Dal 21 al 23 novembre prossimi Trieste ospita professioniste e professionisti del giornalismo nazionale e internazionale, testimoni di drammi e di storie provenienti da tutto il mondo. Il giornalismo d’inchiesta torna protagonista sul palco del Teatro Miela in un programma di incontri e tavole rotonde per dibattere di violazioni di diritti e emergenze sociali. Le Giornate del Premio Luchetta saranno anticipate da un intenso cartellone di iniziative come incontri con l’autore, spettacoli, mostre e commemorazioni in linea con le tematiche affrontate e l’attualità più stringente, in collaborazione con una fitta rete di festival e associazioni. Un moltiplicarsi dei linguaggi dell’arte e della cultura intorno alla necessità di un impegno civile universale.

IL PROGRAMMA

Le Giornate del Premio cadono nella settimana in cui ricorre la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorda l’approvazione, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della Convenzione sui diritti dell’infanzia, con la quale per la prima volta, nel 1989, i bambini, le bambine e gli e le adolescenti sono stati riconosciuti come titolari di diritti civili, sociali, politici ed economici. Una scelta che ribadisce l’instancabile impegno della Fondazione nel diffondere i principi che la animano e nel promuovere il Premio in memoria dei giornalisti trucidati a Mostar Est nel gennaio del 1994 e a Mogadiscio nel marzo dello stesso anno.

Venerdì 21 novembre al Teatro Miela si inaugura la 22ª edizione del Premio Luchetta. L’appuntamento è alle 17.30 con Daniela Schifani Corfini Luchetta, presidente della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, e Fabiana Martini, segretaria della giuria del Premio, per i saluti di apertura e la presentazione di “Bambini senza nome”, lo speciale prodotto dalla Rai dedicato al giornalismo sul campo. A seguire, la consegna del Premio speciale della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin 2025 a Francesca Albanese, premiata — recita la motivazione — «per aver da subito denunciato che quanto stava accadendo a Gaza e in Cisgiordania si configurava come un crimine di genocidio, come è stato confermato dalla Commissione speciale dell’ONU il 16 settembre 2025, opera che le ha procurato un isolamento intimidatorio. Bisogna, oggi più che mai, difendere il lavoro per la ricerca della pace che svolgono le Nazioni Unite attraverso le sue Istituzioni, che troppo spesso vengono derise da chi basa il proprio agire sulla violenza. L’opera di Francesca Albanese è uno straziante grido di allarme sul crollo del diritto internazionale con il quale l’umanità, a partire dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948, ha cercato, senza riuscirci, di voltare pagina dopo le tragedie delle due guerre mondiali e il genocidio degli ebrei che hanno insanguinato il secolo scorso».

La consegna del Premio avverrà nel corso dell’incontro intitolato Il diritto alla Vita dei bambini e delle bambine palestinesi, dedicato al tema delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, che vedrà protagonista, oltre ad Albanese, Paolo De Stefani, docente di diritto internazionale dei diritti umani all’Università di Padova. Il dibattito sarà moderato da Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia. La prima giornata si concluderà con lo spettacolo a ingresso libero Odissea minore, progetto di e con Nicola Chio, Christian Elia e Miriam Selima Fieno, che fonde teatro, giornalismo narrativo e cinema documentario, impegnandosi in una ricerca sul campo lungo la Rotta balcanica per conoscere da vicino la realtà aspra delle frontiere europee diventate il luogo di infanzia di migliaia di bambine e bambini in fuga con i loro genitori. 

Sabato 22 si annuncia come una giornata ricca di testimonianze e approfondimenti con alcuni dei vincitori delle sette categorie del premio. Si inizia alle 11 con Il sistema di violenza della Rotta balcanica, dibattito moderato da Gianfranco Schiavone, presidente di ICS-Consorzio italiano di solidarietà, con Alessia Candito (La Repubblica), vincitrice nella categoria Rotta balcanica con “I fantasmi della Rotta balcanica”, le finaliste nella stessa categoria Anna Piuzzi (La Vita Cattolica) con “I morti senza nome lungo la Rotta balcanica”, e Anna Vitaliani (Rai TGR Friuli Venezia Giulia con Renato Orso) con “Tra speranza e paura”, e Roberta Altin dell’Università degli Studi di Trieste. Alle 15.30 la tavola rotonda dal titolo Sfruttamento e nuove schiavitù tra economie predatorie e cambiamenti climatici darà avvio al programma pomeridiano. Sul palco del Teatro Miela saliranno Marina Sapia (In mezz’ora, Rai 3), vincitrice nella categoria TV News con “Mani nude”, Gianluca Diana (RSI Rete due), vincitore nella categoria Radiofonia con “Africana Soap, i bambini della soda”, Tom Parry (Al Jazeera), finalista nella categoria Stampa internazionale con “In Kenya, girls are sold into marriage to stave off starvation from draught”. L’incontro sarà moderato dal giornalista Enzo Nucci, già corrispondente Rai da Nairobi. Alle 17 Eleonora Tundo e Davide Rinaldi (RAI-Raiplay), finalisti nella categoria Radiofonia con “The Korean Game”, dialogheranno con la giornalista e insegnante Emily Menguzzato sul tema “Lo stress è giovane”, riferito al Paese più competitivo del mondo, dove spesso chi non regge il ritmo si suicida. Orfani a disposizione è il titolo del panel che vedrà in dialogo Alessia Cerantola (Tre Soldi, Rai Radio 3), finalista nella categoria Radiofonia con “La bambina n.12”, Stefania D’Ignoti, finalista con Davide Maria De Luca e Cecilia Butini (Domani) nella categoria Stampa italiana con “Ucraina, la diaspora dei bambini: gli orfani contesi tra Roma e Kiev”, e Carla Garlatti, magistrata, già Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Modererà il dibattito il giornalista Andrea Luchetta, inviato della Rai. L’ultimo appuntamento della seconda giornata, dal titolo “Le macerie di Gaza e il collasso del diritto”, è in programma alle 19.30 alla presenza di Marco Damilano. Il presidente della giuria del Premio Luchetta coordinerà il dialogo tra Chiara Avesani e Matteo Delbò (Rai 3), Il fattore umano, vincitori nella categoria Reportage con “Leaving Gaza”, Federica Iezzi (Il Manifesto), finalista nella categoria Stampa italiana con “Tutto il dolore del mondo tra i bambini feriti di Gaza”, Lorenzo Tondo e Malak A Tantesh (The Guardian), vincitori nella categoria Stampa internazionale con “One afternoon in Gaza, two family tragedies: the childhoods cut short by Israeli airstrikes”, e Tomas Stargardter, editor in Chief Epa Images, in rappresentanza di Haitham Imad, vincitore nella categoria fotografia con “La guerra in prima persona”.

