraser dimostrano che il teatro musicale può essere immenso anche quando si fa piccolo, che una sala prove può avere la stessa forza di un grande palcoscenico, e che la verità artistica, sostenuta da talento, visione e onestà, è ancora capace di creare un coinvolgimento profondo e duraturo. Una serata intensa, elegante, musicalmente raffinatissima e delicatissima, vogliamo sottolineare questo aggettivo perché alla Vigilia di Natale tutte le persone hanno il desiderio di delicatezza per scordare, anche per poco tempo, le parentesi meno positive dell’anno passato. Un promemoria prezioso: il teatro nasce così, da una stanza spoglia da due voci o tre al massimo, se si considera anche la meravigliosa apparizione di Strocchi e del duo Bonanni, Rigonat, di pochi strumenti e dal desiderio sincero di raccontare e raccontarsi in una serata speciale.

Poteva mancare il brindisi al 23 Dicembre ormai quasi il 24 ? L’eleganza de “Il Rossetti” ha stretto il suo pubblico nel foyer “Vittorio Gassman” per un brindisi d’augurio: un abbraccio di auguri tra il nostro Teatro e i suoi ospiti non poteva, naturalmente essere dimenticato.

Vogliamo anche noi augurare ai nostri lettori un sereno Natale e un un Ultimo dell’Anno diverso e sereno, ci ritroveremo il Primo Gennaio 2026.