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“RIOT ACT”: AL TEATRO ROSSETTI L’OPERA DI ALEXIS GREGORY CI OFFRE UNA PROFONDA RIFLESSIONE SUL MONDO LGBTQ+

Inserito da Paolo Bencich | Mar 12, 2025 | Spettacoli ed Eventi | 0 |

“RIOT ACT”: AL TEATRO ROSSETTI L’OPERA DI ALEXIS GREGORY CI OFFRE UNA PROFONDA RIFLESSIONE SUL MONDO LGBTQ+

di Edoardo Gridelli

Forse molti si domandano da dove nasce il “Pride” della comunità LGBTQ+, che cosa in realtà significhi questo movimento che abbraccia le Americhe e l’Europa. Tralasciando ogni discussione politica o di significato simile, è certo che il significato di libertà di democrazia non possa anche coinvolgere il diritto alla libertà di pensiero e di genere. In questo spettacolo del Centro di Produzione Teatrale Artisti Associati, vi sono tre fondamentali monologhi intrecciati tra loro, basati su tre storie reali, dove la performance di Di Michele non può essere che apprezzata e sottolineata per la sua forte intensità e autenticità, riuscendo a trasmettere con durezza e a volte con ilarità e consapevolezza del tema trattato, le emozioni e le vicende dei protagonisti di questi tre monologhi.

Forse molti si domandano da dove nasce il termine “Pride” per la comunità LGBTQ+ o che cosa in realtà significhi questa organizzazione. In questo spettacolo: “Riot Act”, nella sua prima parte, Massimo Di Michele ce lo spiega, interpretando, uno dei partecipanti di quella notte tra il 27-28 giugno 1969 al locale newyorkese “Stonewall Inn”, dove si ritrovavano omosessuali, drag-queen e persone transgender, dove era proibito vendere alcolici a gruppi di tre o più omosessuali, dove addirittura non si poteva ballare e stare vicini o sostare in gruppetti di più di tre persone. Il locale era logicamente per quell’epoca preso di mira dalla polizia che frequentemente e assiduamente compiva delle retate indiscriminatamente usando i manganelli in modo pesante in una mattanza, fino alla notte del giugno del 1969 dove per la prima volta i frequentatori dello”Stonewall Inn” si ribellarono alle forze dell’ordine e pare che dalle testimonianze vi fu una donna transgender di origini portoricane-venezuelane, Sylvia Rivera, a scagliare in gosso bicchiere di cristallo che era posto nella saletta a mò di pozzo dei desideri, dove si gettavano dei “dime” di buon augurio contro la polizia. Da qui nacquero gli scontri con la polizia, poi i successivi arresti. Da quel momento in poi il “Pride” si organizzò per rivendicare i suoi diritti e la ricerca dell’inclusività sociale.

Si passa poi al secondo e terzo passaggio recitativo per sottolineare quanto l’AIDS fu nascosto e taciuto fino a metà degli anni 90: non possiamo non ricordare il famoso film “Philadelphia” del 1993 diretto da Jonathan Demme ed interpretato da un fantastico Tom Hanks, che ripercorre vagamente ciò che accadde precedentemente con l’AIDS nella città di Boston. Riflessioni e pensieri che fanno pensare, quelli espressi da questo spettacolo, come la gioia di uno dei protagonisti dei trte monologhi che richiamando nel finale a ”sorvegliare” i diritti di questa comunità e no solo, fino ad ora acquisiti con le battaglie per i loro diritti civili , richiama la visita della Principessa in un reparto di malati di AIDS, Diana d’Inghilterra, che diede una svolta alla comprensione collettiva sia di questa piaga virale sia alla consapevolezza che i malati non erano dei reietti o cittadini di seie B per il loro orientamento sessuale, ma semplicemente esseri umani da curare ed aiutare, come fece il Professsor Fauci nella ricerca per debellare l’HIV.

Di Michele alla fine della rappresentazione fa delle riflessioni e ringrazia sentitamente anche Ariella Reggio presente alla “Sala Bartoli” con cui ha collaborato in passato.

Questo spettacolo è in realtà una ennesima denuncia che richiama il pubblico, nell’ultima parte dei tre monologhi per avere una maggiore chiarezza di idee e consapevolezza su un mondo, quello LGBTQ+, per liberarsi da preconcetti ed arrivare a una pacifica uguaglianza e forme di libertà uguale per tutti e di non perdere quelle fin ora acquisite

In Replica alla “Sala Btoli “ del “Politeama Rossetti” Mecoledì 12 Marzo ore 21-00

RIOT ACT

Di Alexis Gregory

T0raduzione Enrico Luttmann

Diretto e Interpretato da Massimo Di Michele

Costumi

Marco Dell’Oglio

Scrittura gestuale Tiziano Di Muzio

Consulente musicale Fabio Marchi

Assistente alla regia Giuseppe Claudio Insalaco

Produzione a.ArtistiAssociati-Centro di produzione teatrale

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