Dalle pagine che raccontano l’epidemia della peste di Gorizia del 1682 alle opere di alcuni artisti del Novecento rappresentativi del territorio. La Fondazione Carigo invita a un percorso inedito nella memoria e nell’arte di Gorizia, presentando, dal 10 settembre, un allestimento parzialmente rinnovato della mostra “Gorithia. Tra le pieghe del tempo – 1001-2025”, visitabile nello Smart Space di via Carducci 2.
In un percorso espositivo dove ai contenuti multimediali si uniscono opere d’arte e materiali di rilievo storico, riferiti alle diverse epoche storiche narrate nell’arco della mostra – dall’XI al XXI secolo –, viene ora allestita una nuova sezione che vede esposti i preziosi manoscritti seicenteschi illustrati di Giovanni Maria Marusig, di proprietà della Biblioteca Statale Isontina, cui se ne aggiunge uno proveniente dalle collezioni della Fondazione Carigo.
Contemporaneamente viene rinnovata l’area che racconta il Novecento, dove trova ora spazio, grazie alla collaborazione con KB – Delniška Družba SPA e con collezionisti privati, una nuova pregiata selezione di opere pittoriche, tra cui spiccano Anton Zoran Mušič e Tullio Crali.


Straordinarie fonti storiche per la città di allora, gli scritti di Giovanni Maria Marusig, sacerdote cappellano e poi confessore del convento di Santa Chiara, rivelano un interesse erudito del loro autore per le vicende di Gorizia, unito a una viva curiosità per i fatti di cronaca e la vita quotidiana, che annotava con scrupolo e arguzia. Nato a Gorizia nel 1641, Marusig fu autore di numerosi manoscritti, una parte legata ai suoi incarichi religiosi e una parte considerevole alla storia della sua città, tra cui appunto quelli ora esposti in mostra. La singolarità della sua opera risiede nella combinazione di testi in prosa e versi, alternando italiano e friulano, e in un ricco corredo di disegni che trasformano i suoi scritti in un vero e proprio “racconto per immagini”.
Tra i manoscritti esposti, spicca la “Relatione del contaggio successo in Goritia & sua origine l’anno 1682”, una formidabile testimonianza dell’epidemia di peste che colpì la città. In quest’opera, Marusig annotò giorno per giorno i nomi dei morti, i provvedimenti delle autorità e gli eventi di quei terribili mesi, offrendo uno spaccato unico della Gorizia del tempo. Le altre opere in mostra includono le “Morti violente e subitane”, un’impressionante sequenza di delitti, condanne e suicidi accaduti tra il 1641 e il 1704; “Goritia le chiese”, un approfondimento sulla storia ecclesiastica e la costruzione degli edifici sacri cittadini; “Goritia, e sua origine”, che racconta la storia di Gorizia dai primordi fino al 1705 attraverso disegni e didascalie, e un manoscritto in latino in cui l’autore si domanda se le donne abbiano più giovato o nuociuto agli uomini.
“Goritihia. Tra le pieghe del tempo – 1001-2025” è una mostra in continua evoluzione, dove a rotazione trovano spazio preziose testimonianze storiche e culturali, rese disponibili grazie alla sinergia con enti pubblici e privati” ha commentato la Presidente della Fondazione Carigo Roberta Demartin. “Oggi siamo orgogliosi di presentare al pubblico i manoscritti di Marusig, autentici tesori della nostra storia, qui esposti insieme per la prima volta, e di poter offrire un rinnovato sguardo sull’arte del XX secolo, a conferma del costante impegno della Fondazione nella tutela e valorizzazione della cultura del territorio”.
Il rinnovamento di “Gorithia. Tra le pieghe del tempo – 1001-2025” prosegue infatti nella sezione dedicata al Novecento, che si arricchisce di opere significative di artisti di primo piano i cui nomi si legano al territorio goriziano, come Anton Zoran Mušič e il futurista Tullio Crali, oltre a Demetrij Cej, Rudolf Saksida, generosamente prestate da collezionisti privati e da KB – Delniška Družba SPA.
L’esposizione “Peste e cronaca nera: i manoscritti illustrati di Giovanni Maria Marusig” e la sezione “Nuovi sguardi sul Novecento” saranno visitabili dal 10 settembre all’interno dello Smart Space, nella sede della Fondazione Carigo, in via Carducci 2 a Gorizia.