L’ultima giornata, domenica 23, verrà aperta alle 10.45 da Giornali e caffè, appuntamento con la rassegna stampa curata da Marco Damilano. A seguire, Cattiva gioventù o cattiva società?, panel condotto dalla giornalista Gioia Meloni, con Raffaella Calandra (Il Sole 24 ore), vincitrice nella categoria Stampa italiana con “Mai così tanti ragazzi in carcere, affollati anche gli istituti per minori”, Gaia Mombelli (Sky Tg24), finalista nella categoria Reportage con “La cattiva strada”, e Valeria Verdolini dell’Associazione Antigone, associazione che si occupa di garantire i diritti nel sistema penale e penitenziario. Chiuderà la 22ª edizione del Premio Luchetta “Un Paese alla deriva: il Myanmar”, dialogo tra Daniele Bellocchio (InsideOver e Sky TG 24 Mondo), finalista nella categoria Reportage con “Myanmar, la guerra civile dimenticata” e nella categoria Tv News con “Bombe sulle macerie”, e Walter Skerk, giornalista e curatore della rubrica EstOvest Tgr.

I vincitori delle rispettive categorie verranno premiati all’inizio dei panel di cui saranno protagonisti.

Le Giornate del Premio Luchetta saranno anticipate da un programma comprendente mostre, commemorazioni di anniversari, incontri con l’autore e spettacoli nell’ambito del festival S/Paesati. Una collaborazione con associazioni, professionisti e artisti per riflettere attorno alle tematiche connaturate al Premio e alla Fondazione. 

Martedì 18 novembre, alle 19, la vernice della mostra pittorica “Io fra voi” di Ingrid Kuris-Akis, artista che indaga il mito quale strumento per riflettere sulla condizione umana e ritrovare il contatto con la bellezza e la natura. Alle 20.30 andrà in scena “A come Srebrenica”, spettacolo di e con Roberta Biagiarelli dedicato al genocidio del 1995 per ricordare il quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per l’11 luglio una Giornata internazionale della riflessione e commemorazione. 

Doppio appuntamento mercoledì 19: si inizia alle 17.30 con “Voci oltre il muro: donne e diritto/dovere di raccontare”, in collaborazione con Conferenza Basaglia, che coinvolgerà Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia e direttrice di Ristretti orizzonti, il giornalista Elton Kalica e la psichiatra Giovanna Del Giudice. “Pazi snajper – Attenzione cecchino” è il titolo dello spettacolo di Roberta Biagiarielli con Sandro Fabiani – inizio alle 20.30 -, che mette in scena l’assedio di Sarajevo vissuto da due prospettive opposte: quella di una coppia che resiste e quella di un cecchino che attende di colpire. 

Antonella Sbuelz, autrice di “Questa notte non torno” (Feltrinelli), incontrerà ragazzi e ragazze giovedì 20 alle 17. L’evento è in collaborazione con Triestebookfest. A seguire, alle 19, l’inaugurazione della mostra fotografica “Fate la scuola non fate la guerra”, curata dall’associazione Diritti e storti Aps. Chiuderà la giornata “Sulle tracce di Alex”, omaggio ad Alexander Langer nel trentesimo anniversario della sua morte. L’intellettuale, politico e mediatore di pace verrà ricordato in un reading teatrale-musicale ideato e prodotto da Paolo Bergamaschi, Simone Guiducci, Sandra Ceriani e Mao Valpiana che unirà le letture di Sandra Ceriani con le musiche originali di Simone Guiducci, Oscar del Barba e Massimo Saviola e la voce di Nina Duschek.

Per info e aggiornamenti: www.premioluchetta.comwww.fondazioneluchetta.eu